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GIORNATA DELL’AMBIENTE 29 – RIEPILOGO DELLE CAUSE CHE PORTANO A SUGGERIRE IL RISPARMIO ENERGETICO COME SALVATORE DEL MONDO (DELLA FINANZA)

SI SEGUE SEMPRE CHI ALZA DI PIÙ LA VOCE
Questo discorso ”fuori tema”, iniziato in occasione di una “giornata mondiale dell’ambiente” del giugno 2013, si è fatto più lungo del sopportabile (oltre 30 articoli) perché rivelatosi, come previsto, ostico ai profani e osteggiato dagli “ambientalisti” mercenari della politica, superstiziosi e settari, messisi (bellicosamente) al servizio dei padroni dell’economia mondiale. Ci si sarebbe così potuti limitare a una decina di lezioni semiscientifiche (ossia a livello elementare), ma l’ottusità e il fanatismo dei destinatari del messaggio hanno fatto sì che a due anni dall’inizio dell’avventura si sia ancora lontani di alcuni mesi dalla conclusione. Il 21 settembre scorso si è celebrata la giornata mondiale dell’Ambiente 2014 nel modo più disarticolato che si possa immaginare e, quando si parla di un milione di aderenti in tutto il mondo, non ci si rende conto che si tratta di uno su 6-7000 persone; se anche escludessimo i 3 o 4 miliardi fra infanti e poveretti del terzo mondo, con problemi più gravi e reali, le adesioni sarebbero state circa una su 3000 persone, preoccupate davvero per quelle catastrofi profetizzate se non si darà ascolto agli adoratori dell’Ambiente. E ciò è davvero poco, quando si pensi che la presenza indisturbata dei tifosi su autodromi e motodromi del mondo intero, Africa affamata compresa, si può calcolare, senza contare i pigri spettatori televisivi, in oltre i 10 milioni all’anno; ed è indubbio che le competizioni motoristiche siano (o dovrebbero essere) quanto di più antitetico si possa immaginare rispetto ai movimenti ambientalisti. Senza tirare in ballo la democrazia, ma usando solo l’aritmetica, è chiaro che per ogni amante “convinto” della natura ci sono almeno 10 amanti convinti e largamente paganti (più 100 non paganti), dei motori a combustione interna e relativo frastuono (troppo spesso si dimentica l’inquinamento acustico…). E gli altri apatici cittadini? Seguono l’onda di chi di volta in volta alza di più la voce, o seguono le iniziative di sognanti stupide poetesse, oppure, se sono giornalisti o politici, seguono le direttive del Partito.

CLIMATOLOGI ALLE PRESE CON 40 MODELLI MATEMATICI, NEPPURE UNO GIUSTO
Del resto i raduni (e le corse!) di migliaia di puzzolenti e inutili auto d’epoca nei centri storici delle principali città “civilizzate” del mondo sono una chiara conferma di questa contraddizione, o, meglio, ipocrisia (da notare però anche la quantità di fumatori che sfilano a piedi o in bicicletta nei cortei ambientalisti). E terminiamo ancora una volta con le amorevoli mammine (Genitori Antismog!) che attendono fuori dalle scuole i vispi e sani frugoletti che non rinunciano ai capaci e ingombranti SUV piuttosto di fare quattro salutari passi a piedi (ma non c’è tempo da perdere, per non ritardare alla lezione di danza, nuoto o arti marziali; la musica invece pare non essere ecologica).
E fu così che 150 capi di stato mondiali si riunirono il 23 settembre all’ONU per ricevere la notizia, dal noto scienziato Leonardo… di Caprio (non sono solo gli Italiani a inchinarsi al genio di un Grillo o di un Fo o anche di un Tozzi), che la “temperatura globale” del 2014 registra un aumento di 0,75° C rispetto al 2013, con una tendenza di 4 – 7° C in più per fine secolo, a conferma del fallimento, noto fin da prima di Copenhagen 2009, dello sciagurato, perché antiscientifico, Protocollo di Kyoto del 1997. Fra i Capi di Stato presenti non c’erano quelli cinese e indiano, che ancora una volta se la ridono sotto i baffi mentre gli altri stanziano centinaia di miliardi di euro per combattere (piantando alberi; che novità!) un pericolo mai confermato, per ammissione degli stessi scienziati ONU-IPCC; i quali da oltre 17 anni girano e rigirano ben 40 modelli matematici senza ricavarne alcun risultato scientifico coerente, né con le drammatiche profezie, né con la realtà corrente.

