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Le mutande bianche

Nenneddu, 19 anni, un pastore sardo semianalfabeta della zona montana del Bruncu Spina nel Gennargentu, si reca a Milano per i funerali di uno zio. Al suo ritorno in Sardegna, nella vecchia casa di montagna lo attendono i genitori e il fratello minore Ilianu di 12 anni. La sera a cena, Nenneddu racconta la sua breve esperienza a Milano. Tutti stanno a sentire incuriositi e fanno domande.
Il papà chiede: “Come sono le donne in continente”?
Nenneddu risponde: “Alte, tutte truccate, lavorano in uffici bellissimi e vanno sempre di corsa”.
Il fratellino Ilianu: “Per strada qualche calciatore incontrasti”?
“Sì – risponde Nenneddu – Balotelli in metropolitana, Kakà al bar e  El Shaarawy per strada. Tutti del Milan, tutti simpatici. Anche l’autografo fatto mi hanno!”
“Oooohhh!” esclamano tutti.
“Cosa ti ha colpito di più?” gli chiede la mamma Gesuina.
“Al supermercato sono andato ed un paio di mutande bianche comprai. Molto piaciute mi sono” risponde Nenneddu.
“E cos’hanno di diverso dalle nostre?” chiede ancora mamma Gesuina.
“Bianche, leggere e di cotone sono, e non di lana grezza come le nostre”.
“Come sono fatte”?
“Hanno due buchi dove si infilano le gambe e non la pezza che si chiude come le nostre”.
E come si fa a sapere qual è il verso giusto?
“Semplice, dopo un po’ che le indossi, diventano gialle davanti e marroni di dietro”.

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