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IL PONTE MEIER È UN SOGNO DIVENTATO UN INCUBO, FACCIAMO BENE I CONTI E CERCHIAMO DI CAPIRCI QUALCOSA

Sommando 18 milioni del costo del ponte Meier ai 12 milioni del PISU ad esso legato si ottiene come risultato 30 e non 17. Abbiamo rifatto il calcolo più volte, anche con l’ausilio di una calcolatrice, ma abbiamo sempre ottenuto 30. Allora non è vero, come è stato detto ai giornalisti, che il ponte Meier è costato “solo 17 milioni”. Il calcolo sarebbe esatto se il ponte fosse costruito nel vuoto anziché sul Tanaro senza collegamento alcuno alle sue estremità. Inoltre, bizzarria dell’artista creatore, il suo piano stradale è ben più alto di quello delle sue vie di accesso. E allora per porvi rimedio, che fare? Creare una doppia ed elegante scalinata  ispirandosi a quella di Calatrava a Venezia? Ma poi ci sarebbe qualcuno, mai contento, che troverebbe da ridire affermando che creerebbe dei problemi per le auto e ancora peggio per le moto. Costruire un moderno ascensore a gettone che contribuisca al pagamento del ponte rialzando i veicoli alla sua altezza? È anche possibile affidarsi al metafisico e provare ad officiare appositi esorcismi per fare levitare le strade parallele al Tanaro. In nome del risparmio, saranno probabilmente progettate due rampe di accesso con inclinazione di una decina di gradi, ossia molto ripide, per non finire dentro la Cittadella, con risultati pratici ed estetici assai poco gradevoli ispirandosi a quelle dei garage dei condomini. Qualsiasi sia la soluzione prescelta, occorrerà poi affiancarla, come promesso alla cittadinanza, con una passerella ciclopedonale, che il progetto originale prevede in legno. E non è finita. Per regolare il traffico in entrata ed in uscita, cosa si fa? Si costruirà la solita rotonda ispirandosi a quelle già presenti a decine su tutte le strade alessandrine? Cosa facile a farsi sulla sponda destra del Tanaro (verso la città), ma praticamente impossibile a farsi in sponda sinistra senza demolire ciò che vi è già costruito. La proposta ufficiale prevede di risolvere il tutto con dei semafori, col risultato di interrompere per ben due volte il traffico, sia in ingresso che in uscita dal ponte. E così, dopo avere speso 30 milioni, fatto fallire il Comune per pagarlo, distrutto un ottimo ponte tardo ottocentesco, molto amato dagli alessandrini, che non contrastava con l’architettura della vicina Cittadella, il traffico sarà rallentato anziché agevolato. Non si sa poi che fine facciano i terreni edificabili sulla strada per Pavia di fronte all’Osterietta. Doveva insediarsi un supermercato, ma almeno quest’ultima follia è stata per il momento impedita, forse perché ce ne sono già troppi e tutti quanti in crisi per sovradimensionamento. Arrivati a questo punto c’è solo da rimpiangere che non sia possibile ricostruire l’efficiente, robusto e che non costava nulla, storico ponte della Cittadella, criminosamente distrutto dopo una serrata campagna di menzogne, inganni e falsità che ha coinvolto l’intera classe di potere alessandrina.  Chi non si ribella al male ne diventa complice.

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