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DEMEZZI: A COSA SERVONO SETTE CONSULTE SE C’È GIÀ IL CONSIGLIO COMUNALE CON LE COMISSIONI, LA GIUNTA E GLI ASSESSORI?

Casale Monferrato (AL) Gianni Patrucco – Siamo alle solite: la sinistra continua ad essere convinta che col dibattito si risolvano i problemi. Non solo, è anche convinta che non bastino le elezioni, che consentono ai cittadini di andare a lavorare in virtù del fatto che, attraverso le elezioni, hanno delegato altri cittadini ad amministrare la Cosa Pubblica per conto di tutti. Ed ecco che, come al solito, la sinistra continua a far nascere enti consultivi a grappolo, per cui i cittadini, almeno quelli che lavorano sul serio, invece di andare a dormire la sera per ritemprarsi in vista della giornata di lavoro successiva, devono andare a discutere su temi pubblico-amministrativi per i quali sanno poco e per la soluzione dei quali avevano delegato i loro rappresentanti in Consiglio comunale. Insomma le elezioni a cosa servono? È il gatto che si morde la coda e non si decide mai niente. La pensa così – e non è il solo – l’ex sindaco di Casale Giorgio Demezzi, oggi capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, per il quale “i cittadini hanno dato un voto ai consiglieri perché li rappresentassero in Consiglio comunale e quindi a questo compito non ci si deve sottrarre, se non sminuendo il ruolo del Consiglio stesso”. La discussione è nata nell’ultima riunione in merito alla proposta della maggioranza dell’istituzione di un certo numero di consulte (sette per ora) che si occuperanno di lavoro, cultura, donne e pari opportunità (quella lì non manca mai e fa delle donne una specie protetta come i Panda), studenti, giovani, sport e volontariato. Non basta perché Demezzi si chiede come mai questa maggioranza (che vuole sette consulte inutili mentre non rinnova consulte utili come quella della sicurezza che aveva lavorato bene al tempo della passata amministrazione di destra) che aveva tanto polemizzato per la mancata istituzione della consulta della pace (un’altra consulta inutile) stavolta se l’è dimenticata nel cassetto perché nell’elenco non c’è. Il che in effetti non convince “per la contradizion che nol consente” come direbbe il Poeta. Alla fine la proposta di istituire le sette consulte è passata con 13 voti favorevoli e sette contrari. Ed ora prepariamoci ad un’infinità di dibattiti estenuanti per non decidere niente.

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