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DA FRANCO DELL’ALBA

IL RICATTO DEL PONTE MEIER
Egregio Direttore,
a proposito del Meier il ragionamento che faccio è questo: un politico si sveglia una mattina (o lo svegliano, il che sarebbe ancora peggio) e decide di fare felici dei costruttori di ponti, con la scusa di dover mettere in sicurezza la città. Questo perché la scusa viaggia indipendente dalla certezza che sia necessario sostituire il vecchio, quella, che se ne dica, non c’è ancora oggi.
Il politico forse pensa che, con l’occasione, oltre ai costruttori, sarà felice anche lui che passerà alla storia per quell’opera esaltante (???). Lancia l’idea, non esita un attimo a spendere un mare di soldi (nostri) per fare un costosissimo studio, senza se e senza ma, (e, di già che c’è, per non farsi mancare nulla,  non lo fa fare in casa nostra che costruiamo ponti da 2000 anni ma lo affida ad uno studio al di là dell’Oceano che, a quanto si dice, di ponti non si sa bene se ne ha mai costruiti), dopo di che decide che la “cosa” piace e diverte  e che, alla faccia di costi, impatti e faraoni, si farà.
Vengono dopo di lui altri partiti di tutti i colori dell’arco costituzionale, e tutti, maledetto destino, decidono che è cosa buona e giusta, non si saprà mai bene se di fare felici i costruttori di ponti o far passare alla storia il politico precedente, ma questo è un dettaglio. Resta il fatto che tutti, indistintamente tutti (parlo delle giunte successive) approvano ed applaudono. L’ultimo politicante di turno, addirittura, decide di eliminare ogni dubbio, anzi  no, elimina  proprio il Ponte storico, che così  ce lo togliamo di torno in via definitiva e con lui, si spera, anche il problema.
Ma, nonostante quest’ultima infelice genialata, sempre fatta in nome di quella sicurezza mai dimostrata scientificamente, il dubbio che questa strana cattedrale debba essere fatta rimane, ed allora cosa ti ricordano, con fare minaccioso, i politicanti, sempre in modo rigorosamente trasversale? Ti ricordano che c’è un contratto e ti calano sulla zucca la spada delle penali e quindi, per conseguenza, ti impongono comunque un’opera che non è affatto detto che i cittadini vogliono.
Se avete notato in tutto questo manca un passaggio per loro (i politicanti) ininfluente: il parere dei cittadini. Ma questa è altra storia, abbiamo già visto che tanto, chiunque vada al potere, il risultato non cambia e quindi l’opera non è a rischio comunque.
La morale è che ci troviamo di fronte ad un ricatto, un odioso ricatto che tutti negano di aver voluto ma tutti hanno continuato ad approvare. Beh! Allora mi chiedo e vi chiedo: quanto pagano i cittadini di penale e quanto risparmiano non facendo il ponte Meier e facendone uno meno demenziale e più a portata di soldi che comunque non hanno? Facciamo due conti? E ancora…se perdiamo i fondi stanziati, i fondi europei e i fondi di non si sa da dove e come…sono forse soldi che ci regalano i marziani? La verità vera è che è una colossale presa per i fondelli e lo spreco, puntualmente enorme, appesantirà ulteriormente ed inutilmente le nostre tasche già vuote di loro.
Ma un’ultima cosa…: siamo certissimi che il progetto non toccherà nemmeno un mattone della cittadella? Non ne stravolgerà l’insieme già penalizzato dagli insediamenti di via G. Bruno che, metro dopo metro, si stanno rosicchiando il terreno attorno ai bastioni? (anche qui forse un po’ più di attenzione non guasterebbe).
Eppure tutto sarebbe più facile se i cittadini fossero prima informati e poi lasciati arbitri delle scelte che condizionano loro il futuro per decenni.
Ragioneremo di tutto questo, verificheremo il verificabile, lo faremo a trecentosessanta gradi ed assaggeremo le vere volontà che concorrono a lasciare o a impedire che questa sciagurata l’impresa si compia.

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