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SALVIAMO RAI 3: MERCALLI E LA SCIENZA RACCONTATA DA UN PROFETA DI SVENTURE

di Aldo Grasso – Per risvegliare le coscienze ambientali, per sensibilizzare anche gli animi più indifferenti ai tetri destini del pianeta Terra è arrivato “Scala Mercalli”, il programma di Rai3 condotto da Luca Mercalli che segna una nuova tappa nel percorso della divulgazione scientifica in tv: addio allo stile rassicurante di Piero Angela. Qui si sceglie la strada del catastrofismo (sabato, ore 21.20). Qualche segnale c’era già stato quando Mercalli aveva iniziato a occuparsi di previsioni meteorologiche in tv: in un attimo il sole, il vento e la pioggia erano diventati l’occasione per uno sfogo sul cambiamento climatico, per bacchettare gli stili di vita non proprio ecologici dei telespettatori (ma con il dispendio energetico di uno studio televisivo come la mettiamo?). Nel nuovo programma, ospitato in un Centro multimediale della Fao, il tono da professorino e da gufo con cravattino non è diminuito. Nell’ultima puntata per esempio si parlava, attraverso brevi inchieste e interventi di esperti in studio, dei rischi connessi all’innalzamento dei mari e allo scioglimento dei ghiacciai, conseguenze di un più ampio cambiamento climatico che sta trasformando le caratteristiche della fauna e spingendo intere popolazioni a migrare, con esiti imprevedibili sullo sfruttamento delle risorse energetiche del pianeta. Filippa Lagerbäck (per non dimenticare che li accomuna il brand di “Che tempo che fa”) ha poi accompagnato Mercalli in un viaggio a Stoccolma per parlare di resilienza, la capacità degli ecosistemi di adattarsi al cambiamento. È indiscutibile che questi siano rischi e problemi serissimi, per cui è necessario trovare soluzioni efficaci: ma è un rischio anche l’ideologia, l’affrontarli di fronte al pubblico televisivo con uno stile da “profeta di sventure”. In fondo, come canta Bob Dylan, “non c’è bisogno di un meteorologo per sapere da che parte tira il vento”. Nel frattempo, non sarebbe meglio salvare Rai 3 dallo sprofondo?

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