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RITA ROSSA IN CATTEDRA SUL DISSESTO

Alessandria (Andrea Guenna) – Ci mancava solo che la nostra sindaca salisse in cattedra anche in materia di dissesto. Dopo che (siamo nel giugno 2012) è riuscita a ottenerlo con l’aiuto del dottor Antonello Paolo Zaccone (ragioniere capo detto Mago Zac), del dottor Pietro Bianchi (assessore alle finanze – entrambi nella foto insieme a Rita Rossa) e dell’avvocato Giancarlo Astegiano in qualità di consigliere relatore della sezione regionale di controllo della corte dei conti di Torino, ora vengono da Viareggio a lezione qui da noi per imparare come si fa a gestirlo. Naturalmente è tutta una burletta perché i pubblici amministratori della patria del carnevale ormai non contano più niente in quanto la gestione del comune di Viareggio è passata di mano al “prefetto di ferro” che è ben altra cosa rispetto ai tre commissari dell’organo straordinario di liquidazione presenti ad Alessandria. Inoltre, mentre qui da noi approvare il dissesto è stato un’autentica follia, oltre che un suicidio collettivo imposto dalla propaganda per cui si poteva dare la colpa alla destra che aveva governato prima, a Viareggio il dissesto (dichiarato il mese scorso) era inevitabile perché il “buco” c’è davvero e supera i 50 milioni. Per chi non lo sapesse, in gergo finanziario, dicesi “buco” un debito che non può essere coperto dalle entrate, e per questo motivo si dichiara fallimento (dissesto). Forse il dottor Astegiano, che ha perorato in modo così appassionato il dissesto di Alessandria (tanto lui è di Bra, chissenefrega), essendo un avvocato, evidentemente non è molto pratico di pubblica amministrazione, almeno non abbastanza per capire quello che avevano scritto nel dicembre 2011 il professor Victor Ukmar preside di economia a Genova e il professor Elio Borgonovi vice rettore della Bocconi (autori, complessivamente, di oltre cento pubblicazioni di economia politica e pubblica amministrazione studiate in tutte le università del mondo), periti nominati dalla giunta Fabbio, che avevano dimostrato – nero su bianco – la validità della gestione della giunta di centrodestra e la sostanziale tenuta dei bilanci. Oggi, su uno dei soliti fogliacci illeggibili, si legge che Viareggio e Alessandria sono legate dallo stesso destino e, ancora una volta, dobbiamo sottolineare che chi ha scritto certe cose non capisce niente, in quanto confonde il “buco” finanziario col debito, il dissesto dichiarato nell’ambito della legislatura con quello propagandistico dichiarato appena dopo le elezioni, il risanamento finanziario con la “macelleria sociale”. Infatti, se i 53 milioni di debito di Viareggio sono veramente un “buco” perché non hanno copertura per cui da Roma hanno fiondato un prefetto per interrompere d’imperio una legislatura di trinariciuti incapaci, qui ad Alessandria i 120 milioni di debito erano coperti dalle entrate, ergo non erano un “buco”. Ma la cosa più bella che si viene a sapere è che a fare da alfiere del “Rossaccone (Rossa+Zaccone) Pensiero” in termini pubblico-amministrativi è Giorgio Abonante, un bravo ragazzo ma senza nessun titolo, eterno studente-lavoratore all’università di Alessandria. Cioè uno che di P.A. non sa niente per cui fa quello che gli dice di fare quel fenomeno di Mago Zac (siamo a posto). Alessandria mi sembra un po’ come quella barca ai cui remi c’era un pescatore cieco e al timone un pescatore guercio (ci vedeva da un occhio solo). In conseguenza di un’onda un po’ troppo forte, nell’occhio buono di quello che era al timone finiva dell’acqua salata che bruciava, accecando momentaneamente il timoniere che imprecava in genovese: Ghe semooo…! “Ci siamooo…!”, e l’altro, che era cieco, capiva che erano giunti a riva e, nonostante fossero in mezzo al mare, tirava i remi in barca e scendeva. Qui fanno lo stesso: uno dice una cosa e l’altro ne capisce un’altra e, alla fine, se ne fa una terza. Infatti, nonostante quello che scrive l’ingenua cronista del fogliaccio illeggibile, non è vero che questa giunta, in virtù d’una misteriosa politica del rigore, ha fatto quadrare i conti salvando il Comune e le sue partecipate senza licenziare nessuno, perché ci si dimentica di Amag nel caos e coi bilanci non ancora certificati, di Aspal chiusa, del teatro chiuso, di Amiu fallita, del Sit chiuso, il tutto con relativi licenziamenti dei dipendenti, un centinaio, senza contare i 193 di Amiu che saranno messi presto in mezzo a una strada. Forse ci si dimentica che non più tardi di dieci mesi fa Don Ivo Piccinini nella sua parrocchia a San Michele aveva accolto otto cuoche in lotta per difendere il posto di lavoro nella partecipata Costruire Insieme. E ci si dimentica che dal 2012 ad oggi questa giunta di fenomeni ha già sforato due volte il patto di stabilità e si appresta a sforarlo di nuovo, avendo accumulato un debito aggiuntivo (teniamo presente che nel 2012, col dissesto scaricato sull’OSL, Rossa & C. sono ripartiti con zero debiti) di circa 93 milioni di euro. Il dato viene dal consuntivo 2013 discusso a giugno 2014, e quei 93 milioni di debito presenti nel bilancio consuntivo 2013 (il rendiconto), estratti dalla contabilità, dimostrano con assoluta certezza che questa maggioranza non aveva ancora pagato nessuno. Naturalmente non si tratta di un “buco” ma di un debito che tuttavia, se non sarà onorato – ma solo allora – si trasformerà in “buco” finanziario. Forse è per questo motivo che Rita Rossa ed il fido studente universitario Abonante insieme al mitico Mago Zac sono diventati “docenti di dissesto”. Perché di questo si tratta oggi (e non di ciò che è successo nel 2012), cari Corte dei Conti e avvocato Astegiano di Bra.

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