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da Lorenzo Vigna

lunedì 01 agosto 2011
Egregio Direttore,
innanzi tutto complimenti per l’inchiesta sui risvolti maltesi della partecipata del Comune di Alessandria. Ho seguito con molta attenzione tutti i sui cinque articoli di ottima indagine giornalistica. Se non mi sono perso nei complessi passaggi di architettura societaria da lei chiaramente esposti penso che sia corretto dire che il comune di Alessandria ha venduto l’80% di Farmal (le 6 farmacie comunali) ad unasocietà ALFARMA e questa a sua volta è di proprietà di due gruppi ALFAR e EDENFIN. EDENFIN è risultata di proprietà (cfr. le dichiarazioni del geometra Provera su diversi organi di informazione seguite alla Sua inchiesta) delle stesse persone che in varie forme societarie e soggetti giuridici si dovrebbero ritrovare fino in un trust di diritto maltese (le scritture contabili sarebbero in Liberia). In poco più di un anno la società ALFARMA, costituita a Roma e finanziata ad Alessandria dalla Cassa di Risparmio gruppo BPM, dopo aver acquistato FARMAL e aver quindi contratto un debito di 10 milioni di euro ha comunicato a Sindaco e Giunta di voler cessare e far “confluire” in FARMAL tutte le sue attività e passività (debito compreso). Il comune di Alessandria, pur essendo venditore, si sarebbe quindi trovato, per il suo 20%, a dover pagare gli interessi, e probabilmente anche la rata capitale, del debito della società acquirente e questo addirittura da tutto il 2009, pur essendo la decisione della giunta comunale di autorizzare la fusione di fine anno. Il conto economico del 2009 di FARMAL risulta gravato da un maggior costo di circa € 300.000 rispetto al 2008 e questo farebbe pensare che il 20% (€ 60.000) avrebbe dovuti essere messo a disposizione del socio di minoranza ovvero il Comune di Alessandria. Se questi sono i fatti mi chiedo per quale motivo il Consiglio Comunale non abbia provveduto a vendere tutto il pacchetto societario di FARMAL.  Per quale motivo continua a tenere una quota di minoranza se chi lo rappresenta non è neppure in grado di contrastare queste operazioni? Forse il Consiglio Comunale non era a conoscenza di queste cose? Se è così allora la devo ringraziare anche per aver fatto un po di luce anche ai nostri indaffaratissimi politici.Grazie per lo spazio concesso.
Distinti saluti.
Lorenzo Vigna

Gentile lettore,
le cose sembrano stare proprio come dice lei e le notizie che abbiamo pubblicato, più che fare chiarezza, gettano grosse ombre sull’operazione nel suo complesso. La domanda che lei pone dovrebbe essere girata all’assessore Vandone che è stato, fin da subito, uno dei principali artefici della vendita delle farmacie comunali. Non voglio entrare – per ora – nei risvolti societari (patti parasociali compresi) interni a FARMAL e pormi col dito accusatore nei confronti di chi, magari nominato in CDA a rappresentare il Comune di Alessandria, non ha fatto rilevare o comunque portato a conoscenza del Consiglio Comunale questi fatti, ma se le cose stanno veramente così altri organi dovranno prendere posizione. Neppure le dichiarazioni, sui mezzi di informazione, del geometra Provera, che, a differenza dell’assessore Vandone, ha tutto il diritto di non sentirsi obbligato a rispondere all’opinione pubblica, ci hanno aiutato a fare chiarezza; anzi. Tanto per restare in un esempio proveniente dal campo automobilistico, se compero una auto in contanti da un concessionario, che necessità ho poi di contrarre un leasing per la stessa auto con una mia società di leasing e poi magari finanziare io stesso quest’ultima società? Perché così tanti soggetti tra me e la mia proprietà (auto) se poi tutti fanno comunque capo a me? D’accordo, c’è il legame affettivo verso i docks di Londra, ma la Liberia che c’entra? E poi ci sono da pagare notai, commercialisti, amministratori e consigli di amministrazione, e si finisce di dover cedere dei diritti di usufrutto magari solo per degli espletamenti formali. Ad essere del tutto sincero non ho neppure capito se il finanziamento fatto dai soci EDENFIN e ALFAR ad ALFARMA  sia stato dato in conto capitale o in conto anticipo soci; la cosa non sarebbe così trascurabile sul costo complessivo dell’operazione anche se, a sentire quello che dice il solerte geometra Provera (e non Vandone), FARMAL, quando è stata acquisita, aveva 4 milioni di debito prontamente ripianati, abbiamo motivo di ritenere, all’80% dai privati e al 20% dal Comune di Alessandria.
Cordialità.
Andrea Guenna

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