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CIRCO: DIETRO I LUSTRINI E IL DIVERTIMENTO C’È SEMPRE UNA TRAGEDIA

di Paola Re
Tortona (AL) –
Martedì pomeriggio, mentre ero ferma al semaforo di Corso Romita vicino ai giardini pubblici, sono stata avvicinata da un signore che offriva volantini a tutte le auto, ma per il fatto che pubblicizzava l’arrivo del circo acquatico a Tortona, ho rifiutato di prenderlo. Giovedì mattina, un autoveicolo munito di megafono ha stordito la città in lungo e in largo con l’invito al circo acquatico. Il circo con animali è uno spettacolo che ripudio senza se e senza ma. Sono consapevole che il circo sia tutelato da legge nazionale davanti alla quale i Comuni non possono fare più di tanto, quindi mi affido più al buon senso del pubblico che all’autorità dei Comuni. Al circo, gli animali perdono la loro dignità, costretti a esibirsi in numeri innaturali e ridicoli, costretti a continui spostamenti in gabbie, sottoposti a tecniche di addestramento che prevedono percosse, privazioni di cibo e vari tipi di violenze fino a piegarsi al volere del domatore. Non è naturale per un orso ballare, per una foca giocare a palla, per un  elefante mantenere il suo peso di diverse tonnellate sulle sole zampe posteriori, per i felini saltare attraverso un cerchio infuocato. Invece i circensi trovano che tutto ciò sia naturale e normale per gli animali. I circensi negano i maltrattamenti e le prevaricazioni nei confronti degli animali del circo, ma chi ha un briciolo di sensibilità e di curiosità  sa bene che dietro quella facciata di lustrini e divertimento c’è una realtà drammatica.  Le prove di abilità e di intelligenza compiute dagli animali nei circhi possono apparire come il frutto di un rapporto di fiducia, di gratitudine, di affiatamento tra domatori/addestratori e animali ma in realtà sono ottenute con  torture fisiche e psicologiche. Oltre allo stress delle esibizioni e dell’addestramento, nel resto del tempo gli animali rimangono in gabbie anguste, non adatte a soddisfare le più elementari esigenze etologiche, a volte incatenati, soggetti al caldo e al freddo oltremisura. Anche i continui spostamenti creano disagi, visto che avvengono in condizioni dure ed estenuanti per gli animali. I circhi con animali sono attualmente aboliti in dieci paesi: Perù, Bolivia, Israele, Austria, Costarica, Singapore, Croazia, Colombia, Paraguay, Brasile.
Mentre in Grecia, Irlanda, Norvegia, Portogallo, Olanda e Regno Unito sono stati fortemente ridimensionati per legge. Alcuni circhi hanno scelto di non utilizzare più gli animali: gli australiani Flyng Fruit, i canadesi Cirque du soleil, i francesi Les Colporteurs, gli americani Minimus, Nuage, Hiccup e molti altri, valorizzando la bravura di giocolieri, trapezisti, clown, comici, mimi, contorsionisti. Questa è la direzione da seguire, l’unica civile. Il circo con animali non è educativo. Un documento firmato da innumerevoli psicologi mette in guardia sugli effetti che gli spettacoli che usano animali hanno sui bambini: http://bit.ly/V4kLIm. Mi rivolgo alle autorità istituzionali, politiche, scolastiche e religiose, ma soprattutto mi rivolgo alle famiglie con bambini, chiedendo loro di non approvare un simile spettacolo per la valenza negativa del suo messaggio: considero ogni spettacolo di sfruttamento animale uno spettacolo vietato ai minori perché offre loro una visione distorta della natura. Proprio il 4 Ottobre, giorno di inizio del circo, si celebra San Francesco, una giornata che per i credenti assume un significato particolare, essendo San Francesco patrono d’Italia e per i credenti amanti degli animali il significato è ancora più profondo perché San Francesco ne è il protettore, oltre a essere stato un Santo vegetariano: mi preme ricordarlo perché questa è la settimana mondiale vegetariana, legata a una scelta di vita contraria a trasformare gli animali in cibo. Il Comune di Tortona ha patrocinato l’evento di benedizione degli animali Sabato 5 Ottobre: un gesto certamente apprezzabile. Penso agli animali fortunati condotti dalle loro famiglie in piazza Duomo ma il mio pensiero è soprattutto per gli animali che, imprigionati sotto quel tendone, vivranno una giornata tutt’altro che benedetta, purtroppo uguale a tutte le altre della loro vita da schiavi.

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