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L’ENCICLICA “LAUDATO SI'” CONTIENE QUALCHE INGENUA CONSIDERAZIONE

Il giorno in cui fu annunciata l’uscita dell’Enciclica Papale sull’Ambiente (“Laudato si’”: chissà quanti, fra i giornalisti, che per primi l’hanno saputo, hanno capito l’allusione all’opera di San Francesco d’Assisi) partecipavo a uno di quei convivi che riuniscono ex compagni di scuola (la famosa Terza B), che 58 anni fa si facevano invidiosi sgambetti e oggi, consapevoli della propria decrepitezza, si scambiano cortesie e complimenti. Comunque tutti laureati nelle più prestigiose università di Milano: allora i “cervelli” non fuggivano in quei Paesi “civili” dove il ricercatore lavora poco, non “trova” niente, eppure guadagna tanto. E noi li rivogliamo indietro! Ma se li tengano pure questi cervelli fuggiti; con quelli che ci restano in casa facciamo senz’altro una migliore figura, almeno dal punto di vista della volontà di lavorare e di spremersi per i propri connazionali, per uno stipendio “basso”, ma che almeno per me, che l’ho sperimentato per tutta una vita, in Italia è “giusto”.
Sia come sia, il più illustre del gruppo di commensali, che festeggiavano il 55° anno dal diploma liceale (classico), è addirittura vescovo a Como: quale migliore occasione per interrogarlo sulla già famosa Enciclica, che naturalmente nessuno, nemmeno il vescovo, ha letto? (128 pagine, dicono). Io almeno ho spulciato su Internet una grande quantità di prevedibili quanto autorevoli commenti favorevoli: “Ecco il Papa ecologico, finalmente!”. Chissà che fatica avrà fatto a ricopiare dai giornalini parrocchiali le solite banalità.

LA TAVOLATA
Trovandomi io a un’estremità della lunga tavolata, dove si parlava d’altro, afferravo solo frasi smozzicate della più importante discussione che si svolgeva al centro, ma questo bastava per farmi intuire che medici, ingegneri e letterati che attorniavano il prelato (a quei tempi ante ’68 non c’era ancora la laurea in Comunicazione, oggi alla portata di ogni “velina” o partecipante al Grande Fratello) sparavano sciocchezze a raffica che solo più tardi ho ricostruito con gran delusione, avendo io stesso trascorso gli anni migliori nelle stesse scuole (Università compresa), assimilando quindi le stesse sciocchezze che poi però ho avuto la fortuna di correggere continuando a studiare (contrariamente agli altri, divenuti tutti “manager” o “primari”) durante l’attività lavorativa da tecnico, chiamato scherzosamente “spellafili” a causa del lavoro più spesso “manuale” che manageriale.
Ne sono seguite le dovute ramanzine da parte mia (c’è stato anche il solito medico che sostiene di aver fatto ricerche a 365 gradi), che desidero riassumere qui per non sprecare lo sforzo che, sostenuto durante e dopo il pranzo, avrebbe potuto nuocere alla mia salute; ma, a parte gli scherzi, è un esempio di come i più titolati culturalmente, in Italia e nel mondo “civilizzato”, recepiscano senza riflettere e senza criticare autonomamente le più strampalate (e, aggiungo sempre io, superstiziose) tesi scientifiche e tecniche, estendendo così il danno alle classi meno colte o meno giovani, a partire dai parenti più stretti. Il pretesto che anche un Papa (e in questo caso parliamo addirittura degli ultimi tre papi) condivida alcune di queste tesi non si regge in piedi e aggrava semmai la sua posizione  e dei suoi consulenti scientifici (ammesso che li consulti).

