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LA RESIDENZA DEL DIAVOLO

Ho chiamato Dan Naton, mio amico fraterno che cura i trasporti dall’Inferno verso il mondo profano, una carogna efficiente e capace, e gli ho fatto caricare mobilia e vestiti per la seconda casa. L’ho presa ad Alessandria, in periferia per non dare nell’occhio, perché questa città mi piace proprio e penso che la eleggerò per un po’ di tempo come mia seconda residenza. Infatti mi sono accorto che qui ad Alessandria è successo e può succedere di tutto per cui è un potenziale serbatoio di dannati da portare agli inferi. È una città dove il prefetto invece di fare il prefetto suona il tamburo, dove il sindaco, invece di fare il sindaco canta e recita, dove alcuni giornalisti, invece di fare i giornalisti sono solo passacarte del potere politico-economico.
Che bella città è Alessandria!
E poi ad Alessandria c’è il mio amico Guenna che andrò a trovare più spesso con mio sommo gaudio. Infatti il Guenna soffre di insonnia e alle tre è sempre sveglio e per me questo fatto va benissimo perché io non dormo mai. Dan Naton e Bafometto hanno tirato fuori il camion carico di roba e siamo partiti alla volta di Alessandria. Naturalmente abbiamo viaggiato di notte e prima di scaricare siamo andati a trovare il Guenna. Infatti non siamo pratici della città ed abbiamo chiesto a lui dove si trovava l’immensa dimora costruita tanto tempo fa, in data sconosciuta, non si sa da chi, invisibile ai profani, ormai abbandonata, con ampie stanze piene di fantasmi, che si trova vicino al cimitero. Guenna ci ha guidati sul posto e gli ho offerto subito un ottimo sanguinaccio alle cipolle cucinato da me in persona. Ha gradito. Ci abbiamo bevuto dietro un ottimo Sangue di Giuda dell’Oltrepò e poi, davanti al caminetto, mentre i miei dannati collaboratori mettevano tutto a posto, davanti al solito sidro ghiacciato, abbiamo fatto quattro chiacchiere.
Louis Cyphre. In questi ultimi mesi qui è successo di tutto.
Guenna. Tutti i nodi vengono al pettine.

Sento ringhiare in modo sinistro. Allungo la testa e vedo spuntare dalla porta socchiusa il mio gatto Lucifero, un bestione di trenta chili che ha in bocca una pantegana appena uccisa. Gli faccio segno che va tutto bene e lo prego di portarsi fuori la cena che dobbiamo parlare. Anche il Guenna ha un bel gattone rosso, un maschio “intero”, cioè con gli attributi, di quasi due anni. Quando mi vede scappa come fanno i gatti degli altri quando mi riconoscono.

Guenna. Cos’è quella bestia?
Louis Cyphre. È il mio gatto, Lucifero. Pesa trenta chili e mangia qualsiasi cosa. Più grossa è più si diverte.
Guenna. Perché non lo mandi a Palazzo Rosso a fare una scorpacciata di cialtroni?
Louis Cyphre. No quelli non li digerisce. Gli restano sullo stomaco. No Guenna, quelli me li prendo io quando sarà il momento e me li porterò all’inferno.
Guenna. Per una volta potresti essere utile a qualcosa. Per esempio alla mia città, Alessandria, che è col culo per terra. Hai già la ricompensa con tutti i dannati che farai su, e quindi devi fare qualcosa in cambio.
Louis Cyphre. Hai ragione Guenna. Sai cosa farei? Per prima cosa farei lavorare gli alessandrini nei vari settori, dalle strade, ai ponti, agli impianti e la pianterei lì di appaltare tutto fuori, specialmente a certi signori di Tortona o giù di lì.
Guenna. Occhio che sono potenti quelli…
Louis Cyphre. Li conosco bene, lo so, ma io sono spietato e più potente di loro.
Guenna. Vabbé. E poi?
Louis Cyphre. E poi ridarei la città agli alessandrini, quelli veri, quelli che non parlano e subiscono in silenzio, quelli capaci ma che non vincono i concorsi all’Università perché anche in questo caso quelli che li vincono vengono da fuori.
Guenna. E come sindaco chi metteresti?
Louis Cyphre. Fabbio no di sicuro! Per quanto riguarda gli altri candidati – a parte Parise che mi sembra una persona perbene, quindi non fa per me – posso dire che si equivalgono tutti. Quando promettono sono tutti bravi, poi quando mettono il culo sulla sedia da sindaco le promesse svaniscono. Per questo motivo è importante che gli alessandrini marchino sempre stretto il sindaco ed i suoi assessori in ogni modo e con ogni mezzo perché Alessandria è troppo menefreghista e i politici, consapevoli di essere fuori controllo, fanno come vogliono. Se sanno quello che fanno e sono bravi va bene, altrimenti sono disastri per tutti.
Guenna. Come con Fabbio.
Louis Cyphre. Esatto.
Guenna. Anche la stampa deve essere più aggressiva e più attenta per fare in modo che i politici si sentano costantemente sotto esame e stiano attenti a lavorare come si deve.
Louis Cyphre. La stampa è nata per controllare e per dare le notizie. Se diventa la cassa di risonanza del potere è finita. Finisce come ad Alessandria.
Guenna. Ora che sei alessandrino anche tu sono più tranquillo. Nessuno come te conosce le bassezze umane e per questo sei l’antidoto migliore alle nefandezze di ogni genere.
Louis Cyphre. Massì Guennone, ti darò una mano e tu continuerai coi tuoi scoop sul tuo sito.
Guenna. Cin, cin.
Louis Cyphre. Prosit.

Stava albeggiando, la luce sfiorava i campi bianchi di brina. Una lepre saltellava fra le zolle ghiacciate. Dai camini usciva un bel fumo bianco mentre il Guenna in silenzio accompagnato da Bafometto guadagnava l’auto di servizio dell’inferno che l’avrebbe riportato a casa.
In quel momento pensavo che ci sarà molto da fare qui ad Alessandria. Non c’è tempo da perdere. Il Guenna da solo non ce la può fare. Bisogna aiutarlo.
In fondo anche i maligni hanno un cuore.

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