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SETTIMANA DI FUOCO PER IL TERZO VALICO

Arquata Scrivia (Mattia Carrea) – Non si spengono le polemiche intorno al Terzo Valico in Valle Scrivia e nelle altre valli interessate dal progetto. Sabato 18 si è svolta ad Arquata Scrivia una marcia popolare che ha coinvolto l’intero movimento No Tav No Terzo Valico locale, con la partecipazioni di delegazioni  provenienti da altre zone d’Italia. La manifestazione è partita alle ore 14 dalla stazione ferroviaria e, percorrendo le vie del paese, si è conclusa in piazza Santo Bertelli, svolgendosi in modo pacifico ed ordinato. Obiettivi rivendicati la chiusura immediata dei cantieri, la messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico, la cancellazione della legge obiettivo e del decreto “Sblocca Italia”, e il dirottamento dei fondi a spese sociali. Rivendicazioni sostenute con fermezza ancora maggiore, alla luce di quanto emerso dall’inchiesta sugli appalti delle cosiddette Grandi Opere aperta dalla Procura di Firenze, che ha portato all’arresto del superdirigente Ercole Incalza.
Intanto a Serravalle Scrivia il gruppo di minoranza Serravalle Futura (rappresentato in consiglio comunale da Elio Pollero e Walter Zerbo), particolarmente sensibile alla tematica, ha presentato un’interpellanza all’amministrazione in merito allo stato dei lavori nei cantieri del Terzo Valico di Libarna. Serravalle Futura si dice preoccupata per la comparsa di grandi sacchi bianchi dal contenuto imprecisato. Esisterebbe la possibilità che non si tratti  di semplice terra di scavo visto che il personale, nelle aree interessate, sarebbe dotato di tute e maschere non utilizzate normalmente dagli operatori del cantiere. Alla luce di quanto rilevato, il gruppo di minoranza ha chiesto all’amministrazione di chiarire se sia esercitato un controllo sulla natura di questo materiale e di specificare se il Cociv avesse libertà di spostarlo in territorio del comune ovvero fosse necessaria l’autorizzazione dell’Ente.
Intanto mercoledì saranno probabilmente discussi i ricorsi delle associazioni ambientaliste e dei cittadini al Tar del Lazio, dove sarà chiesto l’annullamento degli atti che hanno permesso al Cociv di avviare i cantieri in Valle Scrivia e Val Lemme.

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