L’ENCICLICA
Ecco dunque i punti salienti.
Alla domanda: “quando sarà debellato l’inquinamento” (non meglio specificato)? ho sentito rispondere: “quando si smetterà di utilizzare petrolio e idrocarburi affini”; e alla successiva domanda: “ma esiste l’alternativa a petrolio e affini?” ho sentito rispondere: “Sì, ma non c’è l’interesse e la volontà delle grandi potenze economiche di utilizzarla”, aggiungendo anche seriamente: “tutto sta a vedere lo sviluppo degli studi sull’idrogeno” (io aggiungo, come sempre: “con tutte le altre “alternative” di cui si (stra)parla, perché proprio l’idrogeno, che di tutte le alternative si è rivelato da oltre un secolo il meno conveniente, sia in fase di estrazione, che in fase di utilizzo? Neanche ci si possono gonfiare i palloncini in fiera!”).
Poi qualcuno si è collegato all’idrogeno per parlare della “fissione nucleare”, confondendola come sempre con la “fusione” e dimostrando come soprattutto in campo medico nessuno, neanche i radiologi, abbiano la minima idea della fisica nucleare elementare (non c’è bisogno di arrivare alla meccanica quantistica o alla relatività), ed è per questo che prescrivono spensieratamente ad ogni pie’ sospinto radiografie, scintigrafie con traccianti radioattivi e TAC, con ripetizioni immediate in caso di dubbio, oltre alle radioterapie associate alle cure dei tumori: se la radioattività provoca il cancro (e purtroppo lo provoca spesso anche alle dosi radiologiche, più o meno ripetute) potrei scommettere che la metà dei tumori curati nelle prospere strutture fondate da Veronesi e suoi ingordi discepoli proviene dagli scriteriati metodi diagnostici (e cosiddetti “preventivi”), in uso sempre crescente da oltre un secolo e che quasi l’altra metà è provocata dalla mania dilagante del controllo di vari organi “a rischio”, in particolare dei “nei”, che sarebbero senz’altro di meno se si evitasse di restare spaparanzati e nudi al sole o addirittura sotto le lampade UVA: altro che lotta al “buco dell’ozono” che riscalda i pinguini dell’Antartide.

LA SCIENZA CONFUSA, E NON INFUSA, DEL PAPA
Ho saputo che la discussione si è interrotta qui e ho l’impressione che si confidi eccessivamente nella scienza infusa di un Papa che, per quanto buono sia, ha tanta scienza in-fusa (io direi piuttosto con-fusa, come del resto avevano i suoi due predecessori) quanta ne ho io, anche se molto di più dei giornalisti, dei comunicatori e dei politici. Mi rattrista che fra noi ci fossero almeno tanti ingegneri quanti medici e che la loro competenza sulle questioni energetiche e ambientali fosse la medesima (ossia nulla, come quella dei giornalisti e del Papa e dei suoi virtuali consulenti). 
E così i medici si tengono volentieri l’inquinamento, perché offre loro una grande quantità di lavoro (soldi!) su soggetti che muoiono, dopo lunghissimi trattamenti, per cause indipendenti dalla medicina (cui già Molière attribuiva effetti collaterali molto “indesiderati”); e gli ingegneri, senza chiedere aiuto ai medici, che pure moltissimo potrebbero fare nell’ambito della prevenzione, si tengono volentieri tutte quelle attività, non importa se malefiche come l’uso dell’amianto, che aumentano il “PIL” e il loro stipendio da manager industriali.

UNA SPIEGAZIONE AL RISTORANTE
Ecco dunque che cosa sono riuscito a spiegare, solo ad alcuni volonterosi e meno annebbiati dalle libagioni, nel poco tempo trascorso al ristorante e durante il ritorno a casa.

