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Le sciocchezze scientifiche propinate da RAI NEWS 24

di Giusto Buroni

Dubitando che i colleghi, soprattutto in tempo di vacanze e caldo torrido, si perdano a guardare la TV, specialmente intorno a mezzanotte, mi sento in dovere di raccontare parte di un servizio trasmesso da RAI News 24 dopo le 23 del 20 agosto scorso. Secondo il consueto schema delle loro trasmissioni “divulgative” (cioè non organizzano dibattiti, come tutti gli altri, ma fanno parlare a turno personaggi che si sono accordati in precedenza per esprimere i medesimi concetti e per trasmettere piccoli documentari su argomenti simili), il servizio riuniva attorno a un severo conduttore un elevato numero di “ricercatori”, che si definiscono tutti incompresi e boicottati dalle autorità scientifiche ufficiali che sono convinte, fra le altre nefandezze, che per ottenere energia dalla natura occorra violentarla. Mentre noi non ci stanchiamo di sostenere che agli Italiani manca una cultura scientifica e tecnica di base e che ogni mezzo di comunicazione dovrebbe organizzarsi per fornire i primi rudimenti, la RAI affronta il problema a rovescio, partendo dal principio che le persone invitate a parlare siano dei grandissimi sapienti il cui verbo non sia confutabile: bisogna credere ciecamente e, se possibile, diffondere questo credo. È un po’ la strategia usata da Scientology e dalle altre sette di “origine extraterrestre” quando decidono di trasmettere ai primitivi terricoli una parte del loro immenso sapere. È così che mentre da parte della scienza ufficiale (Ministero, CNR, INFN) non si prende nessuna iniziativa per insegnare la fisica e l’ingegneria alla popolazione, una quantità incredibile di “cani sciolti” trovano ospitalità in la RAI e ne La7 (Mediaset preferisce l’ignoranza totale, o al massimo, la “sapienza” di Cecchi Paone) per raccontare che ciò che si studia a scuola è un mucchio di panzane, mentre i depositari della conoscenza, osteggiati dalle autorità ufficiali, conducono esperimenti fantastici a proprie spese e a volte trovano sostenitori in terre lontane e inaspettate, come Giappone o Islanda. Il tema di ieri sera era il “piezonucleare” (collegato anche alla “fusione fredda” e alle “nanotecnologie”), in modo da poter usare termini ad effetto che fanno molta presa sulla gente. I presupposti, per il volgo, sono i seguenti: in tutto il XX secolo si sono fatte scoperte straordinarie (attribuite principalmente a Einstein e a Fermi) che però gli ingegneri hanno interpretato come necessità di violentare la natura per ottenerne energia, col risultato di sprechi incalcolabili che hanno portato all’attuale situazione di esaurimento di tutte le risorse energetiche (si noti che, mentre questi presunti sconosciuti scienziati parlavano di reazioni nucleari, la regìa RAI, “astutamente”, faceva scorrere in sovrimpressione filmati di turbine eoliche e di pannelli solari, che con le reazioni nucleari vanno come i cavoli a merenda). I nuovi ricercatori, rispettosi della natura e delle regole della fisica “pacifica” stanno sforzandosi di generare energia senza creare shock alla natura, per esempio “strofinando” flussi di neutroni su materiali inerti (cioè che non si offendono se vengono strofinati dai neutroni); i materiali inerti, in presenza di appositi catalizzatori, di cui non è dato sapere il nome per motivi di copyright, restituiscono il favore scindendosi “tranquillamente”, cioè senza provocare fastidiose e violente reazioni a catena, ma generando, ad ogni scissione, un paio di neutroni lenti lenti, che sta poi agli ingegneri utilizzare nel modo più opportuno. La generazione di questi neutroni è, per i patetici ricercatori, sinonimo di creazione di energia, perché come minimo un neutrone corrisponde a un protone, un elettrone e un neutrino, che, secondo la solita legge di Einstein, danno una resa energetica positiva: naturalmente nessuno ha citato il ben più importante concetto di “difetto di massa”, secondo il quale le due frazioni di nucleo risultanti da una qualunque fissione potrebbero pesare più o meno del nucleo iniziale, il che corrisponde nel primo caso a un assorbimento di energia e nel secondo a una produzione. È poi assolutamente esilarante il fatto di non voler maltrattare i nuclei con urti violenti, senza ricordare che anche la fissione dell’uranio, nei reattori cosiddetti “lenti”, si è ottenuta con buona efficienza solo rallentando i neutroni che partecipano alla reazione a catena, da cui la necessità dell’acqua pesante e altri artifici, non tanto per non maltrattare la natura, quanto per fare avvenire un fenomeno come risultato dei calcoli eseguiti da scienziati veri e non da questi millantatori che hanno la faccia tosta di presentarsi in televisione. In conclusione, alla domanda del conduttore se queste scoperte possano avere a breve (per esempio anche fra 20-30 anni) dei risultati pratici, i presunti scienziati diventavano improvvisamente semplici “ricercatori” teorici, che lasciano agli ingegneri il compito di trovare le applicazioni, raccomandando di tener presente che i loro studi tendono alla produzione di energia da consumare sul posto (per esempio piccoli reattori da montare sui rubinetti di casa per ottenere acqua calda dal singolo rubinetto), risparmiando così le enormi percentuali di energia sprecata a causa della mole degli attuali impianti di produzione e della lunghezza dei sistemi di distribuzione.

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