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LA MERKEL PIANGE LACRIME DI COCCODRILLO

da Libero – Il monito ha tonalità drammatiche: “Se si spacca l’euro si spacca l’Euorpa”. La firma è quella di Angela Merkel, che ribadisce che il suo governo –  ancor più debole dopo la batosta subita a Berlino – “è determinato a risolvere la crisi della moneta unica”. La Cancelliera tedesca ha spiegato che è “fiduciosa” di ottenere un voto di maggioranza in occasione dell’approvazione dell’Efsf, il fondo europeo salva-Stati. La Cancelliera ritiene che non ci saranno porblemi con i liberali, né con i parner euroscettici della coalizione di governo. E Angela poi dispensa una stilettata al vice Cancelliere, il liberale Philipp Rosler, che aveva spiegato come la bancarotta della Grecia, a parer suo, non “deve essere considerata un tabù”: la Merkel gli ha intimato di “pesare con attenzione le parole”.
Lacrime da coccodrillo – Angela indossa l’elemetto e si mette in difesa dell’euro. La Merkel si dispera e paventa scenari catastrofici nel caso in cui collassasse la moneta unica. Peccato però che quelle della Cancelliera siano lacrime da coccodrillo, perché se la situazione è da allarme rosso la sua Germania non ha certo giocato un ruolo marginale. La locomotiva tedesca rimane ovviamente la principale garanzia (nonché il muro portante) per la tenuta della divisa europea. Ma, altrettanto certo, l’atteggiamento di Berlino sui punti più scottanti degli ultimi mesi è stato quantomeno ambiguo. La Germania ha inizialmente tentennato per concedere linee di credito alla Grecia sull’orlo della bancarotta: forse, quando Atene ha cominciato a ricevere denaro, era già troppo tardi. La stessa Berlino non voleva la creazione del fondo salva-Stati, altrettanto implicato nelle operazioni a difesa del Paese ellenico. E’ più recente, invece, la fiera opposizione della Germania all’acquisto di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà da parte della Banca centrale europea. Una misura, quest’ultima, che ha senza dubbio ‘drogato’ i mercati su cui si gioca il futuro del debito di Eurolandia, e che può destare forte scetticismo. Ma una misura senza la quale la situazione oggi sarebbe ulteriormente compromessa (e con cui, forse, si è arrivati con colpevole ritardo proprio per la contrarietà di Berino). Paradigmatica, in tal senso, la rottura in seno all’Eurotower dello scorso 9 settembre, con il passo indietro del rappresentante tedesco della Bce proprio per la rottura sul piano di acquisti di Btp. Una decisione inaspettata, che si è tradotta in un nuovo sanguinoso crollo dei mercati.
Lo studio della Kfw – La Merkel insomma piange lacrime di coccodrillo e cambia idea con una certa disinvoltura (certo, i più attenti faranno notare come mai la Cancelliera abbia auspicato la morte dell’euro, ma c’è una certa discrepanza tra le ultime frasi di Angela e l’atteggiamento tenuto dal suo Paese nelle ultime settimane). Forse dietro questo cambio di linea si nascondono le argomentazioni che nelle ultime ore hanno fatto riflettere tutti i nostalgici del marco tedesco. Si tratta di uno studio realizzato dalla banca statale Kfw e rilanciato dalla Welt: le pagine redatte dall’istituto non lasciano dubbi circa i vantaggi assicurati alla Germania dall’adozione dell’euro. Secondo la Kfw “il contributo dato dalla moneta unica all’economia tedesca negli ultimi anni è quantificabile in una cifra che oscilla tra i 50 e i 60 miliardi di euro, un risultato che sarebbe stato inimmaginabile qualora la Germania avesse ancora avuto il marco”. Il punto è che quella tedesca è un’economia basata sulle esportazioni, che avrebbe sofferto le svalutazioni competitive delle divise più deboli (per farsene un’idea basta considerare quanto sta accadendo in Svizzera nelle ultime settimane).

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