IL BUSINESS DELL’ENERGIA E LA SCIAGURA PLANETARIA DEI MOVIMENTI AMBIENTALISTI
A causa della lunghezza del presente discorso e, sperabilmente, in prossimità della sua conclusione, è necessario di tanto in tanto un breve riepilogo per richiamare come si sia evoluto il cosiddetto Movimento Ambientalista. Chi ha normale memoria non può negare che tutto “esplose” con l’allarme per un presunto esaurimento del petrolio, e idrocarburi in genere, sparsosi nel mondo industrializzato intorno al 1970. Il Mondo dei Ricchi, allora quasi tutto “de-comunistizzato” e al massimo di un “boom” economico di cui era naturale voler raccogliere i frutti, finse di accorgersi che il cosiddetto “ambiente”, per funzionare al ritmo richiesto dai suoi abitanti umani industrializzati, ha bisogno di energia in quantità sempre crescente, per lo più bruciando carburanti organici o vegetali. La curva di crescita del consumo procedeva di pari passo con quella della popolazione, la cui espansione è frenata oggi solo dalle (non poche e mal controllate) malattie ma non più dalle ecatombi delle guerre dei ricchi, da tempo divenute e rimaste “fredde” (quelle dei poveri vengono risvegliate quando c’è un surplus di armi nuove o vecchie da commerciare).
Gli economisti (o, piuttosto, i finanzieri, che quasi sempre sono i medesimi loschi individui) meditarono sui vantaggi che le due crescite avrebbero potuto creare al loro “business”; ne conclusero che avrebbero ottenuto favolosi guadagni creando nella popolazione “ricca”, già contaminata da superstiziose ideologie “verdeggianti” (si avvicinava la fine del secondo Millennio e non era ancora avvenuta la catastrofe prevista per il Primo), quel senso di colpa che l’avrebbe piegata docilmente alle esigenze di illimitato arricchimento dei trafficanti. L’aumento dei consumi soddisfa queste esigenze, come ci spiegano da mesi i governi europei, che devono “aumentare il PIL e ridurre lo spread” a spese dei “sudditi”. Ma se le risorse combustibili avessero rischiato davvero di esaurirsi (previsione rivelatasi già nel 2000 del tutto errata, ma utilissima per aumentare i prezzi dei carburanti fossili) sarebbe stato necessario (e molto conveniente, come del resto si fa ogni mezzo secolo circa) “inventare” forme di energia che consentissero nello stesso tempo di continuare a consumare ricchezze e possibilmente di arricchire ulteriormente i finanzieri. Prima dell’ultimo paio di secoli si otteneva riscaldamento dalla legna dei boschi o dalla torba, e mobilità da equini, bovini, cammelli, elefanti, ecc.; poi si scoprì che la “forza motrice” si poteva ottenere meglio dal vapore caldo che dai muscoli degli organismi viventi (schiavi compresi; scoperta che neanche gli Egiziani avevano fatto); il vapore diveniva ancora più caldo bruciando carbone e, in seguito, petrolio e metano, questi ultimi stranamente “snobbati” in precedenza, nonostante (o forse per questo motivo) siano più facili da estrarre. Lo sfruttamento dell’energia nucleare da “fissione”, invece, massima scoperta scientifico-tecnologica della seconda metà del XX secolo, è stato bloccato e vietato (una volta soddisfatte le esigenze dei vincitori della guerra e dei furbissimi perdenti tedeschi e giapponesi), col pretesto dello shock prodotto dalle bombe di Hiroshima e Nagasaki (e poi degli incidenti di Cernobyl e Fukushima); ma in realtà perché sembrava poter assicurare un lunghissimo periodo (svariati secoli) di tranquillità energetica, ossia il ristagno dei consumi per le infrastrutture e la riduzione di conflittualità e concorrenza tra i possessori delle risorse (cioè guerra, altra fonte di ricchezza per pochi).

