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A DANZARE CON SARKOZY SUL BORDO DEL VULCANO

Per remota esperienza ci rendiamo conto che i lettori preferirebbero di gran lunga notizie positive al solito avvilente elenco di fatti catastrofici. Ma non possiamo non farlo, a meno di comportarci come stupidi che amano restare nel dolce oblio dell’ignoranza. La Stampa dell’1 settembre, solo ed unico quotidiano a farlo, e anche questo è molto significativo, riporta che il pianeta rischia di precipitare in una terza guerra mondiale. Ecco i fatti: “Nicola Sarkozy a tutto campo, durante l’annuale riunione dei rappresentanti dei diplomatici della Francia all’estero, prima minaccia l’Iran di attacchi preventivi ai suoi siti nucleari poi se la prende con Damasco dicendo che il presidente siriano ha commesso l’irreparabile. La Francia con i suoi partners (ossia le altre nazioni europee) farà tutto quello che è legalmente possibile perché trionfino le aspirazioni del popolo siriano alla libertà e alla democrazia”. Ci stupisce la mancanza di fantasia: queste ultime sono le esatte parole con cui si è cercato di giustificare la guerra di Libia. Poiché tutti noi abbiamo fatto almeno le scuole elementari, ed abbiamo alle spalle un minimo di esperienza di vita, sappiamo che non sono mai esistite, non esistono e non esisteranno mai guerre fatte unicamente per portare in qualche paese la libertà e la democrazia. Il dire queste cose è solo pappa per citrulli propria della propaganda ufficiale di tutte le guerre. Le guerre si fanno unicamente per le materie prime, per l’energia, per il dominio e lo sfruttamento coloniale dei popoli. L’agire di Sarkozy sembra trovare giustificazione in una fuga in avanti dalle gravissime accuse di corruzione che gli vengono rivolte da gran parte della stampa nazionale francese. Inoltre con la rapina del petrolio altrui, molto del quale era italiano, Sarkozy cerca di riconquistarsi il favore dell’opinione pubblica perso in questi ultimi anni. Non manca in questo tipo di politica il tentativo di rafforzare la sua traballante posizione con un’alleanza con l’estrema destra francese che ancora oggi vive nel sogno del ritorno di una politica coloniale. Politica assai pericolosa che ha portato a costose avventure in Afganistan, in Iraq, in Somalia ed in Libia, paesi con inestinguibili guerriglie che hanno reso questi paesi future prede del fondamentalismo islamico, improvvidamente ridestato mentre era in letargica estinzione dagli errati interventi di questi ultimi anni.

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