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ALESSANDRIA: LA PERSECUZIONE CONTRO I DEBOLI E GLI INDIFESI

Lui ha bisogno di aiuto, non di essere messo da parteÈ IN ATTO UNA DERIVA POPULISTA E DEMAGOGICA CHE PERSEGUITA GLI ULTIMI ANZICHÉ AIUTARLI

In questo triste Natale alessandrino, privo di gioia e di calore, mentre centinaia di dipendenti pubblici sono sull’orlo del licenziamento per sanare un debito gigantesco, conseguenza di bilanci derubati a morte da decenni di ladrocini di ogni genere, la sindachessa e la di lei Giunta non hanno trovato di meglio che bandire una spietata crociata contro la prostituzione e l’accattonaggio. Sono queste le non certo invidiabili attività per cercare di sopravvivere della schiuma della Terra, i disperati, gli sconfitti dalla vita, gli emarginati dalla società, ossia la parte più debole, indifesa e senza più speranza e futuro della popolazione del mondo. Il perseguirli in modo sistematico è un agire vile, con la crudeltà di pecore feroci, dominate da personali ancestrali paure, che offende ed umilia le storiche tradizioni di tolleranza e di civiltà, tipiche di Alessandria. Primo passo su questa strada d’altri tempi è un novello regolamento dei vigili urbani che pare redatto tra le brume del medioevo, deforme frutto di una palese ignoranza legislativa associata a patologici deliri di grandezza, propri delle nullità salite al potere, nemmeno in grado di capire la portata e le conseguenze del proprio agire. Se non ci fosse da vergognarsi, e non costasse ulteriori sprechi, ci sarebbe solo da ridere. Come ha ufficialmente dichiarato il Sindaco, chi “dovrebbe sconfiggere il racket della prostituzione internazionale”(sic!) sono i vigili urbani di Alessandria, magari rafforzati da una quarantina di nuovi arruolati, come si è affrettato a richiedere il loro comandante interinale. Con tutta la stima che si può avere per la loro capacità professionale diviene assai difficile credere che possano riuscire ove sono fallite le polizie di tutto il mondo. Travolti da una crisi di eccessiva autostima e narcisismo non ci si è nemmeno resi conto con chi si avrebbe a che fare e contro chi si dovrebbe combattere. Il racket internazionale della prostituzione è un’attività mafiosa di enorme portata e di spietata efficienza, con bilanci di miliardi di dollari ed appoggi per il riciclaggio degli stessi ben oltre le più pensabili complicità. Casualmente lo abbiamo potuto verificare di persona mentre eravamo a Managua, capitale del Nicaragua, ed i Sandinisti vittoriosi occuparono il grattacielo bianco dell’italico Banco Ambrosiano e trovarono  prove dei traffici di donne, droga ed armi che mostrarono ai giornalisti di tutto il mondo. L’inesauribile serbatoio internazionale della prostituzione è sempre stato rifornito dalle fasce più povere della popolazione del pianeta, nonché dai paesi dissestati dalla guerra (come quella dei  Balcani voluta e finanziata anche dall’Italia), governati da regimi di rapina (nostri alleati come in Sudamerica), dissanguati da vecchie e nuove forme di colonialismo (come in Africa e in Medio Oriente). Quella dei benpensanti che tanto si scandalizzano è una ipocrisia da sepolcro imbiancato, dimentica delle loro palesi responsabilità derivate dall’appoggiare, incrementare e sostenere, anche militarmente, ogni forma di ingiustizia e diseguaglianza presente sul Pianeta al solo ed unico motivo di trarne un profitto economico. Né basta per ripulirsi la coscienza dare la caccia, in nome di una moralità piccolo borghese, ai disperati per le vie cittadine. Non è un caso che la Comunità di San Benedetto al porto, questa sì valida ed autenticamente cristiana, non abbia voluto rendersi complice e si sia opposta a questa crociata della Giunta del Comune di Alessandria.Alla Comunità di don Gallo, che da sempre svolge un’insostituibile ed encomiabile attività di aiuto e di reinserimento, senza demonizzare e perseguitare nessuno, va tutta la nostra stima e solidarietà. Il Comune di Alessandria dovrebbe trarre insegnamento dalla Comunità di San Benedetto al porto anziché abbandonarsi a derive populiste.

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