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LUGLIO – SETTEMBRE 1943: LA LEALTÀ DEL MAGGIORE ALESSANDRINO DELLA RISERVA VALENTINO BORGO E GLI SBARCHI MAFIOSI E CAMORRISTI DEGLI ALLEATI

di Andrea Guenna – L’alessandrino Valentino Borgo, cugino primo di mio padre Alberto, maggiore di artiglieria della riserva e primogenito di Enrico Borgo (giornalista e direttore de Il Fuoco, nonché maestro massone e venerabile di una loggia alessandrina alla fine dell’ottocento) e della pedagogista socialista Lina Borgo Guenna (a proposito, signora Rita Rossa, che fine hanno fatto le sue sperticate promesse di organizzare conferenze e manifestazioni in ricordo di mia prozia, intitolarle una via o una piazza o una scuola, promesse strombazzate ai quattro venti prima delle elezioni del 2012?), che nacque ad Alessandria il 24 luglio 1896, non si fece disarmare ma combatté al fianco degli alleati tedeschi fino a giovedì 9 settembre 1943 quando, a Salerno, fu ferito ad un polmone dagli Angloamericani durante il loro sbarco. Per quella ferita, che non si rimarginò mai più, morì dopo nove anni di sofferenze. Solo il giorno prima, mercoledì 8 settembre 1943, era stato dichiarato l’armistizio dal Maresciallo Pietro Badoglio ma il maggiore della riserva Valentino Borgo non poteva certamente lasciare i suoi soldati al loro destino ed è rimasto al loro fianco. Quindi, per il fatto di non essere stato abbastanza pronto a darsela a gambe, e per essere riuscito a non consegnare le armi ai tedeschi, non ebbe mai nemmeno la pensione di guerra. Questa è l’Italia, la stessa Italia che è stata invasa dagli Angloamericani grazie ad un primo sbarco in Sicilia organizzato dalla Mafia due mesi prima di Salerno, il 9 luglio 1943. S’è trattato si un’imponente operazione militare, prima tappa della guerra in Europa. Fu a lungo preparata dai servizi segreti britannico (Special Operations Executive, Soe) e americano (Office of Strategic Services, Oss) di cui sono stati pubblicati pochi anni fa alcuni documenti riguardanti la guerra psicologica da condurre tra il 1940 e il 1943 in Sicilia, nodo strategico del Mediterraneo. La documentazione contenuta nel libro “Operazione Husky” (Operazione Husky. Realtà e romanzo dello sbarco degli alleati in Sicilia nel 1943 – Autore Sergio Barbero – 2009, Editore Spoon River – collana Storia & storie, € 18,00) aggiunge nuovi particolari sulle iniziative degli Alleati già in parte note agli storici. L’Inghilterra di Churchill, che considerava l’Italia “il ventre molle dell’Asse”, si era mossa fin dal 1940 per distaccare l’Italia dalla Germania avendo come punti di riferimento la Monarchia, le Forze Armate e il Vaticano ritenuti ormai contrari alla guerra mussoliniana. Gli Stati Uniti si attrezzarono per affrontare militarmente l’invasione della Sicilia col “Progetto Sicilia” messo a punto nel luglio 1942 da Max Corvo (Augusta, 20 maggio 1920 – Middletown –  Connecticut, 4 giugno 1994), un siciliano espatriato in Usa per raggiungere il padre esule e diventato un militare statunitense nonché direttore dell’ufficio italiano dell’O.s.s. Il piano di Corvo prevedeva la penetrazione nell’isola di agenti informatori italo-americani per prender contatto con settori disponibili della popolazione e fomentare atti rivoltosi in vista dello sbarco. Nel libro di Barbero risulta chiaramente l’esistenza di accordi sottobanco con la Mafia e del ruolo determinante svolto dal capobastone siciliano Genco Russo. Inoltre il Governo Militare Alleato del colonnello Poletti insediò alcuni sindaci mafiosi tra cui il capobastone Calogero Vizzini a Villalba.
Charles Poletti (di padre novarese espatriato negli Usa durante il fascismo) fu in Italia al seguito delle truppe di occupazione quale capo degli Affari Civili della VII armata americana. Per l’amministrazione militare alleata guidata dal generale inglese Francis Rennell Rodd fu il responsabile civile della Sicilia, dal luglio 1943 al febbraio 1944, di Napoli e della Region III, poi di Roma e infine di Milano, dove il 30 aprile 1945 assunse la carica di governatore della Lombardia. E proprio a Napoli ebbe quale aiutante e interprete ufficiale Vito Genovese, luogotenente di Lucky Luciano.
Insomma la Mafia e la Camorra furono determinanti per l’invasione angloamericana in Italia.
E ci meravigliamo se comandano loro?

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