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DA EMANUELE LOCCI

NASCE L’AZIENDA SPECIALE FUORILEGGE: L’HANNO CHIAMATA “COSTRUIRE INSIEME” MA HANNO FATTO TUTTO DA SOLI
Il Consiglio Comunale di Alessandria ha votato la costituzione della nuova azienda speciale “Costruire Insieme” e lo scioglimento di Aspal, a cui seguirà il trasferimento di personale di ruolo del Comune e di Aspal alla nuova azienda.
Tutto questo è stato fatto per continuare ad offrire i servizi di asili nido (dodici) e scuole materne (nove)? No, questa è la scusa ufficiale.
Il personale di ruolo del Comune era in grado di garantire la gestione delle scuole materne e della maggior parte dei nidi. Il problema sorgeva per le gestione di 4 o 5 nidi a causa della scadenza dei contratti a tempo determinato di una settantina di lavoratori. La migliore soluzione (e probabilmente l’unica legale) era l’affidamento esterno con una gara ad evidenza pubblica per la gestione di 5 asili nido. Questo emerge osservando le scelte fatte da molti altri comuni in Italia (ad esempio Torino) ed era già ben chiaro ad Alessandria, stando al verbale della riunione dei Comitati di Gestione dei nidi e delle materne del 16 maggio 2012 quando i dirigenti del Comune di Alessandria Legnazzi, Bocchio e Cattaneo la ritenevano “l’unica soluzione possibile“. Quindi quale era la soluzione migliore?
La scelta più semplice e più logica per offrire il servizio e studiare altre soluzioni sarebbe stata evidentemente quella di mantenere la gestione diretta del Comune per le scuole d’infanzia e parte degli asili nidi con il personale di ruolo, prevedendo contestualmente l’affidamento esterno per un anno della gestione degli asili nido che non si poteva gestire direttamente. Nel corso di quest’anno si sarebbero potuto tranquillamente studiare tutte le possibili soluzioni, sempre nell’ottica prioritaria della qualità e dell’economicità dei servizi, e non del collocamento di personale. Magari si sarebbe potuto verificare il trasferimento delle scuole materne allo Stato, alleggerendo il Comune dei costi di gestione ma garantendo allo stesso tempo qualità dei servizi e la posizione del personale di ruolo. Questa la soluzione migliore, più economica, più semplice.
Perchè non si è fatto?
Beh, a pensare male si fa peccato. Ma magari ci si azzecca.
Sembrerebbe infatti che l’intenzione sia stata quella di eludere la legge per poter creare le condizioni per l’assunzione dei settanta lavoratori cui era scaduto il contratto e mantenere così fede agli accordi elettorali ripagandoli del sostegno ricevuto. Se nelle posizioni d’aula ciò emerge raramente è sufficiente leggere i giornali locali per trovare come tutti siano consapevoli dei veri motivi di questa operazione. Pure sulle pagine locali di un quotidiano nazionale autorevole e non ostile (per usare un eufemismo) all’amministrazione si può leggere nella cronaca del Consiglio Comunale – cito a memoria –  che ”Rita Rosa spiega l’inevitabilità della soluzione azienda speciale, unico modo per aggirare il diktat della spending review che imporrebbe il taglio del personale“. Mentre su un altro notiziario online l’Assessore al personale Falleti non ha problemi ad ammettere come ”sul fronte dei circa 70 precari degli asili, stiamo facendo il massimo. Il che significa, in mancanza dei tempi tecnici per espletare concorsi, attingere alle vecchie graduatorie, con contratti a tempo determinato“. 
Quindi sembra proprio che l’azienda speciale sia stata costituita per pagare una “marchetta elettorale” verso quei settanta lavoratori.
Ma non è finita. Sono in molti dentro Palazzo Rosso che giurerebbero che questa sia stata un’operazione prevalentemente orientata a “liberarsi” del peso di un po’ di personale di ruolo al fine di presentare agli organi di controllo un bilancio alleggerito nelle voci delle spese di personale che, prossimamente, potrebbero alleggerirsi con altri trasferimenti forzati. Magari l’anticamera per qualcosa di peggio.
