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LA RIVOLUZIONE IN DOPPIO PETTO E CRAVATTA DI MONTI

In base ad una recente inchiesta solo il 5% degli italiani ha fiducia nel Parlamento. C’è pertanto da chiedersi fino a che punto siamo ancora una repubblica parlamentare. E c’è di peggio. In Lombardia, la più avanzata, ricca e progredita regione italiana, ben 65 degli eletti al Consiglio Regionale sono sotto inchiesta per reati infamanti quanto miserabili. E di qui, una seconda domanda: l’Italia fa ancora  parte dei civili stati europei o è divenuta una cleptocrazia, ossia un governatorato di ladri? È probabile che parte dei responsabili di questa deriva verso il buio della barbarie non siano rieletti alla prossima votazione. E ciò per loro fortuna storica perché solo ai tempi in cui nacque mio padre avrebbero fatto la fine dei Romanof in Russia e dei Capeto in Francia. È impressionante la similitudine di questi personaggi storici con la casta di potere italiana. In loro lo stesso agire contro il più elementare buonsenso e paradossalmente contro il loro stesso interesse ed il loro perdurare nel tempo. In loro troviamo la stessa sottovalutazione delle possibilità di reazione dei sottomessi, la stessa fiducia nella menzogna sistematica e nella corruzione delle opposizioni e degli strumenti di controllo come mezzo per esorcizzare ogni rivolta. Quello di Monti, oltre che una riesumazione della DC che gli fa perdere voti, specie dei giovani e della laica borghesia illuminata, è il tentativo di una insolita rivoluzione in doppio petto e cravatta ma, come tutte le rivoluzioni, non può non lasciare dietro di sé una scia di ghigliottinati politici e di sconfitti che non accetteranno certo senza reagire la cacciata dal Giardino delle delizie del potere politico. Per Monti sarà più facile vincere le elezioni che vincere la vittoria. È probabile che la seconda repubblica si frammenti in una ventina di partiti politici, rottami di un naufragio che renderanno difficilmente gestibile il governo aprendo imprevedibili e pericolose prospettive. L’unica azione veramente democratica avvenuta nei vent’anni del governo di Berlusconi è stata la diffusione a livello di massa del pressapochismo e della corruzione assurta, come mai prima, a tutti i livelli di potere, anche i più infimi. Si stima che circa un milione di persone, in un modo o in un altro, viva di politica, ossia uno ogni sessanta residenti. Un rapporto assai simile a quello dei nobili e del clero parassitario rispetto al resto della popolazione ai tempi della Rivoluzione Francese. Nessuno stato, nessun regime, né di sinistra, né di centro, né di destra, può reggere a lungo ad un simile salasso. I corrotti sono oggi solo più prudenti e più circospetti rispetto al passato. Le prove? Sono i perduranti concorsi per la costruzione di opere pubbliche con ribassi del 40%. Ribassi impossibili se prima, in combutta con il committente, non si sono gonfiati i dati. E poi a vincere sono sempre inesorabilmente gli stessi che vincevano nei decenni passati. Ed ogni Regione ha il suo intoccabile ras locale che controlla ogni cosa. E questo quando va bene ed a farlo non è la mafia. Guardate poi la storia degli automezzi dell’Amiu ad Alessandria: prima li hanno comperati, poi li hanno venduti, indi li hanno affittati facendo circolare il denaro per ben tre volte. Poiché noi siamo cattivi, malvagi, invidiosi e quindi abbiamo fantasie infami, riteniamo nei nostri deliri che questo possa essere stato un modo per moltiplicare per tre il maltolto. Senza poi parlare del ponte Cittadella abbattuto illegalmente con le forze dell’ordine a proteggere l’operazione e per di più senza nemmeno avere i soldi per costruirne uno nuovo. È più probabile che chi scrive possa diventare Miss Italia che operazioni del genere siano del tutto pulite.

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