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IL RIPOSO DI GESÙ È LA VERA CARICA PER LAVORARE DI PIÙ E MEGLIO

Esiste una maniera intelligente per rendere al meglio nel proprio mestiere: smettere, per un po’ di tempo, di farlo. Forse è anche questa la ragione che ha portato l’uomo ad ideare le ferie d’agosto e il riposo settimanale. Un teorema lavorativo che il Cristo dei Vangeli mostra di conoscere e d’applicare come a nessuno, meglio di Lui, riuscirà: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto e riposatevi un po’”.
Riposarsi per poi riprendere con più lena, con maggior appetito, con un incalzare di energie che è frutto di un riposo assai diverso dall’ozio. Lo sarà anche dell’amore e dell’amare: ogni tanto bisogna abbandonare gli uomini per poi amarli meglio. Con più ardore. Riposatevi, apostoli: “Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare”.
Quell’Uomo la folla lo teneva nel mirino da un po’. Era l’Uomo delle feste e delle vigilie, dell’acqua e del vino, della gioia e dei riverberi: era l’occasione che rende l’uomo felice. Non lo potevano perdere d’occhio: “Molti però li videro partire e capirono”. Capirono tante cose: che si spostavano altrove, prima di tutto. Che, per non smarrire le sue tracce, avrebbero dovuto partire pure loro: capirono al volo anche questo e si misero a braccarlo, costeggiando la sponda. Capirono, infine, quell’unica cosa che valeva proprio la pena di capire: che sparito quell’Uomo sarebbe sparita pure la parola che sazia il cuore, che consola l’udito, che dà un senso anche alla spossatezza più cupa. Capirono, insomma, che dovevano seguirlo. E lo seguono, li seguono.
“Egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose”.
Conosce l’arte d’arrangiarsi e d’arrangiare la situazione più estrema: pur raccomandando il riposo, conosce il giusto ordine dell’amore. Come potranno riposare – come potrà riposare – sapendo che fuori dal loro ristoro c’è gente che invoca pace a squarciagola? Certuni giorni gli uomini s’abbandonano per poi riamarli. Certi altri giorni non s’abbandonano gli uomini per il medesimo motivo: per non dare loro l’amara sensazione d’aver smesso d’amarli.
I discepoli riposano: lui li vuole far riposare. Il maestro, invece, consola i cuori. Quel manipolo d’amici un giorno spanderanno misericordia e gaudio tra le strade di Palestina: quella misericordia e quel gaudio dei quali avranno fatto incetta nel riposarsi in lui. S’arrestano per poi ripartire: fanno il pieno, aguzzano la vista stanca, affinano l’udito stordito per le troppe voci.
Si trastullano, insomma, non per il gusto di trastullarsi ma per essere meglio capaci d’inseguire i suoi passi già dall’indomani.

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