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ELVIRA, SALVA I LIBRI DEL TEATRO DI ALESSANDRIA!

Un consiglio ad Elvira Mancuso, Presidente del teatro di Alessandria.

Il peggior rischio per un mentitore è finire con il credere egli stesso alle proprie menzogne. Ne sa qualcosa Mussolini che a forza di dire di avere un esercito invincibile entrò nella seconda guerra mondiale con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Da questa grande lezione della storia non si è tratto alcun giovamento nemmeno per piccolissime cose marginali come il banalissimo problema della rimozione dell’amianto nel teatro di Alessandria. Città culturalmente ancorata ad un verbalismo fantasioso ed irrazionale svincolato dalla realtà. Sono queste le conseguenze dell’ambientalismo nostrano, brutalmente al guinzaglio dei partiti, a fare da cassa di risonanza dei loro desiderati e di chi li finanzia. Mentre non ci si preoccupa minimamente dell’incombenza di eventi gravissimi, come il certo ripetersi dell’alluvione o del dannosissimo inquinamento dell’aria di Spinetta dovuto ad emissioni nell’ambiente delle industrie locali, si sono enormemente ingigantiti e sopravvalutati i problemi delle polveri sottili e dell’amianto. E c’è qualcuno che furbescamente  se ne sta approfittando nel caso del teatro di Alessandria ben sapendo che chi ha gonfiato a dismisura il problema dell’amianto è obbligato a stare zitto divenendo suo complice. Nell’affermare questo non vogliamo certo negare l’esistenza del problema, ma riportarlo nella sua giusta dimensione di rischio. Alessandria non è Casale i cui tetti bianchi di amianto erano presi come punto di orientamento per chi veniva a bombardare, o Genova o Trieste, città di cantieri che usavano l’amianto per coibentare le navi. Microscopiche  particelle di amianto che non è degradabile si trovano in ogni dove nell’intera Europa, perfino nella spopolata cima delle Alpi in cui è stato portato dal vento. Fino a pochi anni orsono erano d’amianto le guarnizioni dei freni delle auto e le frizioni che, consumandosi, lo spargevano per le strade. Se fosse così mortale, come afferma chi ha interesse a sostenere tesi terroristiche, saremmo tutti morti da tempo. Riguardo all’ambiente non bisogna essere fanatici poiché il fanatismo, oltre ad essere pericoloso per la libertà e la democrazia, è in molti casi più dannoso degli stessi inquinanti. Personalmente non crediamo che la biblioteca del teatro vada distrutta perché pericolosa. Durante la seconda guerra mondiale nelle città europee furono polverizzati migliaia di ettari di tetti, di chilometri di tubi, nonché migliaia di tonnellate di ogni genere di rivestimento d’amianto. Ma i libri delle biblioteche che si salvarono dalla grande catastrofe della guerra non furono distrutti. Poiché l’amianto non è degradabile se fosse stato presente tra le loro pagine ci sarebbe ancora oggi ed invece non c’è.
Elvira Mancuso, combattiva Presidente del teatro di Alessandria, sai che non mento. Fidati di ciò che ti dico e salva quei libri e quei documenti, e non stare a sentire chi dice il contrario. La città te ne sarà grata. Non passare  alla nostra microstoria cittadina come la nemica della civiltà!

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