  1. LA SOPRAVVIVENZA GRAZIE ALL’EFFETTO SERRA. L'”inquinamento” (da combustione di materiale fossile carbonioso) è formato da diversi componenti, di cui l’anidride carbonica è il più abbondante e però il più pulito (ma, cosa che tutti sistematicamente ignorano, contiene sempre una percentuale fissa di ossido di carbonio che ogni medico sa certamente essere un terribile divoratore dell’ossigeno del sangue e quindi un implacabile assassino). Quasi nessuno, fra i laureati “ante‘68”, accetta (per motivi scaramantici) che il maggior responsabile (di gran lunga) dell'”effetto serra” è il vapore acqueo, e proprio nessuno sa che l'”effetto serra” è un fenomeno fisico che permette l’esistenza (sopravvivenza) sulla Terra (e per esempio non su Marte o Venere) di ogni essere vivente e quindi è del tutto improprio attribuirgli la causa del presunto riscaldamento globale con evoluzione catastrofica, di cui tutti i popoli cosiddetti “evoluti” sono convinti. Ci sono poi inquinanti “sporchi”, che derivano da cattiva raffinazione del petrolio, e degli altri combustibili fossili, o da additivi per aumentare il numero di ottani (vedi Wikipedia, per chi avesse dimenticato cos’è il numero di ottani). Ogni attività di esseri viventi, putrefazione finale compresa, produce inquinanti sporchi, così come ogni attività industriale. Le celle solari all’arseniuro di gallio, le più economiche e perciò per ora le più diffuse, sono, come dice il nome, a base di arsenico, proprio quello che si attribuisce alle sorpresine di Lucrezia Borgia, che è il più scorbutico inquinante delle acque destinate a diventare potabili. La depurazione dall’arsenico è una delle cause principali che rendono così cara, e comunque pericolosa, l’acqua di certe regioni, alla faccia della diffusione “globale” delle energie alternative “pulite”.
  2. IL SOLARE BUSINESS E IL FRACKING. Non è vero che i grossi produttori di energia non si interessino alle cosiddette “alternative” (l’energia idrica, che è da sempre la principale energia cosiddetta alternativa e rinnovabile, se la sono appropriata subito, oltre un secolo e mezzo fa): appena si è evidenziato il nuovo “business”, ecco che tutti i grandi produttori si sono messi a vendere “solare”, “eolico” e “biomasse”, riesumando estensivamente il vecchio trucco degli “incentivi” da far pagare al pubblico di utenti non ancora ecologici, trattato con opportuna campagna terroristica. La cosa è semplicissima: chi installa impianti di energia alternativa ottiene uno sconto di circa il 50%, tutto a carico di chi non li installa; e lo stesso criterio si applica globalmente, a livello di nazioni, al “Protocollo di Kyoto”, di cui nessuno conosce bene l’astuto meccanismo per rubare ai poveri per dare ai ricchi, secondo lo stile Dooh Nibor (cioè l’opposto di Robin Hood). Per questo motivo i governi più ricchi (e in testa c’è sempre la grande e benefica Germania, che tutti gli “esperti” oggi adorano e omaggiano, nonostante la poco adorabile paffuta cancelliera, dovesse pure decidere di sterminare, per esempio, tutti quelli che scrivono con la mano sinistra, perché da sempre in fondo i tedeschi sentono il bisogno di sterminare qualcuno di tanto in tanto) promettono per il 2030, massimo 2050, l’azzeramento dell’uso dei combustibili fossili. A tutti i miei 25 lettori (e, se potessi, al Papa) chiedo: con che cosa si costruiscono e si costruiranno le infrastrutture delle energie alternative e rinnovabili? Non certo col “nucleare”, a quanto mi risulta, specialmente dopo l’ostracismo subdolamente decretato anche dalla suddetta cancelliera, e nemmeno con la legna da ardere (c’è pur sempre la torba, ma non credo che basti, e poi, come dicevano i Russi nell’800, “bisogna chinarsi per raccoglierla” (Cechov)). Per fortuna qualcuno ha inventato il “fracking”, che sta facendo attraversare all’America un inaspettato boom economico, che si estenderà presto a quasi tutti i Paesi del mondo, eccetto l’Italia, che già sta preparando cartelli con la scritta “NO FRACKING”, da sostituire all’abusato “NO TAV”. E, lo si voglia o no, è il “fracking” (vedi Wikipedia) l’attuale e non troppo provvisoria alternativa al petrolio e al gas asiatici e africani: certo per alcuni secoli il “gas d’argilla“ o il “petrolio d’argilla”, risultanti dal “fracking” (“shale gas” o “oil gas”), copriranno il fabbisogno degli oltre sette miliardi di “umani”, che finalmente potranno nutrire anche quel miliardo e mezzo di loro che oggi soffrono la fame. E tutto questo col vantaggio di non dover più muovere guerra ai depositari del petrolio tradizionale. Solo l’Italia, impossibilitata dai suoi Black Bloc e dai suoi pavidi governanti a usare il “fracking”, spenderà fino all’ultimo centesimo dei suoi “risparmi” per approvvigionarsi oltre confine, e dovrà allearsi a tipacci poco raccomandabili come i Libici per avere la garanzia di accendere gas e luce.
  3. UNA DIVINITÀ FALLITA. I combustibili saranno per secoli ancora quelli fossili e i miliardi di euro spesi per lo sviluppo dell’idrogeno (quello volgare ottenuto dall’acqua per ritrasformarlo in acqua, o quello “chic”, da usare su ITER o IGNITOR per ottenere la “fusione nucleare” (vedi Wikipedia) fra un secolo) saranno stati veramente “buttati”, anche se avranno fatto lavorare, inutilmente, migliaia di ricercatori per tre o quattro generazioni. Qualcuno adora ancora l’idrogeno, l’elemento numero UNO della scala di Mendeleev, la base della “divina” reazione nucleare nel Sole e probabilmente nelle altre stelle dell’Universo, l’Elemento più diffuso nell’Universo intero, come si insegna in tutte le scuole del mondo ai già superstiziosi scolaretti, ma si dovranno rassegnare ad adorarlo come una divinità completamente fallita, che non porterà nessun vantaggio superiore a quelli, non certo trascurabili, portati negli ultimi quattro o cinque miliardi di anni, ma non risolverà gli attuali problemi energetici, climatici e di inquinamento della Terra.
  4. NUOVE FONTI. L’alternativa alle fonti energetiche qual è, visto che:
    a. i fossili sono “sporchi” (non si è parlato del carbone, che è il più sporco, ma forse il più abbondante tra quelli “tradizionali”);
    b. le rinnovabili-alternative (eccetto le cadute d’acqua) sono un bluff, sfruttato intelligentemente dalla mafia italiana, ma forse anche da quella cinese e russa;
    c. l’idrogeno, che, è il caso di ripeterlo, non si trova in Natura allo stato libero, perché, per motivi suoi, si attacca a qualunque cosa incontri e perciò richiede immensi sforzi per la separazione, non ripagati dalla resa energetica (è peggio dei fiammiferi);
    d. il “nucleare a fusione” è una chimera mangiasoldi (10 milioni di gradi, più o meno, sono la temperatura a cui deve resistere il contenitore dell’impianto, alla faccia del doppio involucro di calcestruzzo e acciaio richiesto da un reattore a fissione);
    e. la “fusione fredda” è una bufala per truffatori principianti (ci sono cascati molti nostri ministri e professori, compresa la Milly Moratti);
    f. il “nucleare a fissione”, civile, è bandito, senza un reale motivo scientifico, praticamente in seguito alla strage di Hiroshima, non “civile”, dal 6 agosto 1945 (e Enrico Fermi sarà presto cancellato dai libri di storia, a causa di ciò; si salverà Einstein perché con abbondanti e bene azzeccati pianti di coccodrillo ha rinnegato il suo appoggio alle bombe nucleari)? (questo punto interrogativo si riferisce alla domanda nella prima riga del paragrafo). La mia risposta ovvia e banale è che un’intelligente ri-direzione della ricerca mondiale porterà alla scoperta di una FONTE DEL TUTTO NUOVA e praticamente imprevista (in fondo il reattore nucleare a fissione di Fermi è nato praticamente “per caso”, grazie ai neutroni rallentati con la paraffina), che fra qualche secolo permetterà di rifare completamente il panorama energetico, ambientale e, poco probabilmente, climatico del Pianeta: è il caso di ripetere che le fonti cosiddette alternative e rinnovabili citate finora, cadute d’acqua e idrogeno comprese, sono vecchie come il cucco, e arcinote a scienziati e a dilettanti cantinari, e non vale la pena investirvi altre ingenti quantità di soldi a solo scopo di ricerca. Se è per dare “pane e lavoro” alla gente, ben vengano gli investimenti, ma non si dica che si sta facendo “innovazione” quando l’uso dell’idrogeno, per esempio, si può considerare estinto con l’incendio dell’Hindenburg nel 1938.

