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FABBIO: LA SINISTRA MI MISE IN CROCE PER LE MIE 100.000 ROSE E ORA BUTTA VIA I SOLDI PER VENTI CARISSIME E OBBROBRIOSE FIORIERE IN VIA DOSSENA

Alessandria (Piercarlo Fabbio) – Inutile arrovellarsi. Ci sono in giro due pesi e due misure ed ognuno li usa a proprio piacimento. Nel 2010 il gruppo AMAG decise di fare pubblicità ad una sua azienda adottando una quarantina di aiuole (i punti alla fine divennero una sessantina) e piantumando 100.000 rose. Spesa? 75.000 euro. Le rose giungevano dalla Moldavia e questo divertì molto la sinistra dell’accoglienza parolaia e multietnica, che iniziò subito la demolizione dell’iniziativa: i 75.000 euro divennero subito 500.000 (peccato che in quel costo vi fossero anche oltre 350 piante ad alto fusto che andavano parzialmente a sostituire le oltre 1000 mancanti in città), le meningi dei creativi di sinistra si sprecarono in petizioni in cui insegnanti ed altre categorie dovevano firmare il loro diniego all’operazione e rinunciare ad una rosa in favore di 0,75 euro per le casse di Alegas. Si andò avanti per mesi con schiamazzo dei soliti giornali di servizio. Persino il comico Crozza ci lavorò sopra. Ed è tutto dire.
Il sottoscritto e la sua vena di spendere in modo scellerato i danari pubblici fu uno dei temi della campagna elettorale. Molti nostri elettori credettero a queste maldicenze e non si recarono a votare. Ne ebbero in cambio il dissesto. Invece oggi, ecco spuntare una spesa ben più consistente fatta direttamente dalle casse disastrate del Comune: 70.000 euro per i 20 vasi di via Dossena, comprese piante. More expensive, dear Rita, much more! Infinitamente più costoso, ma nessuno si muove, escluso qualche volenteroso consigliere comunale eletto nel PDL, come Locci e Sciaudone, e i pensatori della sinistra locale si sono inariditi al punto che nulla riescono a trovare da contrapporre ad una denuncia assai più fondata della loro. Ah!, i miei rosai, dal 2011 continuano a fiorire e finora avranno prodotto milioni di variopinti fiori, fregandosene altamente delle polemiche umane e della scarna manutenzione ad essi riservata, mentre i vasi di via Dossena per ora mostrano i colori della pessima industria chimica. Non ci sono più a sinistra gli ambientalisti di una volta.

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