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IL RADDOPPIO DEL CANALE DI SUEZ HA DEFINITIVAMENTE UCCISO IL TERZO VALICO: PASSATA LA FESTA GABBATO LO SANTO

Agosto non è soltanto il mese delle ferie. È anche il mese dell’infamia  in cui vengono commesse le azioni più ignobili. È il mese in cui vengono licenziati gli operai in sovrappiù dalle fabbriche,  fatte passare  in Parlamento vergognose “leggine”  a favore di questo o di quello, e non per nulla è anche il mese in cui è stato abbattuto il ponte della Cittadella di Alessandria, che non era assolutamente da abbattere. Ma quest’anno, si è persino superato ogni record truffando gli stessi complici dell’inutile Terzo Valico, privandoli di parte del maltolto che era stato loro promesso se avessero approvato il costosissimo tunnel sotto l’Appennino Ligure. Ma stiamo ai fatti. Per approvare la demenziale perforazione di 54 chilometri di galleria fu indispensabile ottenere il consenso dei Comuni attraversati. Poiché era palese che tale operazione non sarebbe servita assolutamente a nulla (per motivi che spiegheremo più avanti), ma conoscendo bene la voracità dei sindaci, soliti agire non per logica e ragione, ma per mercede, si inventarono le cosiddette “opere compensative”: a chi avesse detto di sì a questa indegna speculazione sarebbero stati riconosciuti finanziamenti pubblici per ampliamenti stradali, rotonde, viadotti, tangenziali ed affini. Un’operazione di pubblica generosità solo in apparenza, ma in realtà una furbata per consentire uno dei maggiori sprechi della recente storia d’Italia. Se non che, in nome dell’infamia e della cialtroneria nazionale, anche questo patto scellerato non è stato mantenuto e, passata la festa (ossia ottenuta l’approvazione ai lavori del Terzo Valico) i soldi per le “opere compensative” sono evaporati. E non è poco essendo stati promessi ai sindaci locali finanziamenti pari al 5% del costo dell’intero Terzo Valico. Soldi inopinatamente ridottisi al 2% per intervento del Ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. E non è detto che saranno dati almeno questi. Non abbiamo il coraggio di immaginare cosa sarebbe capitato se il tutto fosse avvenuto in Calabria o in Sicilia.
I sindaci e gli onorevoli locali, che secondo le italiche tradizioni, avevano già promesso tutto a tutti, sono oggi in agitazione. Ma per il momento con nulli risultati, visto il modesto peso politico degli stessi. In compenso  personaggi  autorevolissimi, come l’onnipotente Fabrizio Palenzona che nell’alessandrino è tenuto sugli altari e fa miracoli al pari di San Gennaro a Napoli, ha dichiarato che il Terzo Valico non serve assolutamente a nulla se Genova non riuscirà ad entrare in concorrenza con i grandi porti atlantici, come Rotterdam ed Amburgo. Che si riesca a farlo, noi abbiamo notevoli dubbi, per non dire certezze che non si farà per niente. Con l’ampiamento del canale di Suez entreranno nel Mediterraneo portacontainers da oltre 200 000 tonnellate, oggi costretti a circumnavigare l’Africa. Navi di quella stazza non potranno mai attraccare a Genova il cui fondale massimo è 14-15 metri. In compenso potranno attraccare a Savona il cui fondale è superiore ai 25 metri. Stando così le cose sembra di essere tornati ai tempi della guerra di Fiandra quando i rifornimenti spagnoli sbarcavano nel savonese per poi venire nell’alessandrino utilizzando le strade lungo le valli del Bormida e del Tanaro. Ora cercano di accelerare al massimo i lavori del Terzo Valico e per questo vi hanno trasferito i denari prima destinati ai Sindaci proprio con lo scopo di portarli avanti il più possibile prima che diventi di dominio pubblico il fatto che non servono assolutamente a nulla se non a fare ingrassare le imprese coinvolte. E intanto c’è il rischio di elezioni anticipate. Le sedi dei partiti sono vuote e così le loro casse, e senza soldi è praticamente impossibile vincere le elezioni fatte con metodi sempre più simili a quelli nordamericani in cui il denaro speso per la propaganda è dominante sull’inconsistenza dei programmi e di promesse politiche sempre meno credibili.

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