Ma no, non ci credo!
Questa “gestione creativa” non appartiene alla cultura dei nuovi amministratori! Allora perchè ci sono così tanti dubbi sull’operato di questa maggioranza rossa sulla “questione azienda speciale”?
I dubbi ci sono in virtù del percorso decisionale scelto dalla squadra di Rita Rossa e soci:
1) ha scelto la strada più tortuosa e meno economica per offrire i servizi all’infanzia, quella di costituire un’azienda speciale anzichè fare un affidamento esterno;
2) ha scelto di non coinvolgere il Consiglio Comunale nè il Consiglio della Famiglia nè nessuna’altra associazione nella definizione della scelta;
3) ha scelto di ignorare che tale scelta presenta evidenti profili di illegittimità ai sensi del D.Lgs. 149/2011 e del DL 95/2012;
4) ha adottato la delibera definitiva il 1° agosto e reso disponibile i documenti nell’area internet riservata ai consiglieri comunali 48 ore dopo (il 3 agosto, venerdì pomeriggio), negli uffici comunali addirittura 96 ore dopo (il lunedì mattina, dopo averli cercati in sei uffici diversi insieme ai colleghi del M5S);
5) ha reso disponibile la delibera di Giunta del 1° agosto ed i suoi allegati solo online il pomeriggio del 3 agosto in una versione che, nel formato digitale, risultano modificati ancora nella mattina del 3 agosto (se ciò fosse confermato saremmo di fronte a delle modifiche successive alla deliberazione della Giunta e, quindi, ad un falso in atto pubblico);
6) ha convocato il Consiglio Comunale per approvare la proposta di deliberazione della Giunta venerdì 3 agosto alle ore 13,45 (ad uffici comunali chiusi) per il 9 agosto successivo, limitando al massimo le opportunità di accesso agli atti da parte dei consiglieri;
7) ha convocato l’unica Commissione Consiliare Congiunta Bilancio-Cultura lunedì 6 agosto alle 11,40 per l’8 agosto, evitando l’esame dello Statuto in Commissione Affari Istituzionali;
8 ) ha impedito la discussione in Commissione Consiliare impedendo ai commissari di fare tutti gli interventi necessari ai sensi dell’art.125 del Regolamento del Consiglio Comunale;
9) ha fatto esprimere illegittimamente un parere alla Commissione Congiunta non avvisando i commissari nella convocazione della stessa che in quella seduta sarebbe stata richiesta l’espressione del parere (che, dunque, non è valido);
10) ha impedito l’illustrazione e la discussione durante il Consiglio Comunale degli emendamenti più importanti dichiarandoli non ammissibili per un parere tecnico non favorevole, parere che invece dovrebbe essere solo orientativo per le scelte del Consiglio Comunale e non preclusivo visto che il Consiglio Comunale, eletto democraticamente, è sovrano.
Il 9 agosto l’aria in Consiglio Comunale era pesante. L’elusione quando non l’ostracismo ad ogni confronto, l’arroganza degli atteggiamenti che talvolta è sfociata in maleducazione, i dubbi di legittimità, tutto questo insieme lascia forti perplessità. Io per aver presentato “troppi” emendamenti sono pure stato insultato a più riprese durante l’illustrazione, in particolare da un nuovo collega consigliere comunale (che mi hanno riferito chiamarsi Roberto Massaro) con frasi degne di uno scaricatore di porto. La cosa mi ha addolorato profondamente. Ogni Consigliere Comunale è tale perchè ha ricevuto democraticamente un mandato e, per ciò stesso, deve essere rispettato, quanto meno durante l’espletamento delle sue funzioni.
Mi auguro, come ho detto in Consiglio Comunale, che questa vicenda sia un unicum e che la volontà di confronto e di trasparenza sempre dichiarata dalla nuova amministrazione possa essere confermata con i fatti nei prossimi mesi. In questa occasione purtroppo è mancata (ed ho apprezzato che sul mancato confronto l’assessore Puleio si sia scusato con il Consiglio Comunale). Mi auguro che, dopo la breve pausa estiva, il lavoro possa riprendere su altri presupposti. Per il bene di Alessandria.

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