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TAV: UBBIDIRE E TACERE

“Riguardo alla TAV non c’è nulla da discutere ! La Tav è da fare e basta”! Così, Paola Bragantini, segretario provinciale del PD torinese, ha stroncato ancor prima che nascesse, qualsiasi tentativo di dibattito sulla TAV durante la presentazione alla stampa della Festa democratica (rimodernata versione della Festa dell’Unità, tanto per capirci.) Cara signorina, ci congratuliamo con lei per le virili parole a cui da molto tempo non eravamo più abituati e per la diplomatica e ponderata scelta del luogo ove pronunciarle. Ma poi non si lamenti se le feroci penne dei cronisti l’appenderanno ad un distributore di benzina dalle parti di piazzale Loreto. Qualcuno, con poca conoscenza delle travagliate e contraddittorie vicende del fu Partito Comunista, potrebbe riscontrare in questo suo imperioso dire un rigurgito di leninismo, o un tentativo fuori dal tempo e dalla storia di riesumare gli sbrigativi metodi bolscevichi. Ma non è così! I bolscevichi, nel bene o nel male, nel giusto o nell’ingiusto, erano loro a decidere e comandare in base ad una ben precisa logica politica. Il suo invece è un comportamento da caporale di giornata, o meglio ancora, da pupo che cerca di celare la propria impotenza decisionale poiché non comanda e non decide, ma ubbidisce al puparo ed esegue i suoi ordini. Oggi, persino i neonati sanno chi comanda in regione, sia su chi è al governo ed ugualmente su chi è all’opposizione. A detenere con durezza il bastone del comando non è il potere politico, come dovrebbe essere, bensì quello stesso potere economico che ha già ricevuto l’incarico di costruire la TAV, nonché il terzo valico con la Liguria, la metropolitana di Milano e persino il ponte sullo stretto di Messina, a cui vanno aggiunti centinaia di chilometri di autostrada ed attività economiche nei settori più disparati che non stiamo ad elencare. Si ripete esattamente ciò che un tempo avveniva con la Fiat quando si diceva “Non si muove foglia che la Fiat non voglia”.Con le prossime elezioni ed il sistema elettorale che ci ritroviamo la situazione peggiorerà di molto. Stanno nascendo, come funghi dopo la pioggia, liste civiche sia di destra che di sinistra il cui unico compito è di vendere agli ingenui rosei sogni di potere e riportare furbescamente all’interno dei due tradizionali schieramenti politici i voti sfuggiti per il malgoverno ed il ladrocinio. Ma le liste elettorali costano e costano molto! Si calcola come minimo 100 000 euro per ogni lista. Chi, più o meno occultamente pagherà le spese delle campagne elettorali, in caso di elezione dovrà essere ubbidito ciecamente nonché aiutato a rifarsi, con adeguato guadagno, dei soldi anticipati. A Napoli le liste civiche erano circa 60 e tutti ci hanno sguazzato dentro, camorra compresa!

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