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PROFUGHI VENITE A CASALE CHE C’È POSTO, PAROLA DI TITTI PALAZZETTI

Casale Monferrato (AL) Gianni Patrucco – Citiamo la frase della delibera perché altrimenti c’è da non credere a quello che si legge: “La Giunta Comunale auspica ed accetta l’aumento del numero di profughi in città”. L’intenzione è chiara e messa nero su bianco sulla Delibera n°91 del 12 marzo 2015 dove si conferma l’adesione al progetto della Provincia di Alessandria “Pegaso” per l’accoglienza in città di nuovi rifugiati e richiedenti asilo. La risposta dell’opposizione non s’è fatta attendere: “Noi vogliamo vederci chiaro, per capire tempi, modalità e numeri di questa operazione, nell’interesse dei casalesi. Dove pensa la sindaca Titti di collocare le persone che saranno affidate alla nostra città? Quali sono le soluzioni previste per un reale inserimento di queste persone”? ma la signora Titti sembra essere sempre più lontana dalle esigenze reali dei cittadini che dovrebero pagare anche per l’accoglienza di presunti profughi mentre non è di molto tempo fa quello che ha detto sugli immigrati che “non tolgono lavoro perché non possono essere occupati, non vivono in nessun immobile pubblico ma stanno portando soldi in città per gli affitti, il vitto e l’abbigliamento” e, aggiungiamo noi, laute prebende per chi si trova in prima persona a gestire quello che, a livello nazionale, emerge chiaramente essere un vero e proprio business sulla pelle di disperati che dopo un anno di mantenimento a spese dello Stato, tranne che in pochissimi casi, saranno abbandonati alla propria sorte privi dei mezzi per condurre una vita dignitosa in Italia. Non è di molto tempo fa (21 novembre 2014) la notizia, riportata da noi per primi come al solito (e gli altri, come al solito, dietro, a rimorchio per non fare la solita figuraccia), dell’arrivo ad Alessandria di una trentina di profughi (ma altri sono andati a Ovada ed in altre città rosse della provincia) ospitati in appartamenti ammobiliati a spese degli alessandrini. Uno degli artefici della terribile trovata è l’architetto Gianni Ghe, post comunista oggi Pd, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ma anche presidente della Casa di Riposo Borsalino di Corso Lamarmora, che ha avuto l’idea di ospitare i profughi (a 30 euro al giorno per persona) affittando degli alloggi ammobiliati in città (di chi? Ha fatto una gara o ha privilegiato qualche proprietario suo amico?) e ce li ha infilati dentro a gruppi di 5 o 6. La cosa lascia per lo meno perplessi in quanto l’attività di intermediazione immobiliare non è prevista dal piano di accoglienza dei profughi del governo italiano, e neppure dagli altri enti pubblici di livello inferiore. Tutto ciò accade ora anche a Casale ma l’opposizione è sul pezzo: “Chiediamo all’amministrazione Palazzetti la stessa attenzione anche nei confronti dei giovani disoccupati, degli esodati, dei cittadini sottoposti a sfratto e delle migliaia di suoi concittadini in difficoltà. La crisi di questi anni ha fatto emergere nuove povertà, nuovi bisogni, nuove necessità. A questi casalesi deve essere data una mano, prima di poter pensare a nuovi ospiti”. Forza Italia ha fatto sapere che saranno organizzati gazebo per raccogliere firme contro la decisione della Giunta di dare corso al famigerato progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), almeno fino a che non saranno chiari costi, numeri, modalità, tempistiche e tipologie di accoglienza e, soprattutto, fino a che analogo progetto di aiuto non sia messo in campo per le famiglie casalesi in difficoltà. I gazebo saranno piazzati in Via Saffi (sotto alla Torre Civica) e in Piazza Mazzini.

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