IL DIO SOLE, LE BUFALE DEL BUCO DELL’OZONO E DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
Restava comunque l’evidenza, difficilmente mascherabile, dell’inaspettata abbondanza di risorse globali (tuttora non ammessa dagli ambientalisti) e si dovette trovare un modo per demonizzare quelle in uso, sollevando dapprima l’ingenuo e quindi inefficace problema del “buco dell’ozono” (vantato tuttavia come scampato pericolo per meriti scientifici anche nel recente congresso) e poi quello della decisa e oscurantista profezia del “riscaldamento globale”, diffusa nel mondo proprio a cavallo del Millennio, quando il terrore della Fine del Mondo aveva raggiunto il suo apice, nonostante la clamorosa palese smentita del “Millennium Bug” su cui avevano scommesso anche i più rispettabili scienziati informatici (si faccia avanti chi ha subito anche un minimo danno da questo supposto terrificante fenomeno).  Anche gli effetti previsti dal riscaldamento globale furono esposti con notevole clamore mediatico e contraddizioni: tante e tanto grandi sono state le oscillazioni della temperatura e delle perturbazioni verificatesi nell’ultimo ventennio, che gli “esperti” climatologi, elevati tutti al rango di “scienziati”, giurano ora che per capire e giudicare sono necessari almeno trent’anni, e che comunque il 2014 sarà “l’anno più caldo del secolo” (chi si ricorda più del non lontano 2003? E quante volte si è proclamato uno degli ultimi anni il più freddo o il più caldo o il più turbolento degli ultimi 200 anni? Di quando cioè quando pioveva non si faceva che aprire pazientemente l’ombrello?). Sta di fatto che le affermazioni di falsi studiosi, ma noti “Paperoni”, quali Al Gore e, prima di lui, Jeremy Rifkin e Schwarzenegger, e, oggi, Di Caprio (la “catastrofe per eccellenza”, quella del Titanic, film che gli ha assicurato fama eterna) portarono ad imporre al mondo industrializzato, di cui ora fanno parte anche Cina e India, pur non condividendone, con gli USA, gli allarmismi, due vere “calamità” non naturali, ossia “antropiche”: la diffusione delle “Energie Rinnovabili” (per i superstiziosi, coincidente col “rilancio” del Dio Sole) e la ratifica del deprecabile Protocollo di Kyoto, pianificatore di tali risorse energetiche, che l’ONU ha creato e tiene munificentemente in vita da quasi 20 anni, con prospettiva di una rivitalizzazione entro dicembre 2015.

