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SI STA SFASCIANDO, CON MORTI E DISTRUZIONI, IL PAESE COSTRUITO SULLE TANGENTI

Alessandria – È bastato il ripetersi d’una normale pioggia autunnale (sì, proprio normale benché un giornalismo miserabile e cialtrone scriva il contrario) per causare un’altra volta morti e distruzioni. Ed è  questa la prova che i politici si “curano” della vita dei propri amministrati solo quando mandano a fare multe in modo sconsiderato allo scopo di fare cassa. A Milano due giorni fa su un solo “punto estorsivo” hanno fatto più di 5.000 multe in un solo giorno. Se avessero mostrato la stessa intensità nella salvaguardia del territorio, non ci troveremmo nello stato di degrado proprio di questi  giorni. La prima preoccupazione di chi amministra un territorio è sempre stata e dovrebbe essere quella di garantire la sicurezza di chi vi abita e dei suoi beni. Tutto il resto viene dopo. Se vogliamo andare all’origine dell’attuale sempre più insostenibile situazione ambientale è indispensabile esaminarne le radici più profonde. Il male nasce dal fatto che l’Italia da alcuni anni è una democrazia anomala. Nelle democrazie occidentali chi è al governo governa e chi è all’opposizione svolge un’indispensabile azione di controllo. In questa nostra dissestata Italia da tempo il potere è retto da un più o meno occulto “partito unico” che trova la sua ragione d’essere ed il suo collante in forme mafiose di governo basate sulle tangenti. È vero che i residenti nelle aree a rischio, hanno costruito incoscientemente sulle  golene e persino nell’alveo dei torrenti nonché su frane in movimento con tutte le conseguenze del caso. È però ugualmente  vero che, chi aveva il potere politico, ossia i Comuni, le Province e le Regioni, ha fatto finta di non vedere e ha dato i permessi di costruzione tagliando strade su fragili pendii in franappoggio ed anche asfaltando il greto di torrenti trasformandoli in strade mentre chiudeva le aree golenali di sfogo delle piene e lottizzato boschi, parchi e giardini commettendo scientemente tutti gli errori tecnico-scientifici possibili con politiche suicide nella gestione dei territori. Sono state violazioni avvenute “a pagamento”, ossia sono state le tangenti a rendere possibile ogni azzardo ed ogni rischio. Poiché il male va combattuto all’origine, basterebbe una legge che punisca penalmente (e veramente, senza passaggi all’infinito tra un livello e l’altro di giudizio) chi ha concesso i permessi che non doveva concedere perché sindaci, amministratori e funzionari vari che rubavano e rubano in conto terzi la smettano di comportarsi col cinismo e l’incoscienza che li ha contraddistinti fino ad oggi. Anzi, per i più furbi di loro l’aver spogliato i territori amministrati è stata anche la scala per le più alte cariche in quanto, impiegando abilmente il maltolto, sono riusciti ad essere eletti al Parlamento e al Senato. O avendo fallito questi due obiettivi, ad aver raggiunto un seggio in Regione, struttura amministrativa che non serve assolutamente a nulla, buona solo a fare debiti e a garantire ricchissimi stipendi e pensioni. A disastro avvenuto i sindaci di Lombardia, Piemonte e Liguria lamentano la mancanza di soldi. Non è assolutamente vero che mancano. I soldi ci sono e sono tanti, e finiscono nell’opera più inutile, stupida, irrazionale e chiaramente sospetta del Terzo Valico il cui costo previsto di 6 miliardi e 500 milioni sicuramente lieviterà in corso d’opera. Si tratta  di  40 chilometri in galleria per collegare il porto di Genova, da tempo visibilmente vuoto di merci e di traffici, con le ormai inesistenti industrie del milanese e del torinese, trasferite o chiuse da tempo. Ma 6 miliardi e mezzo sono una cifra da far obnubilare la mente di chiunque, immaginate quella di un politico alimentata da tangenti fin dalla più tenera infanzia.

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