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ANCORA SULL’OMOSESSUALITÀ: TERTIUM NON DATUR

Milano (Federico Fossati) – E così il mio primo articolo semiscientifico (http://www.alessandriaoggi.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=2732:l-omosessualita-non-e-la-norma-dio-creo-l-uomo-a-sua-immagine-a-immagine-di-dio-lo-creo-maschio-e-femmina-li-creo-genesi-27&Itemid=108) sull’omosessualità ha destato scalpore, il che fa sempre piacere a un giornalista. A questo punto però è necessario chiarire gli eventuali punti oscuri e i malintesi, per onor di verità e per il gusto della precisione nella diffusione dell’informazione.
Infatti l’articolo non deriva da nessun retroscena politico o ideologico, ma solo dall’osservazione che la Natura provvede alla procreazione per la continuazione delle specie, che lo strumento della procreazione è il sesso e che ciò può avvenire unendo due elementi complementari, quello maschile e quello femminile, come si usa dire nella lingua italiana.
Un numero abbastanza limitato di specie si riproduce per ermafroditismo (l’origine della parola è mitologica, ma in sostanza significa “assenza di sesso”, e perciò l’ermafroditismo resterà fuori dal nostro discorso sul sesso), ma non risulta nessuna specie che riesca a riprodursi unendo fra loro i due sessi dello stesso tipo.
Per invogliare alla riproduzione, la Natura ha provveduto anche a creare il “piacere”, soprattutto nel momento dell’unione tra due sessi diversi, ma ha dimenticato (forse per assenza di software adeguato) di annullare, totalmente e per tutti, il piacere nel caso di manipolazione di un unico sesso o di due sessi dello stesso genere. Essendo la ricerca del piacere molto ambita da ogni essere vivente, si è presto scoperto che questo insorge appunto ogniqualvolta si stimolino le “zone erogene”: se il soggetto è solo, la cosa prende il nome di masturbazione, se non è solo prende il nome di accoppiamento (due sessi, i cui organi si uniscono “regolarmente”) o orgia (più di due sessi, con unioni o stropicciamenti fantasiosi). La ricerca di piacere prende poi varie forme, chiamate eufemisticamente “giochi erotici”, che sono diverse dall’unione normale dei due organi sessuali differenti, e che assumono nomi pittoreschi nei vari dialetti, con denominazioni più scientifiche attribuite da sessuologi, psicologi o criminologi. Il sesso anale, che dovrebbe essere l’argomento che taglia corto su tutta la discussione, ma che nessuno ha il coraggio nemmeno di pronunciare, si chiama sodomia. Se i due sessi che comunque si uniscono sono uguali si ha l’omosessualità (sempre dal Greco), in un’orgia si manifesta verosimilmente la bisessualità, che, la si giri come si vuole, implica la sodomia.
La “sodomia” è stata sempre praticata ma anche sempre perseguita, benché con scarsa convinzione, nella maggior parte delle comunità (credo che oggi fra i nostri fratelli dell’Islam si rischi il taglio della testa); chiunque può immaginare perchè. Il sesso di ogni tipo con persone non consenzienti si chiama violenza carnale o stupro, il sesso con minorenni, consenzienti o no, si chiama pedofilia.
Nella specie umana (e forse anche in altre che non conosco) tutte queste cose si praticano rigorosamente in privato, sia per un bisogno di “privacy”, sia perché la maggior parte dei governi, quindi non tutti, prevedono leggi e punizioni severe contro chi pratica “sesso” (la suddetta ricerca di piacere) in pubblico. Chi pratica sesso in pubblico si chiama esibizionista e di solito viene punito, a seconda del Paese, più o meno severamente.
Non si creda che questa noiosa elencazione di termini sia del tutto inutile, perché una quantità di intellettuali pensa, come già detto, che “pederasta” sia più fine di “omosessuale”, mentre è solo sinonimo di “pedofilo” e non di altro (dal greco paidòs=bambino), e altri credono, erroneamente, che esista il termine “sadomizzare”, confondendo le svariate pratiche erotiche del Marchese De Sade con la sodomia che, invece, declina correttamente in “sodomizzare”.
Limitandoci ora alla specie umana e alle sue varietà di “gender” (anche questo ci ha portato Renzi dall’Europa Unita), non si può che confermare che esistano in natura, come per tutte le specie non ermafrodite, solo due “gender”: maschile e femminile; chi pretende che ce ne sia un terzo o un quarto commette un errore dal punto di vista fisiologico ed etologico (e l’etologia comprende anche il comportamento umano). Esistono invece solo individui particolari e non rari che conducono “stili di vita sessuale” diversa da quella naturale. Come si diceva nell’articolo precedente possono tuttavia esistere malformazioni di organi o deformazioni psichiche che praticamente costringono a questi comportamenti non naturali e sta agli interessati scegliere di correggerli (come di separare o no due fratelli siamesi) o conservarli. La tecnologia medica o psichiatrica per tali correzioni è disponibile e certo migliorabile.
