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CONTRO L’ENNESIMA STRAGE RECORD DI ADESIONI PER GLI ANIMALISTI AD ALESSANDRIA CHE VOGLIONO ABOLIRE IL COMMERCIO DI PELLICCE

Alessandria – Riuscitissima manifestazione contro le pellicce ad Alessandria. Con questa kermesse sono ben 70.046 le firme raccolte dal 2013 dall’associazione Essere Animali, la stessa che ha raccolto 18 mesi di documentazione per farne il video Morire per una pelliccia. Firme che chiedono espressamente al Parlamento Italiano di vietare gli allevamenti di animali da pelliccia per motivi etici. Queste sono le cifre significative dalle quali è partita la Petizione Popolare che ha come scopo l’approvazione della proposta di legge sopraccitata (C288 per la Camera e S62 per il Senato) e che sta raccogliendo nuove firme da presentare a Roma in aggiunta alle oltre 70.000 già raccolte. Un’iniziativa che potrete consultare nel dettaglio al sito: www.visoniliberi.org e che porterà nelle piazze italiane migliaia di attivisti. Il giorno fissato è per domani, sabato, ma varie associazioni animaliste di Alessandria, che hanno chiesto di restare nell’anonimato per dimostrare che quello che conta sono gli animali, non certo le sigle, si sono date appuntamento oggi pomeriggio in corso Roma ad Alessandria, nel mezzo del via vai festivo del centro pedonale, per manifestare pacificamente il loro dissenso all’uso di pellicce e per raccogliere le firme della petizione di cui si parlava. Una manifestazione fatta solo di silenzio e di grandi fotografie di animali in gabbia: visoni, procioni, volpi. Animali che fissano l’interlocutore da dietro le sbarre, in attesa di morire per la moda e la vanità di quelli che ormai sono davvero la minima percentuale di italiani. Ma se è raro trovare ragazze con grosse pellicce è invece comunissimo notare colli e cappucci di derivazione animale, inserti di giubbotti e borse. E spesso chi acquista non è del tutto consapevole di cosa vi sia dietro il collo di coniglio della propria giacca a vento o nemmeno se la pelliccia sia vera o finta. I volontari animalisti hanno cercato di fermare quanta più gente possibile soprattutto giovani, per spiegare la sofferenza nascosta dietro certi capi d’abbigliamento e incoraggiandoli a firmare la petizione e ad adottare un atteggiamento di acquisto più consapevole. Nessuna immagine violenta e nessun ‘insulto’ alle signore impellicciate; un profilo dimesso, non violento e volto alla comunicazione che ha fatto sì che si raggiungesse un risultato davvero clamoroso: in sole due ore e mezza si sono raccolte più di 600 firme. Capannelli di gente in coda in attesa di contribuire alla causa è segno che anche in Italia certe pratiche sono ormai considerate barbare e senza senso, anche perché, come testimoniava una finta pelliccia posta sul banco firme, oramai la modernità permette di creare indumenti caldi e alla moda senza indurre sofferenza in esseri viventi e senzienti. Un risultato davvero emozionante e senza precedenti nella zona, anche se è doveroso ricordare che la città di Alessandria si è recentemente distinta per una grande sensibilità in tema di diritti animali, dalla cittadinanza alla giunta comunale. E la soddisfazione è doppia per gli animalisti, considerando che oggi è Sant’Antonio, il patrono dei macellai. Detenere in gabbia, senza contatto con acqua e terreno, animali destinati a morire in camere a gas con agonie anche lunghe diversi minuti, nega di fatto il Trattato di Lisbona (2007) che ammette gli animali nella sfera degli esseri senzienti e quindi meritevoli di essere tutelati e difesi dalla sofferenza. Firmiamo la petizione e scendiamo tutti in piazza sabato prossimo per dire ancora una volta di no agli allevamenti di animali da pelliccia.

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