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RESTA IN CARCERE L’ALBANESE RESPONSABILE DELLA STRAGE SULL’A26

Alessandria (28.09.2011) – Resta in carcere Ilir Beti, 35 anni, l’imprenditore edile albanese accusato di omicidio volontario plurimo con dolo eventuale per la morte di quattro ragazzi francesi nell’incidente del 13 agosto scorso, sull’autostrada A26, vicino ad Ovada. Al volante del suo Suv, dopo avere bevuto, l’uomo aveva percorso 23 chilometri ad elevata velocità, contromano, e aveva urtato l’Opel Astra con a bordo i giovani. Il gip del tribunale di Alessandria ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dai difensori, motivando la decisione con il pericolo di fuga e la conferma del quadro indiziario. Secondo l’ipotesi d’accusa, pur non volendo uccidere, con il suo comportamento Beti ha accettato il rischio di provocare un incidente mortale. La Procura della Repubblica, che aveva espresso parere negativo alla modifica della misura cautelare, sta raccogliendo ulteriori elementi per ricostruire la tragedia. Sono stati ascoltati i 13 automobilisti che avevano segnalato che il Suv procedeva nella direzione sbagliata e sono riusciti ad evitarlo. Da un primo esame tecnico, da confermare, risulta che l’auto procedeva a oltre 250 chilometri orari. L’albanese, in compagnia di un’amica russa dopo avere cenato ad Arenzano, era entrato sull’A26, uscendo a Masone per poi rientrare e tornare nella cittadina sul mare. Dopo un po’ di tempo aveva nuovamente imboccato la Voltri-Sempione in direzione Alessandria e, senza uscire dal casello, era ritornato indietro contromano. Beti, quando è stato interrogato, aveva detto di non ricordare nulla.

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