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ENERGIA: CON SERRACCHIANI GOVERNATRICE IN FRIULI I COSTI CON IL “PER” AUMENTERANNO ANCORA

Udine (Renzo Riva) – Il 21 Settembre sarà in dirittura d’arrivo il PER (Piano Energetico Regionale) dopo due mesi di incontri e valutazioni coi vari attori presenti sulla scena regionale. Fra questi il prossimo lunedì pomeriggio (dopodomani) ci sarà quello della federazione sindacale con l’assessore competente, come anche riportato sul Messaggero Veneto di oggi Sabato 12 nelle pagine della cronaca regionale. Sono trasecolato alla lettura del “libro dei sogni” che i sindacati hanno preparato per tale “vertice”. Eppure le tre federazioni hanno al loro interno – gli sciorinatori dell’inglesorum direbbero “in house” – le federazioni degli elettrici che sull’argomento dovrebbero almeno insegnare ai loro capi a non dire e scrivere delle sciocchezze. Siamo alle solite. Alcuni anni or sono la maglia nera dei prezzi dell’energia elettrica apparteneva alla Danimarca che aveva installato una miriade di “mulini a vento”, seguita a ruota dall’Italia. Oggi invece e dopo i 38,5 Gw di potenza elettrica fotovoltaica installata e tanti “mulini a vento”, alla Germania va la maglia nera seguita dalla Danimarca e poi ancora dall’Italia… sempre sul podio. Purtroppo i sindacati hanno perso il treno dell’elettronucleare e niente potrà più sanare l’endemica penuria del mix energetico. Per questo vorrei complimentarmi con gli estensori del Piano in quanto hanno evitato di proporre fra le varie fonti energetiche quella dell’elettronucleare, con la scadenza prossima dei cinque anni dal referendum che bocciò, e per la seconda volta, tale importantissima ricchezza per il Paese. Scrissi, in una mia lettera del 8 Aprile 2008 pubblicata su queste stesse colonne: “Irraggiungibile 25% di rinnovabile”, e la sua ironica conclusione era: “Comunque si potrà agevolmente raggiungere il 25%: basta solo metterci un po’ d’impegno e deindustrializzare ulteriormente qui in regione. Pensate, se chiudono Pittini, Fantoni, Abs e altre aziende energivore potremmo anche arrivare al 40% del “non più” fabbisogno energetico regionale. Contenti tutti, vero? Auguri per un 50%”.
Conclusione quanto mai attuale oggi.

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