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ALESSANDRIA COME CHIVASSO E LEINÌ MA QUI DA NOI IL PREFETTO NON INTERVIENE

Il Comune di Alessandria annovera tre arrestati (Grassano, Caridi e Ravazzano), due con avviso di garanzia (Vandone e Fabbio), un’ingiunzione di risarcimento della Corte dei Conti di 40 milioni, ma dalla Prefetturra tutto tace. Perché il ministro dell’Interno fa finta di niente?

Alessandria (a.g.) – Maurizio Grassano, il presidente del Consiglio Comunale di Alessandria eletto nella Lega Nord, ed oggi deputato in parlamento, è stato arrestato e poi condannato con sentenza di primo grado, per truffa aggravata e continuata ai danni del Comune di Alessandria; Giuseppe Caridi, consigliere comunale PDL e presidente della commissione “Politica del Territorio”, arrestato ed attualmente in carcere per appartenenza alla ‘Ndrangheta; Carlo Alberto Ravazzano, ragioniere capo del Comune, agli arresti domiciliari per truffa ai danni dello stato, abuso d’ufficio e falso ideologico; Luciano Vandone, già assessore alle Finanze (PDL) raggiunto insieme al sindaco Fabbio da un avviso di garanzia per gli stessi reati per cui è stato arrestato Ravazzano; la Corte dei Conti che chiede danni alla maggioranza per quasi 40 milioni di euro. Ce n’è abbastanza per mandare tutti a casa e commissariare il Comune di Alessandria per due anni, ma il prefetto Castaldo, nonostante sia stato sollecitato in proposito dalla stessa Corte dei Conti, non fa una piega. Ma a Chivasso, per molto meno, la musica è un’altra. Infatti dopo l’operazione Minotauro e l’arresto dell’esponente dell’Udc locale, il prefetto di Torino, Alberto Di Pace, ha istituito una commissione d’indagine per scandagliare le zone d’ombra nella cittadina del Torinese e per conoscere fino a che punto la criminalità organizzata, nella fattispecie quella calabrese la stessa di Caridi, si sia infiltrata nella politica cittadina. E ci si chiede quale ruolo abbiano svolto uomini affiliati alla ’Ndrangheta nell’esito elettorale alle scorse amministrative che hanno decretato, a sorpresa, la vittoria di Gianni De Mori, attuale sindaco, a dispetto dei pronostici che davano per certa la riconferma del primo cittadino uscente, il pidiellino Bruno Matola. Anche ad Alessandria ci si possono porre le stesse domande? Potrebbe essere, anche perché Caridi è stato imposto in lista proprio dall’attuale sindaco cui, a sua volta, era stato imposto dal suocero Cotroneo, molto amico del Caridi stesso. Ma  a Chivasso cosa emerge ora dagli sviluppi giudiziari dell’operazione Minotauro che ha accertato il radicamento della malavita e ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’esponente Udc  Bruno Trunfio (arrestato con il padre Pasquale capocosca locale e il fratello Giuseppe) che al secondo turno è stato determinante per la vittoria del centrosinistra?  Ce lo dirà la commissione d’inchiesta che è stata insediata prima di Natale e che concluderà il suo lavoro a Marzo ma, dalle prime indiscrezioni, pare che vi siano sorprendenti novità in merito. Analoga inchiesta era stata assunta mesi fa a Leini, altro comune finito sotto la lente di inquirenti e magistrati. Ma ad Alessandria niente. Tutto tace. Perché? La legge per il commissariamento dei comuni è molto chiara e prevede l’intervento del prefetto proprio in circostanze analoghe a quelle che vedono Alessandria coinvolta. D’altronde la Corte dei Conti ha sollecitato il Prefetto Castaldo ad intervenire, ma Castaldo non interviene. E il ministro Cancellieri cosa fa? La bella statuina come il suo preside…, pardon presidente Monti o vuole iniziare a lavorare? Eppure al governo c’è anche un alessandrino, Balduzzi, che conosce bene la situazione, per cui non dovrebbe essere difficile per il Governo Monti intervenire con maggior efficacia e maggio velocità. Vediamo ora, per completezza di informazione, cosa prevede la legge per il commissariamento.
Nell’ordinamento italiano è denominato commissario prefettizio l’organo monocratico di amministrazione straordinaria del comune o della provincia previsto dall’art. 141 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali). Il commissario, di solito un funzionario della carriera prefettizia, è nominato a seguito dello scioglimento del consiglio comunale o provinciale con lo stesso decreto di scioglimento, adottato dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’interno, in esito ad una procedura avviata dal prefetto competente per territorio. Peraltro, iniziata la procedura ed in attesa del decreto di scioglimento, il prefetto, per motivi di grave e urgente necessità, può sospendere, per un periodo comunque non superiore a novanta giorni, il consiglio e nominare un commissario per la provvisoria amministrazione dell’ente.
Lo scioglimento del consiglio può essere disposto, ai sensi dell’art. 141 del D.Lgs. 267/2000:
1. quando abbia compiuto atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico;
2. quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi (omissis);
3. quando non sia approvato nei termini il bilancio;
4. quando l’ente, con più di mille abitanti, sia sprovvisto dei relativi strumenti urbanistici generali e questi non siano adottati entro diciotto mesi dalla data di elezione degli organi (in questo caso, il decreto di scioglimento è adottato su proposta del Ministro dell’interno di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti).
5. quando emergono elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi, che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e amministrativi e il buon andamento delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi alle stesse affidati ovvero che risultano tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica (articoli 143-146 del D.Lgs. 267/2000).
Signor Prefetto, per l’ennesima volta la preghiamo, per il bene di questa città metta la parola fime a questa agomia politica. Gli alessandrini ringraziano in anticipo.

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