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AGGRESSIONE AL CISSACA: LA VERSIONE DI UNA DELLE VITTIME

Egr. Direttore,
in merito alla notizia apparsa sul Suo giornale di venerdì 5 luglio, nella rubrica cronaca nera, dal titolo “Minaccia addetti del Cissaca col coltello: arrestato”, nel rilevare quanto sia stata deformata la realtà, sento il dovere di precisare  l’accaduto illustrando i fatti,  perché io c’ero!
Ho timbrato il mio cartellino alle 7,13 e stavo guardando la posta quando, alle ore 7,35, ho sentito urla provenienti dal corridoio. Esco dal mio ufficio e intravedo la nostra Ragioniera che, col viso sfigurato dal terrore e con gli abiti strappati si sta rialzando da terra. L’aggressore, che aveva già puntato il coltello da macellaio al collo della ragazza, vedendomi, abbandona la giovane e mi viene incontro lasciando chiudere la porta d’ingresso alle sue spalle.
Non ho visto subito che il Krimi avesse un coltello e mi sono avvicinata chiedendo cosa stesse succedendo. Alla vista dell’arma mi sono sentita persa. L’aggressore mi avvinghia il braccio sinistro (ho un bel livido multicolor) e con la destra impugna l’arma trascinandomi all’indietro nell’ufficio colloqui. Si gira per chiudere la porta e a quel punto l’istinto di conservazione ha avuto il sopravvento. Con uno strattone mi divincolo, corro come  una lepre verso la via di fuga, ossia una porta di collegamento tra due uffici, facendo lo slalom tra le scrivanie e fuggo in strada.
Preciso che Il Sig. Krimi non è venuto a colloquio con nessuno e nessun dialogo c’è stato, anche perché di fronte ad un coltello con la lama di 30 cm. l’unica cosa da fare è scappare, altro che dialogo,  ed è quanto ho fatto. 
Scrivere quindi che il Krimi è passato all’atto a seguito di un “inutile colloquio” finalizzato alla richiesta di lavoro e assistenza per sé e per la sua famiglia, che avrebbe perciò reagito a seguito di un atto ingiusto, un diniego o un’omissione è assolutamente falso e fuorviante.
 Il Sig. Krimi ha aggredito e basta.  
Gli uffici erano ancora chiusi perché aprono alle 8,30, non c’è stato quindi  nessun fuggi fuggi generale, né di cittadini, nè di impiegati perché nel Cissaca, insieme al Krimi, purtroppo, a quell’ora  c’ero solo io e per fortuna lo posso raccontare. 
Giunta in strada dopo aver mollato l’aggressore nella nostra sede ho chiamato il 112. Gli Agenti sono arrivati dopo pochi minuti. Nel frattempo il Krimi ha dato libero sfogo alle sue ire danneggiando PC e arredi di un ufficio. Quando è giunta la volante ho aperto agli Agenti con il cartellino della Ragioniera che, devastata dalla paura, tremava  sul marciapiede.
Pochi minuti dopo gli Agenti lo arrestavano e oggi è già libero in attesa di processo.
Questi i fatti e adesso alcune brevi considerazioni cui, spero, potranno seguire le opportune riflessioni da parte delle Istituzioni coinvolte.
L’episodio è stato riferito all’opinione pubblica come uno dei tanti gesti disperati di persone in difficoltà.
Io non credo però che l’approccio buonista e giustificazionista della stampa e di chi a questa ha fornito le informazioni sui fatti, giovi alla comprensione del problema e tanto meno alla sua soluzione. In ogni caso, qualora tale cultura diventi prevalente, deve valere solo se le persone coinvolte sono poveri veri o presunti e dipendenti pubblici fannulloni e garantiti?
Oppure dovrebbe applicarsi sempre, anche di fronte ad altre disperazioni non solo legate a problemi economici ma derivanti da problematiche esistenziali e relazionali?   Pensiamo alla violenza sulle donne da parte di uomini che si definiscono “disperatamente feriti” o al maltrattamento a danno di minori da parte di genitori fragili e incapaci, e a loro volta “ tragicamente disperati”?.
Parliamone.
Inoltre, è fuorviante credere che i Servizi socio-assistenziali siano deputati a dare occupazione a chi non ce l’ha. Il Cissaca non ha competenza in materia di lavoro ed è chiamato a fornire aiuti economici e altri numerosi interventi  a chi “non ha capacità di lavoro e di guadagno”, ossia persone con disabilità, anziani, persone con fragilità estreme, donne in protezione, minori, nonché a dare piena attuazione alle numerosissime disposizioni dell’Autorità Giudiziaria minorile e Ordinaria.
Siamo tutti consapevoli che in Italia come in Grecia nessun Governo ha mai provveduto a garantire il salario minimo e quindi gravano sugli Enti Locali responsabilità sociali non sostenibili con la costante contrazione di risorse? E’ altresì vero che tale eventuale provvidenza, nel nostro Paese,  potrebbe avere conseguenze indicibili come l’erogazione di contributi a mafiosi, ‘ndranghetari, camorristi  ed evasori fiscali. Sarà per questo che ad oggi non siamo ancora allineati alle Nazioni più evolute?
Purtroppo la tutela della privacy mi impedisce di divulgare quanto l’Ente di cui sono responsabile e la società hanno già attuato a favore della famiglia Krimi, dico semplicemente che il Cissaca fornisce prestazioni, servizi e interventi a 5000 persone con sforzi non indifferenti, in un contesto di grave e nota  difficoltà finanziaria.
Ricordo infatti che, mentre è fin troppo facile stigmatizzare vere o presunte inadempienza del Cissaca a danno di “generici disperati”, nessun mezzo di informazione ha invece enfatizzato l’irresponsabilità di Dirigenti che hanno cancellato poste a bilancio per l’esercizio di funzioni obbligatorie quali sono le nostre, trasformando le stesse in debiti fuori bilancio che non sarà  semplice recuperare, che a fronte di continue richieste di prestazioni, di dati e rendiconti di servizi regolarmente resi hanno ritenuto “etico” omettere  trasferimenti a favore della parte più debole del sistema.
Se vogliamo affrontare realmente le complesse e pressanti questioni sociali non possiamo che far fronte comune, non lasciando l’ultimo anello della catena, quale è il servizio sociale, a fronteggiare da solo  un peso insostenibile.
Mi scuso per la brevità nell’analisi di argomenti che meriterebbero ben maggiori approfondimenti e il mio augurio è che si inizi a condividere il problema.
Dott. Laura Mussano
Direttore CISSACA

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