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CHE FINE HANNO FATTO I QUARTIERI?

Casale Monferrato (Giorgio Demezzi) – A quasi nove mesi dal suo insediamento, il Sindaco Palazzetti assieme alla sua giunta non sono ancora riusciti a proporre una soluzione per la rappresentanze dei quartieri. Ancora una volta tante promesse ma risultati zero e dire che i fatidici nove mesi per partorire una proposta sono trascorsi; forse, a dire il vero, sembrerebbe che il parto sia imminente, ma il risultato ci preoccupa grandemente. Pare che il Sindaco e la sua giunta vogliano procedere con delle prime nomine di responsabili di quartiere, con criteri spartitori, modello vecchia repubblica (prendendo come esempio il modello di Alessandria, che peraltro sta per essere modificato), quindi ancora una volta contraddicendo i più elementari principi di trasparenza. A questi tentativi ci opporremo con forza o si ritorna alla Consulta del Territorio, istituita dalla nostra Amministrazione, o le nomine dovranno essere fatte attraverso consultazioni che coinvolgano tutti i cittadini di ciascun quartiere: non può decidere a priori la politica e mettere un responsabile di quartiere con metodi spartitori, tutto ciò sarebbe contrario ai più elementari principi di democrazia. Questo metodo di rinviare la soluzione dei problemi, prevale anche nel momento in cui il Sindaco con la sua maggioranza debbono prendere posizione su problematiche importanti come la famiglia. Ormai da ottobre il consigliere Pivetta ha presentato una mozione sulla famiglia naturale, che in definitiva come proposta pratica impegna il Consiglio Comunale ad individuare una data per la celebrazione della festa della famiglia naturale, fondata sull’unione fra uomo e donna, promuovendone sia direttamente che indirettamente attraverso scuole, associazioni ed Enti locali la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali. Dapprima il Presidente del Consiglio comunale, è intervenuto più volte per richiedere delle modifiche al documento con il chiaro intento di ritardare la legittima presentazione di una mozione e demandando poi la rielaborazione della stessa alla istituenda consulta sulla famiglia. Nell’ultimo Consiglio comunale si è finalmente parlato della mozione, ma la maggioranza, dopo una riunione al suo interno, non ha trovato una posizione comune ed infine si è affidato ai capigruppo il compito di elaborare una sintesi. Forse il motivo di questo probabile cambiamento di rotta, sta nel fatto che tra qualche mese il Vescovo verrà in consiglio comunale e il sindaco non può lasciare aperta una questione di questa rilevanza ? In conclusione … ormai tanti sono i mesi, che l’attuale amministrazione, sempre più divisa al proprio interno,  impiega per partorire decisioni peraltro non adeguate, risolvibili in tempi molto più brevi.

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