Press "Enter" to skip to content

LA GRANDE PURGA

Il risarcimento chiesto ai nostri politici è di € 39.505.000,00.
60% – €  23.703.000,00 Fabbio, Vandone, Ravazzano
(per semplificare, € 7.901.000,00 a testa)
30% – € 11.851.000,00 Lai, Olivieri, Robutti, Bonadeo, Secco, Trussi (per semplificare, € 1.975.167,00 a testa)
10% – € 3.950.500,00 Bocchio, Buzzi Langhi, Cappelletti, Caridi, Cuttica, Foglino, Grassano, Grassi, Grillo, La Greca, Locci, Maconi, Micò, Passalacqua, Piccolo, Poggio, Priano, Prigione, Rossi, Rovito, Sarti, Sciaudone, Tascheri
(per semplificare, € 171.760,90 a testa).

Alessandria – Come al solito finiranno per pagare per intero quelli che devono pagare meno, cioè poco più di 170.000 euro, più o meno il valore della casa di proprietà. Gli altri sono rovinati ma non riusciranno a pagare tutto il dovuto, per multe milionarie. Potrebbe finire così la triste vicenda della giunta comunale peggiore della storia della città di Alessandria. Una giunta gestita da incoscienti che hanno fatto indebitare la città come non mai (ogni alessandrino ha un debito di € 1.585,00 fatto da Fabbio & C.) e che non ha saputo creare sviluppo. Per anni hanno cercato di nascondere in tutti i modi il dissesto comunale ma alla fine, come diceva mia nonna, i nodi vengono al pettine, e sono venuti. La Corte dei Conti ha bocciato il bilancio del 2010 ed ha comminato multe milionarie a titolo di risarcimento danni alla collettività. Quasi 40 milioni (80 miliardi delle vecchie lire) è la cifra che devono tirar fuori molti amministratori pubblici alessandrini, quelli che si sono resi responsabili di questo disastro, cioè gli ideatori del bilancio bocciato dalla Corte: Vandone, Fabbio e Ravazzano; gli assessori e i consiglieri che lo hanno votato. Nel record c’è un altro record, quello di Carlo Alberto Ravazzano, il ragioniere capo del comune di Alessandria che, nominato a gennaio, in neppure un anno ha fatto tanti guai che metà erano abbastanza e deve pagare, secondo la richiesta della Corte dei Conti, quasi otto milioni di euro di risarcimento per danno erariale. Il problema più grave, al di là dell’enorme portata della vicenda, è l’aspetto penale per cui esiste anche un’inchiesta parallela di cui si occupa la Procura della Repubblica di Alessandria. Le due inchieste si basano in gran parte sui rilievi di indagine effettuati dalla Guardia di Finanza. A dimostrazione della gravità della situazione e dell’incoscienza dei politici che non hanno saputo intervenire per tempo a tamponare un buco ormai isanabile, sta il fatto che in quattro anni, dal 2007 al 2011, ben quattro sono stati i ragionieri capo del Comune che si sono avvicendati. Per la precisione sono stati: Lorenzo Barbin, Roberto Salvaia, Antonello Zaccone ed Enrico Pelizzone, prima di arrivare a Carlo Alberto Ravazzano che ha accettato un incarico che comportava, per chi si intendesse anche minimamente di pubblica amministrazione, di turarsi il naso e mettere mano nella melma. Ravazzano fu nominato il 19 gennaio al termine di un breve interim di Enrico Pellizzone che, secondo i bene informati, visti i conti è scappato in men che non si dica lasciando libero il posto. Ma già prima di lui, Zaccone aveva sollevato il problema informando Vandone di essere nella totale impossibilità di rispettare il patto di stabilità. Per Ravazzano invece era tutto a posto. Secondo la Corte “gli uffici che si occupavano della gestione del bilancio avevano ben presente fin dal settembre 2010 il rischio di uno sforamento e lo avevano più volte riferito”. Sostituito Zaccone fu redatto un documento che riassumeva la situazione, che è stato consegnato a Vandone ed al ragioniere dapo del tempo Pellizzone che, essendo a conoscenza dei pasticci contabili che conteneva, non lo ha neppur letto e, dopo essersi dimesso a tempo di record (è rimasto in carica un mese) l’ha passato in busta ancora chiusa a Ravazzano. Da quel momento Ravazzano è andato avanti a testa bassa assecondando il volere della Giunta che approvava il bilancio in una riunione informale (della quale molti dei partecipanti si sono dimenticati come ci hanno detto al telefono quando li abbiamo interpellati in merito) alla quale hanno sicuramente partecipato, oltre a Vandone e Fabbio, Serafino Lai, Ugo Robutti e Giampaolo Olivieri, che si è svolta sabato 29 gennaio mattina. Secondo quanto ricostruito dalla Corte dei Conti in quella circostanza comparve un documento in cui si dava atto di un saldo negativo superiore all’obiettivo, ma si autorizzarono gli uffici competenti ad effettuare le imputazioni contabili necessarie al raggiungimento del patto di stabilità, secondo un prospetto allegato, in forza della cancellazione forzata di impegni di spese già deliberate e in parte già effettuate correggendo le determine (trasferendo la spesa al 2011), nonché gonfiando la previsione di entrate. Nella seconda riunione di Giunta, allargata questa volta agli altri assessori citati dalla Corte, riunita sabato 9 aprile mattina, è stato approvato il documento. La frittata era fatta. Dal Ministero delle Finanze si faceva sapere che il Patto di Stabilità era stato rispettato. Il bilancio consuntivo 2010 doveva quindi essere approvato dal Consiglio Comunale ma mancava il parere dei revisori che tardavano perché privi di documenti in quanto il ragioniere capo Ravazzano aveva nel frattempo introdotto la prassi che la richiesta di documenti dovesse avvenire per iscritto a lui direttamente. Così uno dei revisori bocciava il bilancio, gli altri due lo approvavano con riserva. Crescevano i sospetti. La Procura inziava le indagini ravvisando comportamenti dolosi in riferimento a Vandone per aver impartito disposizioni agli uffici di alterare, attraverso ripetute e gravi violazioni delle norme e dei principi contabili del Tuel (Testo unico enti locali; ndr), le risultanze contabili del Rendiconto per l’esercizio 2010; a Ravazzano per aver prestato il proprio avallo all’intera operazione ordita dall’assessore Vandone, operando come “longa manus” ed esecutore degli ordini di quest’ultimo; infine in rifermento al sindaco Fabbio per aver consapevolmente organizzato con l’assessore alle Finanze Luciano Vandone la sistematica alterazione dei risultati di gestione 2010. Colpa grave invece a carico degli assessori presenti sia alla giunta informale del 29 gennaio che a quella regolare del 9 aprile, che autorizzarono gli uffici a effettuare le imputazioni contabili necessarie al raggiungimento del Patto di Stabilità. Colpa grave anche per i consiglieri comunali che hanno espresso voto favorevole ad un rendiconto “oggettivamente falso, pur a fronte della denuncia, nel dettaglio, di gravi irregolarità contabili da parte del Collegio dei revisori dei conti”. Ora, come si dice in questi casi, la parola passa alla giustizia in via definitiva.

Be First to Comment

    Lascia un commento