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Paure dei “fuochi” e altre superstizioni (3)

Giusto Buroni 3 – E così come per incanto scomparvero le preoccupazioni ambientali derivanti dagli esperimenti atomici, al punto che oggi, dopo 70 anni, i vecchi non ricordano e negano di averci mai pensato e i più recenti esperimenti in Cina e India (mai evidenziati né osteggiati da alcun “ente benefico ambientale”), in Corea del Nord e quelli, non troppo pubblicizzati, in Israele e Iran, non provocano nessuna reazione da parte degli ipocriti ambientalisti, che però fanno riempire i giornali se una innocua fialetta di acqua radioattiva si spezza all’interno di un reattore nucleare civile (a fissione). Stranamente non ha destato ancora preoccupazioni sul clima la fase di intense ricerche spaziali, che si ritiene conclusa, per il “popolo”, con l’andata in pensione degli Shuttle, ma che è ancora vivacissima a bordo della Stazione Spaziale Internazionale ISS (tenuta oggi in vita da solo materiale ex-sovietico), e è alimentata dalla folla di satelliti meteorologici-militari, geostazionari (per telecomunicazioni), di rilevamento di posizione (GPS e simili), e forse anche in questo caso il motivo è che non è possibile vessare i consumatori per loro presunte colpe nelle scelte e nell’uso; al contrario, la crisi della NASA ha provocato una ripresa di interesse in Europa, dove la relativa Agenzia Spaziale, ESA, si dà un gran daffare per reclamizzare ogni sua realizzazione (per esempio sonde cometarie o comunque interplanetarie); la più economicamente importante è però il razzo Vega, costruito in gran parte in Italia, nel “deserto” di Colleferro, e capace di trasportare carichi non eccezionali, ma almeno a portata di ISS (quindi per non lasciare “naufragare” il coraggioso equipaggio, ma non adatto a missioni interplanetarie). Grazie all’antica confusione che il popolo fa tra attività spaziali e nucleari, considerate identiche anche da molti Europei, i Russi hanno escogitato un trucco per far digerire al popolo le ingenti spese dell’inevitabile dismissione della loro base di lancio di Baikonur (45° di latitudine, nata per il collaudo di missili balistici) che dopo la caduta del Muro viene a trovarsi all’esterno del territorio russo, precisamente nel Kazakhstan: la Russia paga un affitto salato per l’uso del territorio e il transito di mezzi pesanti e personale. Un tentativo di replicare la stazione nel sito della base europea (di proprietà dell’ASI) nella Guyana Francese a Kourou (5° di latitudine, molto più conveniente dei 28° di Cape Kennedy) è in corso per liberarsi dai vincoli Kazaki, ma il trasloco di una base di lancio a latitudini così diverse comporta la ri-progettazione della maggior parte delle infrastrutture hardware e software, sia per il lancio, sia per il recupero dei veicoli spaziali presenti e futuri, e durerà quindi alcuni anni. (La Russia possiede a Plesestk, 800 km da Mosca, 62° di latitudine, una seconda base per satelliti, ma ad orbita molto inclinata rispetto all’Equatore, ed è stata potenziata negli anni 2000, ma la richiesta di lanci con quella inclinazione è molto inferiore a quella per orbite equatoriali). Sia come sia, è dal 1957, primo volo orbitale di Gagarin e successo mondiale della Russia Sovietica nella gara contro gli USA, che tutto il popolo russo vede Baikonur come un luogo “magico”, dove la grande scienza russa esprime il meglio di sé, compresa la ricerca sul nucleare (notizia ufficialmente non vera).  Gli ambientalisti russi, da 70 anni meno informati dei loro colleghi Europei o Americani, che pure non ne sanno un gran che, demonizzano Baikonur, non tanto per l’inquinamento da lanci spaziali, quanto per il pericolo da esperimenti nucleari, e riusciranno a liberarsene, costi quel che costi, trasferendosi appunto a Kourou, col consenso (e il contributo economico) del popolo Russo, che pensa così di adempiere a un dovere civico.
