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FILIPPI NON CAMBIA IDEA, LO STRAPPO DAL PD SEMBRA DEFINITIVO

Paolo FilippiAlessandria – “Dopo l’amarezza per la decisione del presidente è l’ora della riflessione e mi sento di dire a Filippi di ripensarci”. L’invito fatto al presidente della Provincia di Alessandria che, in un’intervista concessa in esclusiva a Il Nordovest, aveva confermato la sua intenzione di lasciare il Pd, colpevole, secondo lui, di avere avallato la politica del governo Monti a danno degli enti locali e soprattutto delle province, è rivolto da Federico Fornaro nella veste di vicesegretario regionale del Pd. “Proprio in questo momento – aggiunge Fornaro – quando la vittoria elettorale per il Pd sembra essere a portata di mano, bisogna tener duro in attesa di un nuovo governo nazionale a guida democratica che possa rimediare agli errori commessi nei confronti agli enti locali dal precedente governo tecnico. Noi – conclude Fornaro parlando a nome di tutto il partito democratico – confidiamo in un ripensamento di Filippi anche se comprendiamo la sua delusione”. Di parere diverso un altro personaggio molto noto in città che, come Filippi, non ha rinnovato la tessera del Pd, Mara Scagni, già sindaco di Alessandria dal 2002 al 2007, iscritta al Pd fino al 2012 quando, proprio nel corso dell’ultima seduta di consiglio comunale, ha dichiarato di lasciare il partito: “Penso che il presidente Filippi avesse in mente da tempo di dare le dimissioni dal Pd – dice Mara Scagni – e le recenti incomprensioni hanno fatto precipitare gli eventi. Conoscendolo bene – conclude Scagni – non credo che Paolo torni sui suoi passi. È un tipo che mantiene le promesse, non l’ho mai visto ripensare alle sue decisioni quando sono prese in senso definitivo come sembra sia stavolta”. A contribuire sulla scelta del presidente potrebbe essere stata la netta vittoria dei bersaniani alle ultime primarie del Pd, nonostante che i renziani avessero vinto nettamente in città al primo turno. Questo fatto per il presidente della Provincia di Alessandria, cattolico, ex democristiano, comunque più vicino alle posizioni di Renzi, Ichino e Morando, che non a quelle di Bersani, Lovelli e Damiano, non sembrano deporre a favore delle speranze riposte in lui da Fornaro. “Sulle dimissioni di Filippi dal Pd vi è più di un’interpretazione possibile – commenta l’ex sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio, Pdl -, determinante potrebbe essere stata la chiusura d’una naturale carriera parlamentare dai molti mestieranti che occupano i gangli di gestione del PD in sede locale e non solo; o ancora la delusione per l’investimento fatto verso il neo sindaco di Alessandria, con risultati largamente sotto le aspettative”. Ma il giudizio di Fabbio si sposta sul versante più squisitamente politico: “La valutazione politica di Filippi – dice Fabbio – potrebbe nascere dalla diffidenza nei confronti di un contenitore, il Pd, che oggi c’è, ma domani potrebbe essere superato da un altro ordinamento di partiti; o ancora dallo scetticismo verso la politica e l’amministrazione pubblica di oggi”. Per Fabbio le dimissioni di Filippi rappresentano un Ko per il Pd alessandrino: “È certo che il PD – dice l’ex sindaco di Alessandria – perde d’un colpo una sua importante pedina nello scacchiere politico alessandrino cui potrà ancora chiedere vicinanza, ma non appartenenza, né, tantomeno, ubbidienza”.

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