PER PRODURRE ENERGIA ALTERNATIVA SI DISTRUGGE L’AGRICOLTURA
Questa è dunque la genesi delle miracolose Energie Rinnovabili, che sarebbero in grado nel medesimo tempo di sopperire alla presunta scomparsa dei combustibili fossili, di debellare il riscaldamento globale e in generale di annullare i danni provocati da ogni inquinamento (tutti miracoli che nei capitoli precedenti abbiamo dimostrato essere irrealizzabili). E così, rovistando tra la fuffa (termine milanese, spero comprensibile) utilizzata nei periodi bellici di sanzioni, e nobilitandone i nomi, si sono riesumate, oltre all’affidabile ed economica “caduta d’acqua” (e non l’”acqua”), le già sperimentate e per niente economiche energie fotovoltaiche, eoliche e biochimiche, che comportano bassissima efficienza, danni all’agricoltura alimentare e guasti ambientali non solo paesaggistici, oltre ad enormi costi realizzativi, manutentivi e di smaltimento; e per fortuna si è accantonato, anche se purtroppo non eliminato, l’idrogeno, già declassato da “fonte” a “vettore energetico”, che per primo aveva dato adito ad assurdi entusiasmi (eppure il dirigibile Hindenburg nel 1938 ha prodotto in proporzione maggiori danni della bomba di Hiroshima nel 1945, con l’aggravante che non si è mai riusciti, se mai si è tentato, a stabilire un modo di prevenire un simile incidente). Qualcuno continua a sperare nell’annualmente annunciata “fusione fredda” (dal 1989), che, anche se non fosse una “bufala”, non è vista con grande favore per gli stessi motivi della fissione (potrebbe essere la panacea e quindi la fine della redditizia competizione energetica). Non si rinuncia invece alla “fusione calda” (milioni di gradi C), per la cui ricerca si muovono miliardi di euro pubblici per almeno un secolo.
E allora? I finanzieri, fingendo di dimenticare che tutto era cominciato con il paventato esaurimento del petrolio, da oltre due anni non parlano che di “consumare di più” e gli ambientalisti, che sono i loro lacchè, si sono improvvisamente zittiti, salvo che nella “giornata per l’ambiente”, lieti di avere contrastato gli ultimi timidi tentativi di ripresa nucleare; i pavidi nuclearisti si sono accontentati della promessa del PD (sancita dallo sconosciuto ex ministro “tecnico” Clini, oggi indagato per sporchi traffici) di “non abbandonare le ricerche”, il che significa in pratica finanziare il solo inutile ma faraonico progetto ITER della fantascientifica “fusione nucleare civile”; per gli Italiani, attualmente ipnotizzati dal vulcanico “baby-premier”, va bene così: “fusione” e “fissione” (credono) sono la stessa cosa, ma la prima è “buona”, la seconda “è cattiva e ha le scorie”; e il vispo toscano è contento che continuino a pensarla così e che spendano subito gli 80 euro che con tanta generosità ha elargito in cambio della cieca fiducia. La sua ministra della cultura non si cura di come spieghino la questione energetica nelle scuole: basta che la spieghino in Inglese, in modo che si capisca ancor meno.

AUMENTARE IL COSTO DELL’ENERGIA E TASSARE IL RISPARMIO PER DISTRUGGERE LA NOSTRA CARA ITALIA
Però c’è anche chi, pur non sapendo niente di “nucleare” e di “rinnovabili” (né di Inglese), ricorda tutti i giorni di avere sempre meno soldi, da spendere o da risparmiare: il risparmio, per l’appunto, era considerato un tempo una pratica meritoria; oggi si chiede di stanare i risparmiatori, per appioppare loro una “tassa patrimoniale”, che suona come una punizione per non avere “fatto circolare il denaro”. Tasse patrimoniali se ne applicano da tempo, in modo surrettizio, cercando di punire soprattutto i pensionati che hanno versato tutti e 40 gli anni di contributi e che quindi ricevono la pensione “piena”, non decidendosi mai a morire e perciò pesando anche sulla Sanità, che diventa uno degli obiettivi più ambìti di “spending review”. I tagli annunciati sono sempre smentiti, ma ogni giorno più evidenti. Comunque, solo dopo mesi e mesi di preoccupante silenzio sull’argomento, il Premier, nel discorso agli Italiani del 22/10, ha finalmente pronunciato le parole Piano Energetico (non è ancora chiaro dove finirà il gas di Putin, ma Renzi parla di un asse verticale, e quindi di scambi con una decina di Paesi africani: non si capisce perché, come tutti, gli Italiani non possano procurarsi da soli il proprio gas); comunque su eolico e solare neanche una parola…
Chissà se in tutto questo qualcuno nota la contraddizione nella campagna che anche più di dieci anni fa si faceva a favore del “risparmio energetico”? Quando gli “esperti dell’Ambiente”, già allora e come sempre foraggiati dagli economisti, erano pronti a dimostrare che, risolto il problema del costo delle risorse energetiche, anche tutti gli altri problemi mondiali si sarebbero sistemati? Eppure anche a quei tempi gli economisti/finanzieri usavano l’indice dei consumi elettrici (privati) per valutare lo stato di salute dell’economia: quando le bollette elettriche incassavano meno, significava, ovviamente, che il cittadino aveva meno soldi da spendere o, nel migliore dei casi, cercava di risparmiare qualche cosa.

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