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BREVE LEZIONE DI MALGOVERNO, OVVERO: ANCHE NEL MALE OCCORRE INTELLIGENZA

Come dovrebbe essere il parcheggio sotterraneo di Piazza Matteotti ad AlessandriaAnche nel male bisogna rinnovarsi ed agire con intelligenza se si vuole violare le leggi e godersi in serenità il maltolto. All’opposto, il ripetere nel tempo sempre le stesse malefatte costituisce il metodo più sicuro per finire in galera. Spiegato a chi  ignora queste cose, la storia insegna che si può vendere una volta ad un ricco ingenuo il Duomo di Milano, ma non si può farlo tutti i giorni in modo sistematico. Saggia lezione di vita, collaudata da secolare esperienza, che gli amorevoli padri mandrogni insegnavano fin dai tempi dell’allattamento ai loro pargoletti assieme al modo di truccare un cavallo rubato fino al punto di renderlo irriconoscibile al suo stesso  padrone, e come far diventare arzillo e vivace per il tempo di venderlo anche il più bolso dei ronzini. Ugualmente si insegnava che per vivere tranquilli i bidoni andavano tirati il più lontano possibile da casa. Ciò che colpisce ed intristisce nell’Alessandria di oggi, un tempo onorata e rispettata città di mandrogni, la cui fantasiosa abilità nel male era nota e tramandata con timorosa ammirazione  al di qua ed al di là delle Alpi, e persino nei Balcani, è l’assoluta decadenza di settore. Da tempo noi alessandrini non siamo più nulla! Nessuna grandezza, neanche nel male! Che vergogna! Dissipata in pochi decenni una meritata fama di secoli. Oggi siamo solo capaci a rubacchiare nel bilancio degli enti pubblici riproducendo all’infinito polverose e consunte malefatte. Sono solo un nostalgico ricordo del passato i famosi editti di Maria Teresa d’Austria che punivano con l’arresto chiunque trafficasse cavalli con i mandrogni perchè erano sicuramente rubati. Ugualmente la nostra  meschina Fiera di San Giorgio non è più un famoso e ricercato centro di ricettazione atteso con ansia per tutto l’anno. Esiste in merito più di un editto della Repubblica Veneta che denuncia, con parole di fuoco, che pirati dalmati venissero a vendervi i loro bottini risalendo il Po ed il Tanaro con la complicità delle autorità locali. Non parliamo poi del contrabbando, attività congenita del mandrogno e del novesato, che allora confinavano con ben quattro diverse nazioni corrispondenti alle attuali regioni di Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia. Ogni tanto capitava che le cose andassero male per qualcuno. All’Archivio storico è conservato l’elenco degli impiccati, poiché all’interessato, o alla sua famiglia, venivano addebitate nove lire e mezzo per l’allestimento del patibolo e per il salario del boia e del suo aiutante. Così gli incapaci, che si facevano prendere, non all’altezza della situazione, venivano tolti di mezzo da una specie di selezione naturale a differenza di quanto avviene oggi in cui i citrulli disonesti continuano ad  agire impuniti, magari facendo l’assessore. Con gloriosi precedenti di questo genere le onorate vestigia dei nostri antenati si rivolteranno indignati nella fossa vista la mancanza di fantasia, anche nel male, che sta  caratterizzando la ripetuta e maleodorante vicenda dei parcheggi sotterranei alessandrini. Dopo avere fatto lo stesso autentico bidone in piazza della Libertà ed in seguito averlo ripetuto in piazza Garibaldi, ora lo si ripropone per la terza volta (e mettiamo in evidenza l’essere la terza volta) in modo del tutto identico alle altre due in piazza Matteotti, ex Genova. Ecco in cosa consiste questo consunto ladrocinio. Senza avere mimimamente né i soldi né l’intenzione di farlo realmente, si da l’incarico di progettare un parcheggio sotto una pubblica piazza. Il progettista ha diritto per legge, come compenso per il suo lavoro al 12% del costo complessivo del parcheggio stesso. Inoltre, poiché è ben conscio che l’opera non sarà mai realizzata, non deve perdere neanche troppo tempo per la stesura del progetto. Proprio nella spartizione del 12% sta il maltolto. Del resto la truffa del progetto da non realizzarsi era già stata utilizzata in Alessandria anche in altri settori. Vedi ad esempio la storiella truffaldina del costruendo aereoporto di Villa del Foro il cui affrettato progetto, steso in poco più di un pomeriggio, aveva le piste che passavano nel cortile delle villette dei residenti. Anche la giunta Fabbio si era esibita a riguardo con un sontuoso  ipertecnologico sovrappasso tra la stazione ed i Giardini Pubblici, l’unico e solo al mondo munito di ascensori per giustificarne un costo del tutto dissennato. Esistono poi altri esempi similari che sarebbe troppo lungo elencare. Ciò è stato possibile per la storica complicità delle opposizioni che ad Alessandria tacciono sperando di fare la stessa cosa nel caso di riuscire ad alternarsi al governo della città .Cosa del resto già avvenuta. Con la tragica situazione economica dell’Alessandria di oggi, un’operazione come quella del posteggio di piazza Matteotti più che disonesta è suicida ed indice di una pericolosa mancanza di intelligenza e buonsenso politico, seppure nel male. Speriamo che ci ripensino fino a che si è in tempo e non venga firmato il solito contratto capestro con una delle solite ditte complici in questo genere di attività truffaldine, ma condotte con apparente, ineccepibile legalità.

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