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DA PIERCARLO BINA – CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE – ALESSANDRIA

NON ESISTONO ESUBERI NEGLI ENTI LOCALI
Dallo spacchettamento dei ministeri all’abolizione e successivo accorpamento delle province c’è stato un susseguirsi di operazioni volte a demolire il pubblico impiego.
I dipendenti pubblici sono entrati nel mirino delle finanziarie, da Berlusconi a Monti, che hanno avviato lo smantellamento , prendendo in giro i precari, un memorandum che priva i lavoratori delle rappresentanze sociali e che nega, addirittura distrugge, il potere contrattuale.
Da questo disegno le prime a essere messe sull’altare sacrificale sono senza alcun ombra di dubbio le province, ma la manovra di decapitazione di questo governo è soltanto all’inizio e non si fermerà qui. Lamentiamo anzitutto l’avvio di un percorso oscuro e il fronte di un allarmismo dovuto al relativo congelamento delle deleghe e a un eventuale esubero di personale. Chiediamo come sindacato di doverci confrontare con questa situazione insostenibile. Sono gli esuberi, infatti, la posta in gioco tra sindacato e governo. Da tempo l’esecutivo guidato da Monti, in particolare riferito al Ministro Foriero, vorrebbero innescare nel  pubblico impiego una vera e propria rivoluzione, rendendo di fatto meno difficile il licenziamento dei dipendenti.
Dobbiamo essere consapevoli del fatto che quando parti sociali e amministrazioni si siederanno al tavolo per discutere su tagli ed esuberi del personale ci troveremo alla fine del percorso.
Per questa ragione non vogliamo sentire parlare di esuberi, ma chiediamo che si proceda al preliminare censimento delle attività svolte dalle strutture degli enti con i rispettivi carichi di lavoro che dovranno essere comprese nella struttura funzionale organizzativa presente.
Chiediamo inoltre che il personale che dovrà essere assorbito da altro ente per espletare le relative deleghe in uscita dovrà avere la certezza della definizione di una pianta organica già definita a priori per non trovarci poi successivamente a discutere di altro potenziale in soprannumero. Ribadiamo anche con forza che la decisione di lasciare a casa decine di precari impiegati nei servizi ai cittadini sia di una gravità assoluta e svela la reale priorità di un’amministrazione sempre più lontana dai diritti dei lavoratori e dai bisogni della cittadinanza.
Con questo siamo disponibili ad appoggiare ogni istanza di lotta che lavoratori e lavoratrici vorranno mettere in atto per salvaguardare la qualità del servizio pubblico.

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