Per completare la parte scientifica dell’argomento, parliamo ora della procreazione: per quella distrazione della Natura detta sopra, il piacere, che è lo stimolo alla procreazione, si produce in innumerevoli altri modi e pare che qualcuno prediliga uno o più di quelli non naturali, ossia che non portano alla procreazione. Ne consegue che un figlio può essere chiamato tale solo se proviene dall’unione naturale (spermatozoo più ovulo) di un padre (uomo) e una madre (donna). Un figlio, anche se adottato, nasce o cresce in modo non naturale se ha due padri o due madri (cioè una coppia di omosessuali) ed è del tutto immorale, e perciò, in un Paese civile, illegale, costringere un minore a vivere contro natura per qualunque motivo.
La questione trattata nel primo articolo e in questo si chiude così. 
Il problema del riconoscimento delle “coppie di fatto” dal punto di vista anagrafico, burocratico, economico non riguarda questo articolo, che quindi non comporta nostalgie naziste o fasciste contro gli omosessuali.
Questo articolo non mette neanche alla berlina nessun genere diverso dal maschile o femminile (ammesso che qualche autorità con pochi scrupoli approvi l’esistenza di un terzo o quarto sesso), e quindi non costituisce stalking e non può portare di per sé al suicidio di nessuno: se uno è indeciso se comportarsi da maschio o femmina, per favore si decida al più presto di cambiare fisiologicamente sesso, con i trattamenti medici disponibili, ma non venga a minacciare il suicidio perché gli si chiede di non costringere un bambino a vivere contro natura.
E, mi dispiace ripetermi, ma la gran parte dell’omosessualità sbandierata, soprattutto da personaggi di spicco, non proviene da malformazioni fisiologiche e psicologiche, ma da stravizi che portano chi ha mezzi economici sufficienti, perché tutto ciò ha un costo spesso molto elevato, a sperimentare tutte le “tecniche” per raggiungere quel piacere descritto sopra, fino a tentare quella (che pure non è quella estrema, ma più accessibile) della sodomia. E se uno è sodomita consenziente, perché dovrebbe offendersi e considerarsi emarginato se un non sodomita lo evita, ma non lo infastidisce altrimenti? E ribadisco infine che, omosessuali o no, è l’esibizionismo che può offendere anche una sola persona fra mille, e perciò non è giusto imporre a una comunità, che non sia formata al 100% di omosessuali o persone, diciamo così, eterodosse, una sfilata di gay-pride formata da persone seminude o nude, dipinte o tatuate, con atteggiamento arrogante e sprezzante del buon gusto (perché in fondo di buon gusto si tratta, e il brutto è brutto, chiunque ne sia “affetto”). Tanto più che una sfilata di nudisti “regolari”, anche se ne venissero esclusi tutti i brutti, sarebbe rigorosamente proibita e sanzionata in ogni Paese cosiddetto “civile”.
Alla fine mi rendo conto che è un peccato aver dovuto spendere così tante parole per dire che un bambino senza  padre e madre è un essere umano sfruttato vergognosamente, e che la bruttezza è rivoltante dovunque si trovi. Perché nessuno ha nulla da dire contro gli omosessuali, e chi scrive ne conosce e ne stima molti, ma i bambini si lasciano stare, i bambini non si toccano perché hanno diritto ad essere fatti crescere nella normalità e nella serenità, senza sentirsi fin dalla tenera età un corpo estraneo del gruppo in cui vivono (studiano e giocano). Perché sui bambini non si devono fare esperimenti sociologici, altrimenti si è dei criminali.
Ma a quanto pare, della polemica avevano bisogno alcuni (pochi ma fastidiosi) omosessuali che si sono sentiti offesi ed emarginati dall’articolo precedente: si convincano che non hanno capito niente, e soprattutto non pretendano che tutto il mondo sia pronto ad accettare il trattamento sessuale che prospettano; è inevitabile che si debbano rivolgere ai loro simili e che siano perseguiti se aggrediscono un non consenziente. Facendo due conti, il precedente articolo ha avuto un migliaio di “mi piace” su facebook ed una ventina di pareri diversi. Il 2%. Questa è la percentuale di omosessuali veri o presunti che non sono d’accordo con me (perché invece molti lo sono) e di quelli che tengono loro bordone. E per un misero 2% dobbiamo costringere l’altro 98% a leggere e sentire cose che non vuole né leggere né sentire? Siamo in democrazia e, fino a prova contraria, la maggioranza vince e la minoranza, che deve essere rispettata, non vince. Funziona così. Lo insegna Voltaire.

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