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AD ACQUI SI PARLA DEL “TRENO DEL MARE”

Acqui Terme (AL) Anna Briano – Come al solito ad Acqui si parla di ciò che non esiste. Da sempre si aspettano fantomatici acquirenti delle Terme Spa che al momento di comprare spariscono; da sempre si parla dell’ospedale che tutti, a parole, vogliono tenere ma che da Torino vogliono chiudere; da sempre si annuncia un Acqui Calcio da sfracelli che alla fine fatica a terminare i campionati fuori dalla zona retrocessione e da sempre si parla di treni che non ci sono. Come il famosissimo “Treno del Mare” di cui da tre anni si parla, appunto, ma, come per l’Araba Fenice, che vi sia ciascun lo dice dove sia nessun lo sa. Et voilà, ecco l’ennesima richiesta del Comune termale alla Regione Piemonte di istituire il treno, petizione di cui l’acquese Walter Ottria, consigliere regionale del Pd che, oltretutto è un ferroviere (chissà perché i ferrovieri finiscono tutti per fare politica), si farà carico (si dice così?) di perorare nelle sedi competenti. Non è una novità perché il treno del mare fino al 2013 collegava, nelle soleggiate domeniche estive, le montagne di Biella al mare di Albenga, che non è il massimo come quello di Camogli o Portofino ma è meglio di niente. Anche se non si capisce per quale motivo chi si prende una vacanza ad Acqui per fare i fanghi sia poi spedito ad Albenga in treno… misteri del marketing vacanziero termale. E non si capisce nemmeno perché chi viene da Biella non possa fare uno stop ad Acqui che magari gli piace e si ferma. Niente, lo dirottano ad Albenga. Naturalmente in questa geniale richiesta c’è lo zampino del comitato pendolari acquesi che, avendo fallito su tutti i fronti nella difesa dei diritti degli associati, cioè di chi prende il treno tutti i santi giorni per andare a scuola o a lavorare, ora si butta sui vacanzieri. Ma sbaglia obiettivo perché invece di fare gli interessi di Acqui, con la sua proposta, fa quelli di Albenga. Dicono che non è così perché andando il treno avanti e indietro è possibile che dalla riviera ligure vengano ad Acqui per vedere i reperti romani, acquedotto compreso. Boh? In ogni caso i soldi non ci sono per i treni normali, figuriamoci se ci sono per quelli del mare. Certamente il “Treno del Mare” non è una priorità in quanto Acqui Terme ha ben altri problemi da risolvere, ma, come dicevano i nostri vecchi, in tempo di vacche magre tutto fa brodo. Staremo a vedere. Ottria sembra fiducioso.

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