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VOGLIAMO LA VERITÀ. BASTA CON L’OTTIMISMO DELL’IMBECILLE

Il plastico del grattacielo della Regione Piemonte a TorinoA Torino oltre 40.000 persone, pari alla popolazione di città come Acqui, Valenza e Gavi unite assieme, vanno ogni giorno a mangiare alla Caritas. Ed il loro numero cresce ogni giorno che passa. Altre decine di migliaia dormono in macchina o in occasionali sistemazioni di fortuna, come ai tempi dei bombardamenti, non potendo più pagare l’affitto. Contemporaneamente 35.000 alloggi sono vuoti per mancanza di domanda mentre l’edilizia è ferma da tempo ed il Comune ben poco può fare contro questa frana sociale avendo un debito di oltre 3.500 euro per abitante, pari al doppio di quello della fallita Alessandria. In altre zone del Piemonte le condizioni economiche sono similari anche se apparentemente meno appariscenti poiché in crisi c’erano già da tempo, mentre le popolazioni locali, in parte ancora legate alla produzione agricola, tirano avanti mangiandosi le riserve. In gran parte della regione stanno diventando sempre più precarie le possibilità degli enti pubblici e delle municipalizzate di pagare gli stipendi ai propri dipendenti poiché il reddito è piombato all’indietro di 30 anni, con tutte le restrizioni del caso. I vari pifferai elettorali ed i venditori di sogni in cambio di voti, che si esibiscono sul palco di queste nostre elezioni, che ben poco hanno a che fare con quelle di un paese civile, possono dire tutto quello che vogliono continuando a ripetere, fino alla nausea, l’invito a vedere “il bicchiere sempre mezzo pieno” mentre in verità è sì mezzo pieno, ma di intrugli tanto ripugnanti e maleodoranti quanto venefici. Una sola cosa è certa: i tempi passati della facile dissipazione non torneranno mai più. Il Piemonte, prima regione industriale d’Italia che per quasi un secolo ha lavorato FIAT, pensato FIAT, vissuto FIAT, non esiste più, travolto dal naufragio della monocultura dell’auto in Italia ormai ridotta a rugginosi ricordi del passato. A Torino, l’unica cosa che ancora svetta verso il cielo, è l’inutile ipercostoso palazzo della Regione che una risibile vanagloria ha voluto più alto della Mole Antonelliana, rilucente monumento all’infamia ed alla voracità di una casta politica che ha portato l’intera regione alla rovina. Una casta politica sfaccettata, ma nel suo insieme assai simile, che, per un ventennio ha saputo solo mentire ed ingannare ottundendo le coscienze con mielate parole celanti al loro interno il veleno di un irrazionale oblio collettivo. Dopo 20 anni passati tra sogni da fumatore d’oppio, il risveglio è stato durissimo, ma nonostante tutto ancora nulla rispetto a ciò che avverrà nei prossimi anni. È certo, anche se non lo si dice, che continueranno i licenziamenti a pioggia già oggi presenti in tutti i settori economici, mentre i salari saranno sempre più erosi da un’inflazione strisciante e le tasse continueranno ad essere le più alte del mondo superando il 50% delle nostre entrate. Ugualmente il costo dell’energia, e quindi dei carburanti, dei trasporti e della produzione industriale, anche essi i più alti del pianeta, renderanno sempre meno competitive le nostre merci nullificando in parte i vantaggi dati dai nostri bassi salari. Nello stesso tempo, come già oggi avviene, le banche taglieranno ulteriormente il credito per motivi prudenziali nella certezza che il denaro prestato non sarà più restituito, come già avviene nel Meridione d’Italia in cui i tassi d’interesse sono oggi elevatissimi. A farne le spese, in questo nostro paese governato da menzognere pecore feroci, come sempre, saranno le classi e le categorie sociali più deboli, in particolare chi è già povero, le donne, gli anziani, sempre più cacciati dal lavoro come limoni spremuti, mentre i giovani, con crescente difficoltà, troveranno occupazione. La sola ed unica cosa che può darci un aiuto contro i mercanti di menzogna che ci hanno venduto il male e l’ottimismo dell’imbecille è il sapere la verità, per amara che sia, onde poter conoscere come è la realtà e agire razionalmente di conseguenza per tentare di risalire la china evitando di continuare ad essere travolti dall’efficiente macchina dell’inganno, l’unica che, nei tempi di crisi, non solo funziona benissimo, ma aumenta i propri giri.

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