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CHI SEMINA MATTONI RACCOGLIE ALLUVIONI

Genova oggiChi semina incoscientemente mattoni alla fine raccoglie alluvioni. È esattamente quanto si è ripetuto per l’ennesima volta in Liguria Un’altra volta i guitti di una classe politica infame, si esibiranno in una nota recita a soggetto facendo finta di stupirsi per quanto avvenuto, piangendo i morti con false lacrime di circostanza, parlando di evento eccezionale, di mai viste piogge torrenziali, ecc.ecc. Noi invitiamo i nostri lettori ad andare a rivedere i giornali del secolo appena trascorso. Vi troveranno centinaia (sì proprio centinaia ) di articoli di geologi, idraulici, urbanisti e giornalisti che descrivono l’altissimo rischio di alluvione del territorio ligure, non solo per i beni ambientali, ma per la stessa vita dei residenti. I politici locali sapevano tutto, ma non hanno fatto niente. Non hanno fermato la speculazione edilizia anche se il farlo non costava nulla per i bilanci dei comuni, ma costava loro una riduzione delle tangenti di cui godevano sottobanco. In Liguria esistono statistiche sull’intensità delle piogge che risalgono a centinaia di anni passati (erano i parroci a fare le rilevazioni). 500 millilitri di pioggia in poche ore costituiscono un fatto del tutto ripetitivo lungo l’intero Appennino. E per di più tali fortissime precipitazioni avvengono su un territorio in gran parte franoso ed instabile. È chiaro che con tali premesse si dovesse evitare nel modo più assoluto qualsiasi azzardo urbanistico. Hanno fatto il contrario. In tutta la Liguria hanno lasciato costruire sul bordo dei torrenti, nelle aree golenali e persino su frane in movimento. Mentre si riducevano i boschi, si sono persino asfaltati torrenti e rii trasformandoli in strade. Nessuno stupore se in caso di pioggia sono tornati alla loro funzione naturale. In compenso, sempre in nome del risparmio, hanno fatto ricoperture di corsi d’acqua del tutto inadeguati alla loro portata ed ugualmente si sono comportati con le fogne. E avanti così rubacchiando. Dopo le ricorrenti alluvioni, arriva la televisione a completare l’opera in nome della più pelosa retorica italica il cui unico e solo scopo è distrarre l’opinione pubblica dalla ricerca dei veri responsabili. Anche questo è un copione conosciuto. Per prima cosa, una parte dei morti non si chiamano più morti, ma dispersi. Poi si tira fuori la solita storia del bambino (assolutamente piangente) salvato dalle acque, meglio ancora se insieme al suo gattino. Pure d’obbligo esaltare la generosità e la dedizione dei soccorritori (con adeguata intervista se arrivano da lontano). Poi cominciano le raccolte di soldi a favore degli alluvionati che non si sa mai nelle tasche di chi finiscono mentre si gioca sugli schermi la visione della nonna piangente che lamenta la distruzione della propria casa. A questo punto, come nel lieto fine di una favola, arrivano i generosi allievi di Bertolaso con gli aiuti. E si conclude facendo notare che c’è l’emergenza. Bene così! Nessun controllo sulle spese e sugli appalti! Il tutto si chiude con la visione speranzosa ed ottimista di una bambina bionda che sorride. Sipario, musichetta. FINE. Eventuale seguito alla prossima alluvione.

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