 

IN ATTESA DI UN SECONDO EINSTEIN
Quindi, auguri ai nostri discendenti del quarto millennio, che saranno tantissimi e in buona salute, purché la Terra non incappi prima in qualche asteroide o coda di cometa il cui impatto è ovviamente oggi imprevedibile.
E tutto ciò non è una mia personale fantasticheria, ma pura scienza, raccontata “ad usum delphini”, ma senza possibilità di smentita, né da papi, né da governanti bianchi o neri, fino a che non sarà nato un nuovo Einstein, personaggio che non si intravvede purtroppo fra i duemila ciarlatani del clima riuniti a formare l’IPCC (vedi Wikipedia; è l’organismo scientifico dell’ONU che SI DOVREBBE occupare dei problemi climatici, energetici e quindi ambientali del Pianeta, e che dal 1992 ha solo deliberato, nel 2013, finalmente, e sbagliando clamorosamente, che circa il 99% dei danni ambientali è dovuto ad attività antropiche); a dicembre di quest’anno l’IPCC darà l’ennesima prova, a Parigi, dell’ignoranza scientifica mondiale, dopo ben 23 anni di vita a sbafo, a spese del popolino ignorante e sottomesso da stregoni e governanti.
Chissà se il Papa si sarà ricordato nell’Enciclica di mettere in evidenza che il maggiore risparmio energetico, e quindi il minore inquinamento, e perciò la massima salvaguardia dell’”ambiente”, si sarebbero ottenuti da sempre e si otterranno in futuro solo abolendo le industrie degli armamenti e di conseguenza le guerre? Ho paura che per questo dovremo aspettare la prossima enciclica. Infatti l’argomento sembra “tabù” e non si percepisce che sia preso in considerazione neanche dall’ultracollaudato (e fallimentare) Protocollo di Kyoto.

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