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UNIONI MONTANE: ENNESIMA PROROGA

Alessandria – Ancora una proroga. Le Comunità montane continueranno a esistere anche dopo il 30 giugno. L’ulteriore rinvio per la chiusura degli enti è stato necessario in quanto i piani di riparto di debiti, crediti e beni, nonché dei dipendenti, non sono ancora stati approvati né dalla Regione né dalle Unioni Montane. Nel caso della Terre del Giarolo il problema principale riguarda proprio la mancata costituzione delle Unioni perché l’Unione Valli Borbera e Spinti non ha ancora un presidente e l’Unione Val Curone non è ancora costituita. Altro problema sono gli esuberi per cui 13 dipendenti della Appennino Aleramico Obertengo sono a rischio licenziamento. Poi c’è il problema dei debiti che sono costituiti essenzialmente dai mutui. Già prima di Natale era stata approvata la legge regionale che proroga perfino l’assegnazione delle funzioni legate all’agricoltura per  “garantire continuità nella gestione delle funzioni amministrative in vista del riordino complessivo della materia”. Tutto iniziò sei anni fa in occasione della Legge Finanziaria 2008 (L. 244/2007) con la quale si decise di ridurre l’autonomia delle Comunità Montane contestualmente alla diminuzione dei fondi erariali in loro favore, e alla loro presenza sul territorio. Questa normativa era recepita in Piemonte dalla legge regionale 28 settembre 2012, n. 11 per la quale devono essere costituite le Unioni Montane in forza dell’aggregazione volontaria delle Amministrazioni del territorio interessato. La normativa prevede che i Comuni sotto i 5000 abitanti in pianura e sotto i 3000 abitanti in montagna debbano gestire in forma associata le funzioni fondamentali attraverso l’unione o la convenzione. L’articolo 19 del decreto 95 ha ridefinito le funzioni fondamentali, che sono: organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile, e controllo; organizzazione dei servizi pubblici; catasto; pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale; pianificazione di protezione civile e coordinamento dei primi soccorsi; organizzazione e gestione dei servizi di raccolta e smaltimento rifiuti e relativi tributi; edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; polizia municipale e polizia amministrativa locale; tenuta dei registri di stato civile. Ancora quest’anno, a otto anni dalla promulgazione della legge statale e a tre anni dall’emanazione di quella regionale, la Regione Piemonte ha stanziato altri 6 milioni per tenere in vita le Comunità Montane non ancora chiuse.

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