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DA MARIO PONTI – ALESSANDRIA

PARCHEGGI PER I FURBI
Scrivo per segnalare un malcostume che ho riscontrato essere diffuso nella mia città (Alessandria). Mi riferisco alla istituzione di parcheggi riservati, concessi, da un’amministrazione comunale forse compiacente o forse poco attenta, ad altre amministrazioni pubbliche a caccia di privilegi per i propri dipendenti. Il sistema funziona così: si provvede alla delimitazione di aree, spesso molto estese, da destinare a parcheggio riservato alle auto di amministrazioni come Guardia di Finanza (quasi un intero isolato), Tribunale-Giudice di Pace-Polizia Giudiziaria (quasi un intero isolato), Prefettura  e così via. Ma sistematicamente e stabilmente sono parcheggiate auto private, non auto di servizio. Addirittura, in via Urbano Rattazzi, nel tratto compreso tra via Alessandro III e via Piacenza, i dipendenti del Monopolio di Stato hanno una riserva di posto (sempre auto private, e quindi non di servizio) in una strada dove non solo è vietato parcheggiare ma persino è vietata la fermata. Su queste auto è esposto in bellavista il cartoncino recante le insegne dell’amministrazione di appartenenza del dipendente, con l’autorevole firma del dirigente che certifica il diritto dell’auto privata targata (…) ad occupare gli spazi riservati (a volte non c’è neanche la firma, come nel caso del Monopolio di Stato). E così, bellamente, e proprio dalle istituzioni che dovrebbero dare il buon esempio, si dà vita a un privilegio e a un abuso intollerabile perché di un’ingiustizia palese. La maggior parte delle persone, che non fanno parte di queste categorie che sembrano esercitare una subdola forza di pressione, invece continua a pagare il parcheggio, ammesso che lo trovi. Mentre i furbi, con la loro sfacciata riserva di posto auto, se la ridono con il parcheggio garantito e gratuito. Tipica vicenda all’italiana: vince il più furbo. Si dirà: sono piccole cose; ma è dalle piccole cose che si rivela la (in)cultura di un paese.

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