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QUANDO I PONTI SVETTANO ALTI COME TRAMPOLINI

Alessandria – Ma l’EXPO di Milano è stata inaugurata? Doverosa domanda che si pongono gli alessandrini che credono negli articoli pubblicati dalla Stampa di Torino più che nella Bibbia. In un articolo, in data 20/2/2015, Miriam Massone intervistando l’architetto Dante Benini (che è poi quello che il ponte Meier lo sta costruendo davvero) riportava questa sua previsione: “Verranno i turisti dell’EXPO a visitarlo e a fotografarlo”. Poiché  non abbiamo visto nessuno, forse ciò è dovuto alla nostra miopia o alla nostra distrazione? Approfittando della sua presenza in Alessandria l’architetto Benini ha pure espresso sprezzanti giudizi su un altro ponte alessandrino (il Tiziano), vanto di passate amministrazioni: “Un prefabbricato come ce ne sono a centinaia…”. Peccato  che a noi ingenui e provinciali alessandrini che l’abbiamo pagato, sia stato presentato con grande enfasi, come una delle meraviglie della tecnica moderna collaudando in tal modo il livello di credulità della città per poterlo poi utilizzare in altri analoghi e ben più costosi giochetti. Ugualmente condividiamo ciò che ha detto l’architetto Benini sul troncone del vecchio ponte abbattuto (non in pietra, come ha scritto la giornalista, ma in mattoni): “Non ha alcun valore storico ed è del 1890: Napoleone qui non ha messo piede e pertanto andrebbe abbattuto”. Sul fatto che Napoleone non vi abbia messo piede non abbiamo dubbio veruno, anzi Alessandria sarebbe giustificato oggetto di pellegrinaggi da ogni parte del mondo se Napoleone fosse riuscito a visitarlo visto che morì il 5 maggio 1821. Caso mai il troncone del vecchio ponte avrebbero dovuto conservarlo per fare vedere ai posteri come si costruiva un tempo. Sotto la volta del ponte c’erano i segni delle schegge di una bomba da aereo da 220 chili esplosa di fianco allo stesso senza però riuscire ad abbatterlo. Se la cosa fosse capitata ad uno dei ponti costruiti nell’alessandrino in questi ultimi anni ne sarebbe rimasto ben poco. E per di più il citato ponte Tiziano ha già dovuto essere riparato a pochi anni dall’inaugurazione. Probabilmente per  ricordarci che gli italiani sono un popolo di artisti e poeti, l’architetto si è pure abbandonato ad alcune immagini liriche riferite al ponte Meier: “Li vedo, me li immagino ogni giorno: ragazzini con il rollerblade, bambini con lo zucchero filato e coppie mano nella mano che attraversano il ponte con in sottofondo il rumore del Tanaro che ribolle”. A onor del vero a ribollire, e aggiungiamo noi, con ira, non è il Tanaro ma il sangue degli alessandrini per una serie di comprensibili motivi.
Primo: il costo del ponte Meier è stato la principale causa del fallimento della città con conseguente elevazione al massimo livello di tutte le tasse ed i balzelli comunali.
Secondo: l’accumularsi dei disagi dovuti alla difficoltà dei collegamenti con il sobborgo Cittadella in cui, a completare l’opera, non esistono negozi e chi non ha la macchina è rimasto isolato.
Terzo: per l’accrescersi di una serie di misteri e di dati sul costruendo ponte. Non si sa ad esempio dove venga a congiungersi sul lato sinistro del Tanaro con la strada per Torino.
A riguardo circolano voci sinistre ed urbanisticamente terrificanti, come l’abbattimento di Porta Reale o peggio ancora la creazione di una strada ad alto traffico che tagli in due la Cittadella iniziandone così la demolizione. Non si riesce nemmeno poi a sapere qual è il reale costo, che si prevede altissimo, della manutenzione del ponte Meier, ponte in ferro che richiede periodicamente di essere riverniciato affinché non si trasformi in un groviglio di ruggine. Siamo in attesa di notizie a riguardo.

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