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ALESSANDRIA: UNA CITTÀ MORTA SEMPRE PIÙ ALLEGRA E SPENSIERATA

Alessandria è una città morta in uno Stato che sta morendo. Un’ulteriore conferma, di cui peraltro non avevamo assolutamente bisogno, ci viene dalle dichiarazioni dell’associazione degli autotrasportatori e dalla loro denuncia di una riduzione del 25% del traffico pesante. È un dato terrificante, diagnosi di un male che non perdona, che va ben al di là della denuncia delle difficoltà economiche di una determinata categoria (gli autotrasportatori), come fatto dai dirigenti della stessa, ma è palese indice di un’economia che si sta fermando. Il trasporto pesante per una nazione è come il sangue per un essere vivente, che distribuisce ossigeno ed alimenti all’intero corpo. Una sua progressiva riduzione, se non arrestata agendo sui suoi momenti causali più profondi, porta inevitabilmente alla morte. A dimostrazione che le cose vanno assai male contribuiscono pure alcuni articoli apparsi sulla stampa nazionale a grande diffusione che paiono essere ripresi alla lettera dai giornali del nord Italia del 1945, scritti con lo stesso ottimismo becero di chi, negando l’evidenza, ancora si illudeva di vincere la guerra e che le sempre più crescenti ed insopportabili difficoltà della popolazione si potessero superare  con simpatiche iniziative applicate in allegria. Ad esempio, poiché non si trovavano più calze da donna, fu messa in vendita, con grande pubblicità, una confezione di due bottigliette con annesso pennello. Con la prima, dopo accurata rasatura, ci si dipingeva sulle gambe il colore delle calze. Con la seconda si disegnava la cucitura (la riga) più scura sul retro della gamba. Con rozza psicologia sulla scatola della confezione si spiegavano i grandissimi vantaggi delle calze dipinte che, non solo costavano poco ed erano alla portata di tutti, ma non si smagliavano e non si bucavano a differenza di quelle introvabili in seta  artificiale. È lo stesso tipo di visione del mondo da cuor contento che ha cercato di convincere gli alessandrini della necessità, visti i tempi nefandi, di fare della città un’allegra località ridondante di colori. E lo ha fatto usando il pennello e la vernice nel senso letterale del termine. Nel prosieguo del tempo di questa allegra cultura, proponiamo di distribuire ombretto e fondotinta ai dipendenti del Comune e delle municipalizzate sempre più pallidi di rabbia ed esangui essendo da tempo non pagati. In attesa  di ridare agli alessandrini adeguato colore, un assessore dell’attuale giunta, che si suppone attento lettore di giornali di epoca passata, ha riscoperto gli “orti di guerra” e l’economia di autosussistenza tramite l’autoproduzione. E anche lui ha usato la dovuta allegria ed entusiasmo facendo di necessità virtù invitando “all’autocoltivazione nelle aree rurali non solo per mangiare ma anche per il benessere di corpo mente e spirito”. In attesa venga rilanciata ad Alessandria anche l’eroica battaglia del grano, coltivando a cereali i giardini pubblici e le piazze, speriamo solo non si inviti ad aumentare il consumo di proteine a spese del nostro amato gatto. In ogni caso, chi volesse visitare gli orti di guerra, sempre in nome del passato che torna, può andarci con gli autarchici bus alessandrini naturalmente a metano come all’epoca delle sanzioni, gas nazionale ricavabile anche dal letame sempre più abbondante e disponibile nel nostro paese. Tra i dati positivi italiani, i  giornali hanno pure spiegato i grandissimi vantaggi dell’aumento del costo della benzina. Più aumenta meno si va in macchina! I poveri, naturalmente, poichè i ricchi con i Suv che fanno meno di 4 km con un litro se ne fregano. E poi anche i poveri non sono più quelli di una volta se pretendono anche loro di andare in automobile! Se vanno in macchina che poveri sono? È giusto che vadano a piedi. Inoltre usare la bicicletta fa bene alla salute, come del resto coltivare l’orto, specie per un popolo “molle e panciafichista come l’italiano” (la frase non è nostra ma di Benito Mussolini). Andando a piedi si incrementerà l’uso delle scarpe e si darà lavoro ai calzolai. Ma in caso di necessità si può sempre risparmiare ulteriormente. Personalmente ci auguriamo di essere investiti al più presto da un treno e di rimetterci una gamba. Così con grande gioia e allegria risparmieremo il 50% sulle scarpe.

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