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TEMPI BIBLICI AD ALESSANDRIA PER RISPONDERE ALLE INTERPELLANZE DEI CONSIGLIERI COMUNALI E LOCCI SI RIVOLGE AL PREFETTO

Alessandria (Max Corradi) – Un altro record mandrogno, dopo quello del Ponte Meier che costa 50 milioni e non serve a niente, dei fallimenti a raffica delle partecipate del Comune, delle scalinate sghembe in un ambito di architettura storica, delle luminarie milionarie per le mura esterne alla cittadella, delle gare annullate senza motivo (Amiu-Iren, 2012), dei quattro bilanci diversi riferiti allo stesso anno (2012), della costituzione illegale di una nuova partecipata (Costruire Insieme) – e potremmo andare avanti all’infinito -, ora c’è quello dei tempi di risposta del presidente del consiglio comunale Mazzoni ad un’interpellanza che, dopo quasi due mesi, non c’è ancora. La cosa puzza perché riguarda la gara del teleriscaldamento, per cui, dopo aver atteso la chiusura del bando, Emanuele Locci, presidente della commissione di controllo gestione, con l’interpellanza del 19 gennaio 2016, ha chiesto alcune informazioni avendo notato alcune stranezze nella procedura.
“La mia interpellanza – spiega Locci – è volta a conoscere i motivi e gli intendimenti della condotta dell’amministrazione su un determinato argomento come prevede l’art. 57 c.1 del Regolamento del Consiglio Comunale e se la sua formulazione non violi la legge. Peraltro – continua il presidente della commissione di controllo – la non ammissibilità di un’interpellanza deve essere comunicata dal Presidente del Consiglio Comunale Enrico Mazzoni entro 5 giorni dalla sua presentazione mentre in questo caso la mia interpellanza presentata in data 19/01/2016 è stata dichiarata non ammissibile solo in data 04/03/2016 dopo aver richiesto un parere al Segretario Generale in data 11/02/2016, manifestando chiaramente l’intenzione di procrastinare il più possibile la risposta prendendo tempo”.
Evidentemente i nostri amministratori non sanno cosa dire, probabilmente devono nascondere qualcosa e le osservazioni di Locci talmente sono pertinenti da mettere in crisi perfino gli uffici tecnici di Palazzo Rosso.
Cosa sta succedendo? Perché questa omertà?
Emanuele Locci, oltre a mettere in evidenza il ritardo con cui Mazzoni ha dichiarato inammissibile l’interpellanza, registra anche il ritardo con cui è giunto il parere del Segretario Generale: “Quasi un mese per fornire un parere che non è assolutamente pertinente con le mie richieste – afferma il brillante esponente di Fratelli d’Italia – in quanto copia pareri che riguardano l’accesso agli atti di procedure di gara aperte e nulla hanno a che vedere con il legittimo diritto di un consigliere comunale di conoscere i motivi e gli intendimenti della condotta dell’amministrazione nella redazione di un bando di gara chiuso. Sembra che il Segretario Generale non abbia neanche letto la mia interpellanza”.
Ha scritto a Mazzoni e ai Presidenti dei Gruppi consigliari biasimando il tentativo dell’amministrazione di non fare chiarezza riguardo al bando di gara chiuso per l’affidamento di un sistema di teleriscaldamento, chiedendo di iscrivere all’ordine del giorno del consiglio comunale la sua interpellanza affinché ne sia data pubblica risposta.
“Nel caso in cui alcuni punti della mia interpellanza violassero la legge – osserva il presidente Locci – dovrebbero essere dichiarati non ammissibili i singoli quesiti con un puntuale parere del Segretario Generale che sia pertinente al dettato regolamentare dandone motivata spiegazione, ammettendo tutti gli altri. Il fatto è che i quesiti sono tutti ammissibili perché non violano nessuna legge visto che fanno riferimento ad un bando di gara chiuso e non sono volti ad accedere agli atti delle singole offerte dei partecipanti. Ci sono dunque tutti gli estremi per supporre la malafede nel non ammettere questa interpellanza”.
Secondo l’interpellante il bando potrebbe essere stato redatto per ridurre al minimo possibile il novero dei concorenti e potrebbe essere stato studiato ad arte per far vincere gli amici degli amici per il fatto che era prevista la possibilità che, se il promotore (Egea) non fosse risultato aggiudicatario e non avesse esercitato la prelazione, avrebbe comunque avuto diritto al pagamento, a carico dell’aggiudicatario, dell’importo delle spese per la predisposizione della proposta, pari a € 1.200.000,00 + IVA, andando di fatto ad escludere dalla partecipazione alla gara potenziali soggetti interessati.
In effetti è difficile immaginare che qualcuno possa essere interessato a partecipare a fronte di simili oneri che, e questo è grave, sono ad evidente vantaggio di Egea. Almeno così c’è scritto nel bando.
Ancora più grave, secondo il presidente della commissione controllo, è il fatto che l’Amministrazione Comunale abbia preso per buona “la valutazione fatta dallo stesso promotore (Egea; n.d.r.) con lettera del 22 maggio 2014, stranamente antecedente di 6 giorni alla data di presentazione della proposta stessa”, il che vuol dire che l’ingegner Marco Neri, responsabile del bando, ha accettato senza discutere ancor prima di ricevere il documento.
Inoltre sembra che il proponente EGEA Produzioni e Teleriscaldamento S.r.l. pur non avendo i requisiti ha partecipato alla gara in associazione con un’altra società avente i requisiti, cioè AMAG S.p.A., azienda partecipata da 57 comuni della provincia di Alessandria col Comune di Alessandria, stazione appaltante, che detiene il 74% delle quote di AMAG in palese conflitto d’interessi.
Inoltre il bando potrebbe essere illegittimo in quanto gli importi a base di gara risultano sbagliati perché non corrispondono agli analoghi importi indicati nel quadro economico. Come sembra altrettanto illegittima la proroga della scadenza del bando di gara tenuto conto che essa è arrivata per comunicazione del RUP senza nessuna motivazione né determinazione dirigenziale.
La situazione è di totale stallo e Emanuele Locci si è rivolto al Prefetto di Alessandria nella speranza che un autorevole intervento della massima autorità di governo provinciale favorisca una veloce risposta all’interpellanza presentata quasi due mesi fa.
“Si tratta di un progetto da quasi 100 milioni di euro con troppi lati oscuri – conclude Locci – e i cittadini meritano la massima trasparenza”.

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