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Il vicolo

Un tizio entra in merceria: “Vorrei un bottone di osso, ma non proprio di osso-osso-osso…, di osso”.
Il bottegaio lo guarda perplesso, ma poi tira fuori il campionario dei bottoni, e dopo un quarto d’ora il cliente esclama: “Ecco! Questo va bene” e lo mette da parte.
Intanto si è formata la coda.
Il cliente incalza: “Ora vorrei uno scampolo da un metro di velluto grigio, spesso, ma non spesso-spesso-spesso…, spesso”.
La coda è sempre più lunga, qualche cliente si spazientisce, molti borbottano e il bottegaio, affannato, tira giù il campionario dei velluti. Dopo un altro quarto d’ora il cliente esclama: “Ecco! Questo va bene”, e lo mette da parte.
Poi aggiunge: “Guardi, ora vorrei uno scampolo di cotone bianco da due metri, ma non bianco-bianco-bianco…, bianco”.
A questo punto il bottegaio, stremato, appoggiandosi al bancone e tendendo in avanti la testa, naso contro naso fissa negli occhi il cliente e gli dice calmo: “Lei deve uscire di qui, girare a sinistra finché non incrocia un vicolo sulla destra. Entra in quel vicolo e lì lo va a prendere nel culo, ma non nel culo-nel culo-nel culo…, nel culo”.

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