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MATTEO RAVERA DA FRATELLI D’ITALIA A LIBERALI RIFORMISTI

Sono Matteo Ravera, di anni 24, consigliere comunale di Acqui Terme, che alle ultime elezioni ha raccolto 69 consensi da parte dei cittadini acquesi.
Approfitto della sempre attenta disponibilità de Vostro giornale per rendere noto alla cittadinanza acquese i motivi e le cause che mi hanno portato, mio malgrado, a lasciare il partito Fratelli d’Italia e aderire al gruppo consiliare Liberali Progressisti con i colleghi Patrizia Poggio e Francesco Bonicelli.
Per meglio spiegare ciò, devo sintetizzare il mio percorso politico.
Ho iniziato già da studente liceale ad appassionarmi a temi politici, etici, civili e sociali: a 17 anni sono stato eletto presidente della Consulta Provinciale degli Studenti. Durante il mandato biennale oltre ad occuparmi di problematiche studentesche, mi sono attivato per istituire e commemorare, per la prima  volta in provincia di Alessandria, il turpe eccidio degli italiani dalmati nelle foibe, volutamente oscurato per anni in Italia, e per ricordare il sacrificio del brigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto, ucciso dai nazisti.
Quando , successivamente, ho deciso di dare la mia fiducia a Fratelli d’Italia, partito di centro destra fondato da Giorgia Meloni e Guido Crosetto, l’ho fatto perché ho ritrovato molte delle battaglie in cui continuo a credere, tra cui un livello equo di tassazione per famiglie e imprese, l’incandidabilità a vita per i politici che rubano, la revoca delle pensioni d’oro e dei vitalizi, il favorire e incentivare il lavoro sia dei giovani che dei meno giovani, la tutela dell’ambiente ecosostenibile, l’incremento del turismo acquese.
Non per niente, ho fondato il primo comitato di Fratelli d’Italia in Acqui Terme.
Il mio percorso è sempre stato illuminato da trasparenza, speranza, serenità e contro ogni forma di violenza.
Ma in ambito regionale la situazione è cambiata. Sono venute meno quelle aspettative di serietà, coerenza, dignità, rispetto delle istituzioni, ma soprattutto rispetto per coloro che hanno perso il posto di lavoro e non sanno come soddisfare le necessità primarie della propria famiglia.
C’è stata una caduta di stile nei rapporti interpersonali e non sono state intraprese azioni correttive e provvedimenti adeguati: la rimborsopoli piemontese ne è testimonianza,al di là di quello che la magistratura sanzionerà. I miei amici sostenitori più volte mi hanno lamentato le loro esternazioni in merito.
E’ una decisione molto sofferta, considerando il permanere di stima e amicizia nei confronti della Meloni e del dirigente nazionale Emanuele Locci, ma necessaria per rispetto della dignità umana e dei valori in cui credo.
Inoltre, più in dettaglio, non si è verificata una presa di posizione energica per una politica di risanamento e rivisitazione dei rimborsi ai politici, né è stato favorito un sostegno per dare avvio dopo anni di incuria a scelte operative e concrete che avrebbero dovuto favorire lo sviluppo termale e turistico di Acqui, con la nascita di nuovi posti di lavoro. Come del resto ha più volte manifestato con giusta animosità lo stesso Sindaco Bertero, e non solo.
E’ un periodo storico complesso e complicato, ma non bisogna nascondersi dietro più o meno occulti privilegi, che non hanno ragione di essere, né tantomeno dietro un laconico e passivo lassismo.
Non mi voglio arrogare a difensore unico del bene dei cittadini, né a ritenere di essere  un portatore di verità assolute. Credo fermamente che con umiltà, educazione, rispetto, professionalità e determinazione si possa dare inizio a quel rinnovamento non solo a parole, che tanti politici richiamano ma che  non osservano.
Voglio dare il mio piccolo contributo a servizio dei cittadini acquesi.
Grazie per l’attenzione.
Matteo Ravera

 

 

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