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A SCUOLA DI INFAMIA E DI MALGOVERNO

Ci trattano proprio da stupidi e probabilmente ce lo meritiamo poichè nessuno reagisce. Dalla notte dei tempi, quando le cose vanno male per le classi di potere ci si inventa qualcosa per distogliere l’attenzione dai gravi problemi del Paese mentre si cerca di accendere speranze nell’avvenire, sostenendo “domani sarà il giorno più bello e dopodomani sarà più bello ancora”. E per farlo non occorre nemmeno mentire. Basta saper manipolare il vero con una certa capacità. Ad esempio, se andiamo a chiedere ad un poveraccio che va a piedi o che usa una rugginosa Panda prima serie, se vuole un’automobile nuova la risposta è sicuramente “sì” benchè non potrà mai comperarla non avendo i soldi per farlo nè oggi nè domani. Ma con i dati raccolti ci si può permettere di affermare, dicendo il vero, che il 99% degli italiani vorrebbe acquistare una macchina nuova. Ovviamente il tutto seguito da articoli infami in cui si spiega che la crisi è passata ed una radiosa aurora si appresta a sorgere all’orizzonte. Proprio in base a questo gioco di inganni e per illudere i citrulli che tutto va bene, sono state tagliate spese in tutti i settori, compresa la sanità, meno che nel calcio, visto come la “novella religione” con cui distogliere dal reale non gradevole gli interessi delle masse. A riguardo i nazisti erano maestri ed insegnarono a tutti il gioco. Nell’inverno del 1944-45 in cui la temperatura  a Berlino arrivò a -25/-30 gradi e il riscaldamento delle case era inesistente per mancanza di combustibile, che non si era più in grado di trasportare, ed ugualmente i cibi di ogni tipo e di ogni genere scarseggiavano in modo drammatico, la propaganda nazista continuò ad alimentare in modo regolare gli animali esotici dello zoo di Berlino, vicino alle cui gabbie venivano fotografati sorridenti bambini delle scuole portati in visita per poi distribuirne le immagini sui giornali dei paesi neutrali. Benchè avessero una gravissima carenza di benzina, gli ultimi due quadrimotori che nell’aprile 45 decollarono dall’aeroporto di Berlino portavano uno la posta per i soldati rimasti bloccati nelle isole dell’Egeo e l’altro le ultime foto con immagini favorevoli alla Difesa e personaggi diretti alla Spagna di Franco. Altro sistema assai usato per distogliere l’opinione pubblica dai vari problemi reali è quello di indirizzarne i dibattiti, con la complicità di mezzi di informazione che definire infami è un complimento, verso pseudo argomenti privi di consistenza quanto inutili. In Italia è attualmente in corso una fumosa diatriba per decidere se Roma è più corrotta o meno di Milano e gli “anticorpi” dell’una siano più efficienti di quelli dell’altra. A nostro giudizio la corruzione è presente e grave in ambedue le città. Ciò che le differenzia è il livello formale, a Milano più salottiero e borghese, a Roma più plebeo, ma  in realtà assolutamente identico. Mentre stiamo pestando l’acqua nel mortaio in attesa di setacciarla, si sono modificate leggi che funzionavano benissimo. Nel contempo mentre  continuiamo a tenere fuori di galera mafiosi, grandi ladri e  grandi truffatori di Stato con scuse, condoni, indulti, prescrizioni ed affini, si sono accresciute in modo feroce e disumano, fino a 18 anni di carcere, le pene per gli omicidi causati da incidenti automobilistici. Ed il bel risultato, indegno della Patria del Diritto, ma frutto di un’emotività da casalinga isterica, è stato questo: l’Italia è l’unico Paese che punisce l’omicidio volontario molto meno di quello preterintenzionale dovuto a casuali incidenti d’auto. Altro pseudodibattito italico è stato quello all’interno del Parlamento contro il cosiddetto “insulto sessuale”, che ci ha coperto di ridicolo nel mondo. Un dibattito proprio di un Paese di maniaci sessuali di altri tempi che dà al sesso, da sempre usato come insulto, un peso ed un significato di gran lunga superiore al dovuto. Si è quasi arrivati al punto di voler regolamentare lo stesso insulto limitandone la sfera culturale di appartenenza. Ci è mancato poco che si facesse l’elenco degli insulti permessi, come “birbantello, birichino, tristanzuolo, diseducato….” e avanti così come se il litigio fosse un’attività riservata a virtuose ed educate fanciulle dell’800. Ci permettiamo di far notare che in un Parlamento di persone civili e democratiche, l’insulto non dovrebbe essere presente sotto nessun aspetto, nè libero nè censurato. Ci rendiamo conto che la nostra è una pretesa eccessiva, specie alla luce del nuovo Senato, voluto da Renzi e formato in gran parte da politici tratti dalle regioni, la buona  parte dei quali ha precedenti per appropriazione indebita, truffa, abusi d’ufficio e furti, anche se le pene sono state condonate dagli italici tribunali.

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