Nella storia degli inquinamenti antropici da debellare non deve essere dimenticato il “Buco dell’Ozono”, che è stato usato dagli ecoterroristi non tanto per seminare il terrore (erano le prime esperienze di catastrofismo globale, prima del cambio di Millennio), quanto per individuare un comportamento o stile di vita finalmente attribuibile alla popolazione “normale”: la tecnologia colpevolizzata infatti è stata quella dei…..frigoriferi, i quali usavano come gas di espansione, per creare raffreddamento, il CFC (Chlorofluorocarbon) che ha il difetto, a quote stratosferiche, di disturbare il precario equilibrio della molecola di ossigeno triatomica, conosciuta meglio come Ozono, o O3, staccando uno dei tre atomi, che aggredisce subito la molecola di ozono più vicina, a cui strappa un atomo con cui accoppiarsi. Il risultato è che da due molecole di ozono nascono tre atomi di normale ossigeno a molecola biatomica O2, o composti ossigenati equivalenti, sottraendo ozono all’ambiente. Si dà il caso che l’Ozono nelle parti più alte dell’atmosfera abbia il potere di respingere o riflettere i raggi ultravioletti, che, come adesso tutti sanno, abbronzano, ma fanno male alla pelle. La gente ha interpretato a modo suo questa nuova situazione di pericolo per la salute: il benessere economico ha decuplicato le persone che passano la giornata in spiaggia e poi frequentano anche i centri benessere per “farsi la lampada”, mentre sono centuplicati i clienti dei dermatologi, dove, presa dal solito senso di colpa, la stessa gente va ogni mese a farsi contare i nei che le forti dosi di raggi UV potrebbero avere generato (e senz’altro è successo, anche se ben lontano dalle spiagge famose), con conseguenze a volte gravi, che arrivano al melanoma, un cancro micidiale. Ecco allora l’effetto che ogni buon ambientalista si aspetta dal popolo impaurito: il riccastro spende prima i suoi soldi al mare o alla “lampada”, ne spende altri al controllo dermatologico e finisce di spenderli all’ospedale per l’asportazione dei nei sospetti (e purtroppo, anche se in piccolissima parte, i sospetti sono giustificati, perché il melanoma, a volte maligno, si sviluppa, spesso per altri ignoti motivi). In alternativa, i soldi dei riccastri invece che ai medici vanno prima ai produttori di creme e impiastri per proteggersi dai raggi solari, il che a volte non tranquillizza del tutto l’abbronzato, che va ugualmente a farsi controllare i nei, eccetera, come sopra. Occorre però completare questa storia del “buco nell’ozono”. Appena si è diffuso l’allarme, anche i “satellitari” hanno intravisto il business e si sono allestite apposite missioni per monitorare l’atmosfera, specialmente ai due poli. Per motivi a me ignoti il polo antartico ha mostrato più criticità (un buco più grande) di quello artico, si sono emesse leggi internazionali per proibire il CFC nei frigoriferi (che in fondo è molto poco, lavorando in un circuito ermeticamente chiuso: si diffonde nell’atmosfera solo quando il frigorifero vecchio viene smaltito sfasciando il circuito del CFC e ovviamente anche durante l’assemblaggio, a causa delle inevitabili perdite). Comunque disciplinatamente Americani e Europei hanno sostituito il CFC con altro gas, aumentando semplicemente il prezzo del frigorifero e obbligando tutti i consumatori a sostituirlo; forse sarebbe bastato un modo economico per sostituire il gas o neutralizzarne gli effetti alla fonte, ma che cosa non si è pronti a spendere per salvare l’ambiente? In fondo sono bastate due paroline sui pericoli dell’elettrosmog per far sostituire, senza ragione, tutti i televisori e i cellulari e accontentare i fabbricanti, a cui l’ambiente non importa niente, ma il numero delle frequenze da vendere sì. Infine a poco a poco tutti comprano la macchina nuova almeno ibrida, anche se continueranno a riempirla di benzina per la difficoltà di ricaricare la sezione elettrica o di reperire il metano o GPL, il cui costo non è neanche più così conveniente rispetto alla benzina. L’auto elettrica (oppure a fuel cell, che sarebbe meno scomoda per il proprietario) è stato un vero “flop”, 2-3000 pezzi all’anno venduti nel mondo, nonostante sia stata messa in vendita col marchio, prestigioso in America, di TESLA, il croato, promettente inventore ai tempi di Edison, che morì vecchissimo (87 anni) durante la Seconda Guerra Mondiale, poverissimo per non avere fornito in tempo agli Americani il Raggio della Morte, sul quale tutti puntavano, compreso Hitler, lasciandosi battere dai veri scienziati Fermi e Oppenheimer (continua).

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