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LO SCANDALO DELLE TESSERE FALSE DEL PDL AD ALESSANDRIA

di Andrea Guenna
Alessandria –
“Tutti i mercoledì si riunivano in una saletta riservata di un ristorante fuori mano e predisponevano la strategia per il controllo cittadino del partito”.
Esordisce così il nostro testimone, che chiede l’assoluto anonimato, nel riferire di come certi personaggi di spicco del PDL alessandrino si riunivano clandestinamente per discutere, non tanto di politica, ma di affari legati alla politica e di gestione del partito attraverso le tessere. Il nostro amico ci ha pregato di non rivelare i nomi – che chi scrive conosce ed è disposto per questo a testimoniare in Procura della Repubblica – ed i luoghi delle varie riunioni. Si tratta di personaggi molto noti della politica e della pubblica amministrazione cittadine, al vertice del PDL alessandrino. Si tratta di una vera e propria cupola cui apparteneva anche Giuseppe Caridi ora in carcere per reati connessi alla ‘Ndrangheta.
Lui sì, lui possiamo citarlo. 
Testimone.
“Le ultime tessere di partito sono state raccolte venerdì 16 dicembre 2011 in un appartamento a fianco dell’ufficio elettorale di un noto politico di area AN, sopra una lavanderia al rione Orti gestita dalla moglie di uno dei dirigenti del PDL che era sempre presente alle riunioni del gruppo. Le tessere, di cui sono a conoscenza io, sono tutte finte. I documenti per compilarle erano prelevati anche dall’ufficio anagrafe del Comune di Alessandria. Stati di famiglia, certificati di residenza, atti di matrimonio ed altro”.
Guenna. In sostanza in quella sede si sono costruite tessere false sulla base di documenti veri, il tutto all’insaputa dei diretti interessati.
Testimone. “Esattamente. In questo modo chi ha compiuto la truffa si è assicurato la maggioranza nelle sedi competenti”.
Guenna. Quanti erano i politici, e a che livello?
Testimone. “I politici erano almeno quattro, di cui due di livello molto elevato”.
Guenna. Deputati? Consiglieri o assessori regionali?
Testimone.Un deputato e un consigliere regionale
Guenna. Della Lega Nord c’era qualcuno?
Testimone. “Che sappia io no”.
Guenna. C’era qualche rappresentante di società controllate dal Comune di Alessandria?
Testimone. “Sì, un presidente che ha molti problemi con la giustizia”.

In pratica le tessere sono state usate dai vari dirigenti per arrivare con numeri pesanti al congresso. Solo così si spiegano gli aumenti di iscritti in percentuale che arrivano a livelli impensabili senza nemmeno una capillare campagna di tesseramento. La verità è che gestire le tessere serve per gestire il potere a tutti i livelli. Arriva uno con cento tessere, tratta e porta a casa un posto nella municipalizzata. Ecco un altro capitolo della storia recente della politica alessandrina. Anche per questo, chi scrive, ormai non si stupisce più di quel che accade qui ad Alessandria.

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